mercoledì 26 febbraio 2014

Libri, Calcutta, ponte odontoiatrio e superficialita'

Ultimamente frequentando il corso di olandese per migliorare la mia integrazione in terra fiamminga mi e' capitato di dover presentarmi, tralascio tutti i vari -ik ben- utili per dire chi sono, cosa faccio, per fare un discorso piu' generale.
A chi non e' capitato, magari compilando una scheda di partecipazione o un curriculum, di dover oltre ai propri dati anagrafici, riempire gli spazi -altre attivita'- o -hobbies- ?
Ebbene, io sono tra i fortunati che ha avuto la possibilita' di far diventare il suo hobby passione, svolta in maniera seria e professionale.
E proprio per questa buona sorte che  parlare di hobby per me e' sempre difficile. Dare la definizione stessa e' difficoltoso.

Occupazione prediletta con cui si impiega il tempo libero, dedicandovisi a livello amatoriale : Svago, passatempo.

Il vocabolario non mi aiuta.
Pero' se voglio seguire questa definizione non posso che pensare alla lettura. Mi e' sempre piaciuto leggere, il battesimo e' stato come tanti con il mitico Topolino, in seguito il quotidiano cittadino e i magazine di basket, a dire la verita' pochissimi libri di cui ricordo: Gulliver, regalato dalla signora Piccoli la nostra dirimpettaia (nello stesso pianerottolo Piccoli e Bassi, non male), un giallo della bibblioteca scolastica (cinque mosche assassine) di cui non ho un buon ricordo,  Uno yenkee alla corte di Re Artu' di Mark Twain, e solo dopo molto tempo Il giovane Holden di Salinger, un autentico colpo di fulmine.

Alcuni anni di sciopero del libro (di cui mi pento) per poi prendere in mano la situazione in maniera definitiva (grazie a Nick Hornby) e non mollare piu' il testo di turno nei miei viaggi, nei miei momenti di attesa (il libro inganna sempre l'attesa, piu' di qualsiasi aggeggio tecnologico che ti propone sempre l'orologio davanti agli occhi) e nelle domeniche casalinghe.

Data questa lunga premessa e' chiaro che da un po' di anni a questa parte ho quasi sempre un libro come compagno fidato, devo dire che sono un lettore scostante e spesso superficiale e facilmente corruttibile.
Scostante perche' posso leggere mezzo libro di un fiato per poi ultimarlo in qualche settimana, superficiale e facilmente corruttibile in quanto quando scelgo in libreria, e non vado a colpo sicuro, spesso mi faccio abbindolare dalla copertina, dal titolo o dalla quarta di copertina, restando talvolta deluso.

Va da se che sono un frequentatore assiduo di librerie, anche ora che il novantacinque per cento dei libri e' per me indecifrabile, ma ritengo il negozio di libri un bel posto, un posto da vedere sempre, indipendentemente da quello che ti puo' offrire.
I rifornimenti personali li curo nei miei passaggi in Italia e da un po' di tempo gli acquisti li integro con le visite al terzo piano del grande magazzino Fnac qui a Gent.

Proprio della mia ultima visita nel magazzino originarimante proletario, volevo soffermarmi.
Innanzitutto spiego che la sua posizione strategica nel centro di Gent,  nella via maestra dello shopping incastrata tra la piazza piu' trafficata e un'altra piazza che fa da salotto fiorito alla domenica mattina vicino al teatro piu' nobile della citta', fa si che ha un giro di persone pazzesco, non credo di dire una cosa lontana dalla realta' affermando che e' il negozio piu' frequentato del centro cittadino.

