Sono
rimasto molto colpito da quello che sta succedendo a Ventimiglia (forse
Venticinquemiglia, dopo l'avvento del governatore Toti in Liguria, lo
stesso che ha dato supporto morale ai tre, 3, maro' in India) dove
centinaia di emigranti sono stati bloccati con la forza alla frontiera
francese.
Prima di scrivere frontiera, ho dovuto tirare questa parola
fuori dalla naftalina, togliere la polvere e riportarla sul testo.
Le
immagini dei telegiornali mostrano il Ponte San Ludovico con polizia
francese da una parte e italiana dall'altra che evidentemente attendono
istruzioni. Le autorita' francesi smentiscono categoricamente che le
frontiere (coff, coff, ancora polvere!) siano chiuse, ma gli
extracomunitari che vogliono anche solo transitare per la Francia sono
impossibilitati a farlo, quindi?
I
migranti hanno fatto capire bene che indietro non tornano, rinunciano
ad una registrazione in Italia perche' non e' questa la loro
destinazione, minacciano di buttarsi a mare.
Non va meglio in alcune
stazioni ferroviarie, su tutte Milano Centrale, dove la Croce Rossa e il
volontariato stanno gestendo con cuore ed orgoglio la situazione.
Tutti
questi spunti sono il frutto di una veloce e probabilmente superficiale
lettura di un unico quotidiano nazionale on line; ovviamente nell'home
page queste persone sono relegate alla quarta-quinta notizia dopo gli
sproloqui della nostra classe dirigente, la vittoria (o comunque la non
sconfitta) di tutti alle amministrative, qualche macabro fatto di
cronaca che fa audience, e il calcio.
Dopo
questa brevissima e poco circostanziata premessa volevo formularvi la
mia soluzione, forse semplicistica ma sicuramente motivata.
Nel
1986 ero al Q di Ibiza, la discoteca piu' trendy dell'epoca, quella che
lancio' l'istriano Sandy Marton, quando con ancora negli occhi l'urlo
di Tardelli di quattro anni prima, seguivo un palpitante Francia-Italia
di un triste azzurro mondiale messicano. Due a zero per i galletti, vado
a memoria: Platini e Stopyra ma posso sbagliare. Avevo dodici anni mia
sorella sei, mio padre e mia madre attorno ai trenta e chiaramente
stavamo loro rovinando le vacanze in un posto cool.
Forse
li' e' iniziata la mia personale poca simpatia per i transalpini, senza
scomodare la persin troppo inflazionata sorella di Zidane, con relativa
testata a quel pessimo elemento di Materazzi.
Sembrera'
futile il motivo dell'antipatia soprattutto se confrontata con la
serissima premessa che ha iniziato questo post, sta di fatto che mi
sembra necessario redigere una dichiarazione di guerra alla Francia.
E
mentre penso veramente come potrebbe essere articolato un simile
documento, il sottofondo musicale che ho scelto per accompagnare il
tichettio della tastiera del pc aumenta ancora di piu' la mia
consapevolezza; ispirato dall' immortale Freak Antoni e dalla sua nobile
ciurma, con la loro "Riprendiamoci la Corsica" decido che l'azione e
la conseguente strategia e' fatta.
Sono
un allenatore sportivo, magari non un generale, ma posso discutere di
strategia con coscienza di causa.
Lo dice Freak lo confermo io: la
chiave e' la Corsica e abbiamo anche una motivazione: Bonaparte era
italiano qualche diritto lo abbiamo… Agiremo d'estate perche': un gesto
gratuito ma fiero giocheremo sul relax vacanziero approfittiamo dello
svacco salottiero. Ma dobbiamo essre convinti perche': se tu non vuoi
esporti forse è meglio che non parti.
Abbiamo un ripiego: se va male, proveremo con la Svizzera.
Potra' essere una soluzione paradossale, triste, ridicola ed ignorante, ma la situazione che stiamo vedendo a Ventimiglia e a Milano Centrale in qualsiasi telegiornale non lo e' anche?