giovedì 31 luglio 2014

DIFFIDA storia di un'amicizia

Premessa: questa storiella piuttosto banale e senza velleita' narrative e' dedicata ad una persona che conosco da tanti anni ma che posso definire amica da una decina, un amico che recentemente ha passato un giorno fantastico della sua vita, reso anche piu' importante dal fatto che e' stato preceduto da qualche difficolta' finalmente risolta. 

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti non è puramente casuale.



Nel basket ci sono partite che si risolvono solo quando la sirena emette il suo fastidioso fischio.

Sono passati quaranta minuti, pochissimi, eppure per un cestista possono essere un'eternita', perche' in quaranta minuti vivi le emozioni piu' intense, prendi e dai legnate, la tua concentrazione e' tutta li', non esiste domani.

Il filo del discorso e' segnato da un anonimo tabellone luminoso con un freddo cronometro che marcia in countdown e dei numeri che raccontano il tuo percorso.
Spesso sei avanti di qualche punto ma basta pochissimo, una prodezza di un avversario o anche una banale infrazione o scivolata di un tuo compagno per soccombere.
In questi momenti non si guarda in faccia nessuno, cercherai di fare un canestro e di non farlo fare al tuo diretto avversario, userai tutti i metodi leciti e anche quelli border line.
Se sarai lucido, appoggerai la palla al giocatore piu' grande e grosso in posizione di pivot, vicino al canestro, per cercare una soluzione a piu' alta percentuale, per prendere un fallo o piu' tatticamente per dare la possibilita' al big man in questione, con la sua abilita' di passaggio, di riaprire il gioco verso l'esterno, aumentando lo spazio d'attacco.

Sembra facile.

Ma se la palla arriva veramente in quella posizione vuol dire che dietro c'e' stato un lavoro mica da ridere.
Chi ha passato la palla ha cercato la posizione migliore, la linea di passaggio, ha collaborato con il compagno a colpi di sguardi, mentre l'orco ha iniziato uno scontro fisico che sembra quasi una danza, una capoeira, con un pari taglia.
Dopo qualche giro di valzer il nostro avra' messo dietro a mazz'asta il suo braccio, fermo li', con il gomito che fa da sentinella e da fulcro a una leva che serve per difendersi e a difendere poi il seguente movimento.
Mai sarai colpito da quel gomito, se capisci di aver perso quel duello, sei dietro puoi solo cercare di intralciare i prossimi movimenti, ma se pensi di fare ancora qualcosa nell'immediato sappi che quel gomito non fara' nulla per agevolarti la strada, sara' li fermo e duro come una sfinge, e se arrivera' la palla non sara' il tuo petto o peggio lo zigomo o il naso a fermarlo.
E' probabile che ti fara' male, forse ti scendera' qualche goccia di sangue se ti ha preso bene, la tua foga e la tua adrenalina ti faranno reagire in maniera scomposta ma comprensibile.
Ti scontrerai petto a petto, a brutto muso, interverranno i compagni ed arbitri sperando che tutto si risolva in una bolla di sapone.
Ci saranno altri scontri man mano che il countdown si assottiglia, e piu' duri i contatti, e' il gioco!

La gara e' finita come spesso succede oltre al danno anche la beffa, oltre al ghiaccio ovunque devi sopportare anche il gelo della sconfitta.
Sei furioso e a fine gara scappi in spogliatoio senza salutare nessuno, tantomeno lo "sgomitatore".

Forse solo la doccia e magari una birra con i compagni in spogliatoio e la loro solidarieta' incondizionata ti solleva un po'.

Poi esci dalla palestra e in teoria tutto e' archiviato magari fino alla prossima partita, ma nella tua testa rimane l'atteggiamento del tuo avversario diretto, l'antipatia nei suoi confronti e' ormai una marchio di fabbrica che rischia di essere indelebile.

Ed e' qui che mi permetto di darti un consiglio, diffida da quel tuo pensiero, pensa che poco prima in campo avete fatto le stesse cose ma a lui e'andata meglio, per capacita', per fortuna, per esperienza, ma hai perso. Cogli l'occasione, metti in cassaforte, ti sara' utile.

Quando sali in auto per andare verso la pizzeria o il locale scelto in spogliatoio con i compagni per il dopo partita devi trovare la lucidita' per capire che quell'avversario e' come te, avete gli stessi obbiettivi, e la maniera per raggiungerli non e' poi cosi' diversa.
Diffida dalla tua voglia di lanciare accuse e minacce, alla fine esce piu' macchiata la tua reputazione che la sua.
 Poi hai visto come viene trattato da coach, compagni e anche dai tanti amici che avete in comune, e' un leader, un trascinatore.

Ti sei quasi calmato, la notte sta gia' iniziando a portare consiglio, il tuo nervosismo placato e' riacceso solo per la cronica mancanza di parcheggio vicino al locale prescelto.
Decidi di andare piu' lontano dove il posto non manca e poi camminare un po' non ti fara' male.
Anzi quella passeggiata ti rigenera, sei vicino al mare e ne senti l'odore, attraversi la strada e ti affacci ad una piazza che lascia senza fiato per la sua maestosita', la percorri e la mente e il cuore freddo ti fanno sentire la fatica nelle gambe, l'acido lattico che inizia la sua circolazione.
Entri sotto un piccolo arco in pietra percorri ancora qualche  decina di metri e all'esterno del solito locale c'e' la solita ressa, chi fuma, chi beve, chi tra telefonino e chiacchiere cerca risultati della serata, infatti l'ottanta per cento dei clienti del bar sono "colleghi".
Dopo tanti saluti, molte strette di mano, alcuni abbracci, cerchi solo uno spiraglio al banco per poter ordinare la tua birra, la giusta ricompensa post partita, il recupero che aiutera' assieme ad un buon sonno, lo smaltimento di quell'acido lattico che hai sentito in piazza.
Prendi il bicchiere fresco e vorresti passarlo sulla fronte perlata dal cambio termico doccia-aria aperta-locale, ti siedi su quello sgabello di paglia che tra poco sembrera' una poltrona dell'Hilton, poi giri la testa per vedere se qualche compagno e' gia' arrivato e invece in fondo al banco vedi lui, senza canottiera con il numero ma con una camicia bianca passata dalla tracolla del marsupio, intorno a lui un sacco di gente, la sua popolarita' e' talmente evidente che anche la tua poca obbiettivita' si deve arrendere.
Speri nell'arrivo rapido di qualche compagno per sputtanare poi il nemico, criticare qualsiasi cosa, da cosa e come beve, alla gente che ha intorno e altre futilita', intanto pero' scegli l'indifferenza, giri la testa e fissi l'entrata.

Credimi che passera' pochissimo, non ci sara' il tempo neppure di farti raggiungere dall'amico, che lui sara' vicino a te con due bicchieri in mano, il contenuto sara' rum e coca cola, precisamente brugal e cola, semplicemente un brugalato.
Non potrai fare nulla, ti ha messo ancora all'angolo, dopo averti passato il bicchiere ti invitera' con gli altri.

Il resto dipende da te o diffidi delle tue sensazioni di giocatore, delle tue remore e ti fai coinvolgere oppure ti alzi e te ne vai, facendo vincere stupidamente l'orgoglio che devi mettere e lasciare sotto la retina.

Il mio secondo e ultimo consiglio e' di gustarti il brugalato in compagnia, sara' sicuramente "seratissima" con un pessimo avversario da affrontare ma un grande amico da frequentare.