La fila alla cassa nonostante parecchi sportelli aperti e' sempre molto lunga, dopo aver girato gli scaffali e avere scelto il libro nel settore italiaans - spans, con molta pazienza mi metto in coda sfogliando il mio nuovo amico.
Preparo i dodici euro, mi guardo attorno, quando ad un certo punto vengo assalito da un olezzo terrificante, un odore mai sentito, forte, agressivo, nauseabondo.
Mi accorgo che tra l'odore e la respirazione della ragazza dietro a me esiste un collegamento, nello stesso tempo, la persona che mi sta davanti mi guarda probabilmente con lo stesso sguardo che io ho dedicato alla ragazza dietro.
Vorrei dire - e' lei- o indicare con un gesto che e' la bocca di questa ragazza scompigliata e dallo stile vintage ad avere questo alito stile fogne di Calcutta, ma non mi sembra carino.
Ma e' lei, stufa di stare in fila, a sciogliere qualsiasi dubbio, infatti dopo qualche borbottio, sbuffa come un treno a vapore, rilasciando una nube tossica che Fukushima e Chernobyl sembrano un bagno di salute di un parco in un centro cittadino. 
Si nota un chiaro distacco in fila tra lei e il resto delle persone. 
Lei e' in quella che potrei definire una fase equina cioe' espellere aria con una forma di respirazione accelerata che denota probabilmente una condizione di pesante hangover, condizione difficile per lei, ma che noi stiamo involontarimente condividendo. Ho paura di avere dei grandi buchi sul maglione di lana, provocati dalle tarme che escono dal cavo orale infettato, stile John Coffey ne Il Miglio Verde, spero almeno che lenisca il dolore delle vertebre nel post squash.

Immagino una gola secca, una lingua felpata, in qualche maniera provo pena per  il suo malessere, ma l'odore e' persistente secondo me lo subiranno anche le donne della pulizie che dovranno spolverare quella moquette sintetica impregnata dal fiato acre.

Mi viene in mente la scena del mio amico Liga che raccontava di un incontro tra due suoi conoscenti, uno spazientito dal ritardo fa notare all'altro i venti minuti di differenza con l'ora prestabilita, e l'altro si giustifica additando il perdurare della visita dal dentista che gli ha messo un ponte senza avvisarlo precedentemente. 
La vicinanza dei due fa sentire all'arrabbiato amico un odore pesante dovuto al lavoro del medico ed esclama in triestino: Si ma i ga caga sotto quel ponte!

Adesso come faro' a leggere il mio ultimo acquisto senza pensare ai due episodi?
Come faro' a dedicare la mia sensibilita' ad un libro che la richiede, visto il titolo (Le cose fondamentali) e l'argomento (il cambio di vita dato dalla paternita') ?

Dovro' dare fondo a tutta la mia amata superficialita'.


venerdì 21 febbraio 2014

Passione K - Sogni infranti

Cat Stevens sta a Sanremo come coach K sta ai play off.

Ma se all'anglo-greco-cipriota-svedese cantautore basta un buon bonifico per portare tra le canzonette la sua Father and son, nulla puo' il coach K contro la forte Aquileia.

Adesso solo la matematica tiene in piedi il sogno play off per la Passione, partita a nostro avviso con altre ambizioni, un' annata paragonabile a quella passata dall'Olimpia Milano di Sergio Scariolo. Chissa' se adesso il coach K optera' come l'omologo bresciano per nobili lidi stranieri, capaci di tesserare califfi come Odom. Priorita', quella del mercato, anche della giostra Passione che ha fatto piu' notizia per la porta girevole che per il sudore in campo.

Nonostante un Fortunati con il vestito delle grandi occasioni (35) la squadra dell'economista (ma non e' meglio stare a fare il proprio?)  si scioglie nell'ultimo quarto che consente all'Aquileia di agganciare l'overtime, e aggiudicarsi poi la gara per 84-88 negli ultimi cinque decisivi minuti.

E' gia' tempo di domande ed esami di coscienza, sicuramente le porte chiuse dello spogliatoio della Passione dovranno saper dire quali sono i problemi e le eventuali soluzioni, anche se ai piu' sia i primi che le seconde sono palesi, insomma hanno un nome e un cognome, un nome e un Kognome molto Kiari.

Passione - Aquileia 88-84 OT

Polo, Glavina, Fortunati G. 7, Fortunati 35, Cotterle 12, Patarino 17, Scrigner 2, Serafini 2, Benvenuto 9. Coach K.



lunedì 17 febbraio 2014

2039


Ho superato i sessant'anni. Ho vissuto da giovane uomo, e da baby cittadino con fresco diritto di voto, l'opportunistico ingresso in politica di chiunque, ho visto qualsiasi tipo di porcheria, porcherie che al posto di venir combattute sono state fonte di sdoganamento di altre negazioni della civilta', della politica, della vita comune, una catena di malaffare senza fine.
Nessuno ha mai saputo combattere tutto cio', nessuna opposizione politica, nessuna reazione civile, in tanti abbiamo scelto di non votare per protesta, soluzione forse vigliacca per non ritenerci responsabili, altri si sono appoggiati su quella che in maniera spesso superficiale viene chiamata antipolitica, qualcuno tappandosi il naso ha votato quello che riteneva il meno peggio.

