lunedì 6 gennaio 2014

Rigurgiti cestistici post panettone

Sono ormai dieci giorni che ho in testa queste righe, e come spesso succede il tempo modifica i contenuti e magari vengono rafforzati alcuni aspetti e  indeboliti altri.

La scintilla e' stata la trasmissione dell'avvocato Buffa sulla vita del miglior giocatore di sempre con la palla a spicchi in mano ossia Michael Jordan.
Un po' piu' di cinquanta minuti per sintetizzare in maniera mai banale la vita di un'icona del basket ma di tutto lo sport americano, un uomo che poi e' stato interesse di ricerche di marketing che hanno fatto scuola, un uomo diventato marchio universale.

Puo' una gara di seconda lega italiana  di una societa' abitualmente alla canna del gas senza nessuna risorsa per il futuro,  costruita con dei giovani virgulti di casa con grande cuore e il resto spendendo tre tozzi di pane e un bicchiere di vino, modificare il fantastico documentario dell'avvocato?
Nella mente obnubilata di un tifoso come me, sicuramente si.

Dai vari mass media durante la mia vita di tifoso Pallacanestro Trieste mi sono sentito dare del competente, del frequentatore di un salotto o di un teatro, di forza fedele della squadra.
Adesso mi trovo spiazzato, in un momento dove abbiamo nuovamente un'ossatura di squadra e non un cozzaglia di mercenari come pochi anni fa,  l'equilibrio del tifoso competente triestino e' andato a farsi benedire.

L'opera di Buffa io l'ho vista su Youtube in un giorno centrale della settimana tra le gare della PTs contro Forli' e Casale Monferrato, partite giocate alla pari con una squadra che giocava quasi l'ultima spiaggia in casa contro una diretta concorrente e una squadra che negli ultimi anni ha fatto la serie A, ha investito sui giovani ed ha un roster superiore a quello biancorosso. Sonfitte che hanno generato un malumore che per me resta incomprensibile, per una squadra che considero miracolata a settembre e che non ha vinto cinque gare in un girone ma cinque battaglie centrando mezzo obbiettivo a mezza stagione.

Federico Buffa in meno di un'ora ha citato nomi mitici del nostro sport, d'altronde parlando di una divinita' non puoi che smuovere dei grossi calibri, ma qui si parla di Stockton, Pippen, Barkley, Thomas, gli Harlem di Lemon,  Kevin Johnson,  Dan Majerle, Worthy, Perkins ("culone" nelle fantastiche cronache del Nano Ghiacciato), Hakeem The Dream Olajuwon, Grant, Shaq, Horry, Rodman, Sam Bowie, Doc J, Rodman, Kerr, Wilkins, Paxon, Drexler, Mutombo, Kemp, Payton, Karl Malone per poi parlare separatamente di due come Bird e Magic che possono serenamente aspirare alla poltrona condivisa di Mvp di sempre.
Ma non e' finita qua, perche' oltre a tutte queste stelle l'avvocato non dimentica dei fantastici coaches come Dean Smith, Tex Winter e Phil Jakson e va avanti con colonne del basket nostrano come Dido Guerrieri e Massimo Mangano, e note di colore nei video si vedono Greg Foster cambio dei lunghi a Utah dopo un'infelice parentesi a Trieste e un veloce flash di Spacejam film animato con il basket e la sua massima espressione fatta uomo, protagonisti.
Oltre a nomi celebri vengono smossi luoghi di culto per un cestista come Springfield, North Carolina, Chicago e Chiarbola.

Chiarbola???

Si, Chiarbola, il palazzetto della discordia, amato da tutti i tifosi con le sue curve assimetriche al campo e la sua tribuna Vip retraibile, ma oggettivamente insufficiente per contenere l'entusiasmo dell'epopea Stefanel e principale motivo (scusa?) della fuga verso Milano del sarto trevigiano.
Cosa unisce Chiarbola a Buffa e a Jordan, innanzitutto la famosa amichevole della Stefanel di Santi Puglisi contro la Caserta di Boscia Tanjevic, dove il ventitre' ha fatto a pezzi il tabellone di cristallo con una sua mitica schiacciata e Tania Pollard.

In piazza Unita' nove su dieci sanno chi e' Rich Laurel, otto su dieci sanno chi e' la Pollard.
Lei al canestro dava del tu, l'unica donna che ha riempito un palazzetto a Trieste, trascinando un manipolo di ottime giocatrici locali a piazzamenti storici nella massima serie.
E' lei la persona che ha vicino Buffa quando guarda in tv una fondamentale partita di playoff tra Celtic e Bulls, quella che dopo aver vinto Larry commenta: Oggi in campo c'era Dio travestito da MJ.
Non e' questa pero' la cosa detta dall'avvocato che sconvolge la mia anima da tifoso biancorosso, lo scossone lo prendo quando presentando Tania, lui dice "lei aveva giocato a Trieste, uno dei migliori palcoscenici che esistano sulla faccia della terra".

Quando ho sentito queste parole mi sono quasi commosso, quello che non considero un giornalista ma una specie di professore di cultura sportiva che ha parole cosi' importanti per la mia citta' in una lazione sull'uomo che incarna la mia passione sportiva in soli cinquanta minuti.
In mezzo a quei nomi roboanti, ad un numero impressionante di Hall of fame, l'avvocato ha ritenuto degno di nota segnalare un tifoso dell'allora Stefanel che si alza dalla tribuna per un "consiglio" all'allora coach Desisti.


Allora mi sono chiesto cosa siamo noi tifosi ora?
Quel valore aggiunto di un pubblico forse non da arena ma sicuramente competente esiste ancora?
Ci siamo fatti ubriacare dal frenetico mordi e fuggi che ci circonda?
Forse ci siamo adagiati credendo che il basket e' come la nostra bellissima Piazza Unita' o come il Molo Audace pronti ad accoglierci nei nostri listoni baciati dal sole o presi a  dolci sberle dalla bora, forse un cambio generazionale fisiologico e magari anche guidato dalle varie gestioni societarie non ce mai stato e negli ultimi anni gli aspetti piu' importanti si chiamano sopravvivenza e iscrizione, aspetti che non permettono altri investimenti magari sulla comunicazione e immagine.
Adesso l'aspetto strettamente tecnico mi sembra ben coperto dai vent'enni in rampa di lancio, ma il resto mi sembra nebuloso, le persone che devono risolvere la situazione hanno esperienza e capacita' , a noi tifosi resta la speranza che venga concessa un po' di fiducia a questi ragazzi che finalmente dopo un po' di tempo rappresentano la citta'.
La pallacanestro di vertice a  Trieste ha bisogno di numeri, sul conto corrente e sulle tribune, e poi di idee.

Purtroppo non siamo come Michael Jordan che per definirlo l'avvocato ha detto: Non c'e' bisogno dei numeri, i numeri lo offendono. All'omino che urla - Desisti metti la Pollard! -  al tifoso della curva, al competente seduto in tribuna i numeri sono fondamentali per poter ancora far parte di uno dei migliori palcoscenici che esistatno sulla faccia della terra.

 

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