martedì 16 settembre 2014

Special olympics

Mi reputo la giusta via di mezzo tra lo sportivo da poltrona e quello attivo; attivo non fisicamente ma mentalmente.
Soprattutto guardando, parlando e analizzando la mia disciplina, il basket, penso ancora da allenatore pur non sedendomi in panchina ormai da qualche anno.
La mia fame sportiva viene soddisfatta soprattutto dalla rete che mi da la possibilità di seguire in maniera diretta tutte le gare più importanti, mentre la televisione grazie a molti canali internazionali mi offre l'evento clou del determinato paese.

Ma l'adrenalina vera la sento solo quando sono a pochi centimetri dal perimetro di gioco, quindi con la bici, tram o treno vado a vedere l'evento organizzato.
Finora qualche gara di basket belga di legadue, c, femminile, un torneo internazionale dove ho tifato la nostra nazionale donne, le finali nazionali del campionato di beachvolley, la maratona della città e qualche altra manifestazione.
Fino ad oggi non sono mai rimasto deluso, ma la carica e l'entusiasmo che ho acquisito domenica scorsa ad Antwerpen (Anversa) da spettatore lo avuto solo alla mia prima volta allo united center di Chicago prima della gara dei Bulls e alla final four di eurolega all'02 arena di Londra.

Vado con ordine.

Qualche settimana fa leggendo una rubrica del quotidiano Il Piccolo ho visto l'intervista a Valentina Cepak, nuotatrice triestina impegnata alle Special Olympics di Anversa.
La sede dei giochi dista a meno di un'ora da casa mia, e sapere che un'atleta triestina (unica alabardata in nazionale) rappresenterà in piscina il tricolore mi ha fatto sentire in dovere di andare a fare il tifo.
L'entusiasmo non mi ha fatto fare il semplice collegamento tra Valentina e Lara Cepak mia amica e sorella della della nuotatrice.
Ottima occasione quindi di combinazione tra tifo e rivedere amici lasciati a Trieste.

In treno con Giorgia, mia figlia, mi chiedevo cosa aspettarmi dagli special olympics, i miei dubbi erano soprattutto sul contorno, vedere come sono organizzati, come vengono rispettate le diverse abilità.
Ebbene la risposta e' stata molto semplice, il rispetto e' garantito da un'organizzazione perfetta senza apparentemente distinguere le abilità di alcuno.
Palazzo dell'ex po' a disposizione per accrediti e informazioni, volontari facilmente distinguibili dalla divisa comune, aree relax e stand a disposizione, accredito che da la possibilità di avere anche i mezzi di trasporto gratuiti.

In piscina poi l'atmosfera e' fantastica.
La struttura e' piuttosto piccola e il caldo e' asfissiante, ma le tribune colorate dagli accappatoi degli atleti e dalle divise degli staffla rendono accogliente, i tifosi distraggono dall'afa, le squadre sono ben strutturate con un adeguato numero tra accompagnatori e allenatori, il pubblico e' armato di qualsivoglia diavoleria per filmare, il wireless gratuito permette di condividere tutto subito ed addirittura grazie a Skype qualcuno (anche da Trieste!) segue la diretta.
Non ho mai visto in vita mia una gara di nuoto dal vivo mi sorprende vedere l'elevato numero di giudici ed arbitri; presentazione degli atleti, veloce saluto, silenzio assoluto, partenza!
Lo stile e' libero, nel senso che ognuno nuota come gli pare, l'unica specialità sarà il dorso nelle ultime batterie di giornata.

Valentina, la mula triestina, e' nella seconda batteria più competitiva della giornata e chiuderà la sua gara confermando il suo personale, mentre farà ancora meglio nel dorso dove si classificherà seconda dopo un entusiasmante testa a testa, con le altre a seguire a gran distanza.

Applausi per tutti perché estremamente meritati, lo spirito sportivo e' elevato alla massima potenza, grazie alla leale ma sentita competitività, il fair play, e cosa che mi ha impressionato di più la determinazione e grinta anche di chi si vedeva ultimo e distaccato in maniera evidente dagli altri, nessuno ha mai mollato di un secondo e spinto anche dall'incitazione di compagni di vasca e pubblico portava a termine con enorme dignità e soddisfazione la propria impresa.

Grazie Special Olympics, ci rivedremo!





Inviato da iPad

martedì 9 settembre 2014

Di nuovo on line e mondiale di basket

Si torna a bloggare, dopo una lunga pausa estiva ma soprattutto dopo aver solo parzialmente risolto i problemi al mio computer.
Prima di pubblicare qualche delirio della mia distorta fantasia, non posso che dedicare due righe sull'evento sportivo clou del momento per un'amante della pallacanestro come me.
In Spagna infatti si sta svolgendo il campionato mondiale arrivato ad oggi ai quarti di finale.


I risultati sono davanti agli occhi di tutti ed un eventuale pronostico fino ad ora mi sembra tutto sommato rispettato. 
Ho visto, divertendomi, le prime partite di girone grazie al notevole impegno di Sportitalia nel mio breve passaggio di fine estate in terra natia.
In Belgio poi nulla, una veloce notizia dell'accesso alla fase finale dei diavoli rossi al prossimo itinerante campionato europeo e stop.
Solo statistiche, highlight e siti specializzati.
La mia squadra di famiglia, la Lituania, pur andando avanti non brilla come dovrebbe. Probabilmente l'assenza last minute di Mantas Kalnietis, play e leader della squadra, si fa sentire più del previsto.
Il '92 Valanciunas direttamente da Toronto si è caricato sulle possenti spalle i compagni, e nell'ottavo di finale nonostante tre quarti persi con la Nuova Zelanda, la partenza sprint (23-9) ha garantito il quarto contro i turchi, se non sbaglio unica wild card ancora in corsa.
Cosa che ammiro molto in una manifestazione con impegni così ravvicinati e' veder crescere un team di giorno in giorno, di gara in gara.
Al precedente mondiale questa sensazione me la diede proprio la Lituania di coach Kemzura (mi manchi) e del neo milanese "palle mosce" Kleiza (non mi manchi), in Spagna invece mi sembra sia virtù della Serbia del mito Sale Djordjevic.
Per il resto gli americani se continuano con umiltà, intensità e durezza porteranno a casa il titolo con la Spagna pronta ad un eventuale colpaccio.
Per concludere: il mio pensiero va all'inchiesta Fiba nella gara tra Angola e Australia. Già mi vedo il mio ex idolo ncaa Dellavedova (con l'accento sulla o secondo il commentatore delle finals universitarie di Indianapolis) davanti ad un Poirot della palla a spicchi che dice: si,si, abbiamo perso di proposito,scusate.
Queste cose lasciamo le agli altri, perché tanto si sa che esiste il Dio del basket che stavolta si è incarnato nel turco (?) Preldzic che con due siluri ha messo tutto a posto.
Buona settimana e buone finali.