lunedì 21 dicembre 2015

Poesia natalizia

Finalmente e' festa, domani e' Natale,
i vestiti buoni sono tutti pronti,
presi un mese fa grazie agli sconti,
faremo un figurone, saremo una famiglia reale.

Dopo una giornata di lavoro seduti davanti al camino,
ci godiamo un po' di televisione prima di andare a dormire,
ma fuori c'e' casino a non finire,
vuole entrare a rubare, il marocchino.

Anche aspettando mezzanotte mi devo preoccupare:
prendi la mazza, il coltello e il bastone;
ma guardando dalla finestra: non e' nera la sua carnagione!
Questo conta poco, conta solo non farlo entrare.

Nel sacco ha il frutto di altre imprese
sta girando nel giardino
sta cercando l'entrata il malandrino
lo controllo bene: si capisce bene, e' albanese.

"Cosa dici? Ma non lo vedi?"
"Ha un indizio non indifferente di chi vive nel medio oriente, ha la barba fino ai piedi"

Gira ancora nel giardino,
trova la scala vicino alla cantina,
e si arrampica dal retro della cucina.
Ormai e' chiaro: l'obiettivo e' il camino.

Non lo vediamo piu' salire le scale,
ma armati lo aspettiamo nel salotto,
chissa' se lo rifara' dopo come l'avremo ridotto.
Eccolo che scende, senti che tonfo: Cazzo e' Babbo Natale!



martedì 8 dicembre 2015

L'uomo senza testa

L'uomo senza testa ama uscire da casa; di solito fa delle lunghissime passeggiate oppure si siede sulle panchine delle fermate del bus e talvolta sale su quelli che fanno le linee più lunghe. Dalla periferia al pieno centro, e quando è di buon umore ed essendo un ottimista lo è spesso, sul lungomare il posto che più ama della sua città.
Non usa la macchina, tantomeno la moto o lo scooter, non potendo usare il casco, quindi cammina e si fa portare.

Un giorno parte da casa sua, da quei palazzoni costruiti negli anni settanta e che tutti i suoi concittadini conoscono, fa qualche chilometro poi decide di salire sulla linea quaranta quella che sconfina anche dal Comune.
Ci sono molti posti liberi, lui sceglie quello in fondo dietro all'obliteratrice, fa tante fermate, salgono e scendono tanti anziani, vestiti quasi tutti di beige, blu o nero e anche molti ragazzi con dei cappellacci di lana con sopra le cuffie e dei jeans con le tasche a livello del retro del ginocchio.
Nessuno dei ragazzi concede il posto, nessuno dei vecchi lo chiede. Lo pretendono  fulminando con lo sguardo il ragazzo col cappellaccio per poi, sempre con lo sguardo, cercare conforto in un altro compare anziano. Chissà, forse basterebbe un po' di comunicazione per risvegliare l'educazione.

L'uomo senza testa scende in quella che probabilmente è la fermata più inflazionata infatti vicino c'è il cinema, il mercato della frutta e non lontano la stazione.
Si dirige verso la zona pedonale, e siccome è particolarmente sereno, decide di prendere la lunga via piena di negozi che muore in un piccolo porticciolo con ormeggio barche.
Prima però di arrivare al mare si siede al tavolo esterno di un bar, e' uno di quei tavoli grandi e grossi di legno massiccio. Ognuno divide col vicino lo spazio comune.
Chiaramente l'uomo senza testa non consuma ma nessuno ha nulla da ridire, si gode la pace.

Ancora un paio di passi e finalmente il lungomare, qua si può passeggiare anche per ore, a volte pensa che camminando forse si potrebbe anche arrivare alle famose spiagge dei VIP, tanto il mare è questo, prima o poi...
Arriva l'imbrunire l'uomo senza testa ama il sole, la luce, del buio ha paura quindi lascia il suo lungomare attraversa la strada e si avvia verso la fermata più vicina ma è proprio sulla striscia bianca di mezzadria quando una macchina gialla ad una velocità criminale lo sfiora, lo spostamento d'aria lo fa cadere, probabilmente lo shock gli fa sentire un dolore al piede come se quel pirata con la macchina sportiva lo avesse schiacciato.

La macchina gialla prosegue la sua folle corsa, la strada che costeggia il mare offre nel suo ultimo pezzo una curva da rally, e subito dopo un pub di quelli importati dall'Irlanda, la manovra e' veloce ma insicura e si conclude con un goffo parcheggio proprio davanti all'entrata del locale, le ruote anteriori sul marciapiede quelle posteriori sulla strada.
L'autista evidentemente ubriaco entra al pub e ordina una pinta, il barista proprietario del locale, uomo tutto di un pezzo e commerciante sgamato gli serve un caffè doppio, forte e bollente e con un gesto veloce gli toglie dalle mani le chiavi del bolide giallo.
"Queste le vieni a prendere domani" disse l'uomo  con la testa.