Adesso dopo quasi venticinque anni e' al capolinea la carriera di Matteo Renzi, borghese toscano, conosciuto da tutti come sindaco di Firenze all'inizio della sua carriera, poi passato con capriole e alchimie d'ufficio direttamente alla guida del governo.
Adesso dopo luci ed ombre, sotterfugi e strategie, scollinamenti ideologici e definitivo allontanamento dagli schieramenti di sinistra che originariamente lo sostenevano, tornera' forse a Firenze, conoscendo il personaggio, chissa' a fare cosa, chissa' con quali ambizioni.

All'orizzonte niente di nuovo, aspettiamo la firma sul contratto con gli Italiani nel salotto del direttore del Tg1, Francesco Giorgino che ospitera' stasera il quarantacinquenne Luigi Berlusconi, per poi ritirarsi in pensione.
E' gia' pronto l'ex cabarettista, attore e regista Checco Zalone e i suoi giovani Zalonini in piazza, con il solito intento di spazzare via tutti.
Periodo di riflessione invece per il centro sinistra che diramera'  domani o forse dopodomani, o la prossima settimana un comunicato stampa, dopo un sereno e pacato confronto interno, sperando di non assistere ad altre ed inutili procrastinazioni.
Il tutto sotto l'occhio esperto e garantista (?) del presidente della Repubblica Pierferdinando Casini.

Vedremo.

Corner K -Weekly pillows-

Euro…si o no ? 

Cerchiamo di fare un breve elenco delle ragioni a sostegno (o meno della moneta unica).
 
La decisione di adottare la stessa moneta da parte dei paesi membri dell’unione europea è stata presa, tra l’altro, per rilanciare l’Europa. Il vecchio continente formava in tal modo un mercato unico in grado di competere con gli Stati Uniti d’America, il Giappone e la Cina. Singoli paesi europei non avrebbero avuto la possibilità, da soli, di essere concorrenziali. 
La mossa avrebbe dovuto servire a portare, nuovamente, l’Europa al centro degli scambi commerciali, in una posizione di vertice.
Inoltre l’unione monetaria avrebbe consentito politiche uniche spinte dal “sentire comune”, e tale visione avrebbe dovuto essere più lungimirante rispetto alla politica di un singolo stato membro. Sarebbero state messe in atto sinergie e obiettivi di più ampio respiro.
Da che mondo è mondo, si sa, l’unione fa la forza: in situazione di crisi, tutti i paesi si sarebbero rimboccati le maniche per affrontarla al meglio ed ottenere risultati più rapidi.
Disoccupazione, inflazione, costo del denaro e della vita sarebbero diventati “europei” e non più problemi lasciati ai singoli governi.
Le transazioni commerciali e gli scambi con la UE avrebbero avuto un peso specifico diverso, maggiore rispetto a quello dei singoli paesi membri.
Inoltre difficili decisione politiche sarebbero state adottate dal “gotha” del sistema economico finanziario e non lasciate a governanti piccoli e meschini.
Saremmo stati protetti dalla BCE, che si sarebbe posta come baluardo ed avrebbe impedito ai singoli stati di svalutare le proprie monete (lira, dracma, pesetas) evitando così un pericoloso allontanamento dal mercato dei capitali e dagli investitori esteri.
 
Gli euroscettici sostengono invece come l’unione abbia limato o addirittura eliminato la sovranità dei paesi membri. Le singole banche centrali (Banca d’Italia, Bundesbank, Banco Central, ecc.) non comandano più in casa propria ma debbono inchinarsi al volere di un ente supremo (la Bce). Tale ente, anche se in teoria costituito da tutti, è mosso da chi conta di più: la Germania. Le politiche comunitarie diventano quindi politiche euro-tedesche dove il controllo dell’inflazione è la parola d’ordine che non va disobbedita pena ire funeste teutoniche (come per esempio il ricorso alla Corte di Francoforte per decisioni in contrasto col “diktat” germanico”).
In tal modo l’inflazione è si sotto controllo ma non si vede la crescita, tanto auspicata, dagli economisti per traghettare l’Europa al di fuori della peggior crisi a partire del 1929.
Combattere l’inflazione vuol dire, inevitabilmente, elevata disoccupazione, problema tutt’altro secondario nell’Unione, che impedisce alla macchina europea di ripartire.
I singoli stati non possono più compiere politiche monetarie autonome per arginare la crisi ma aspettano di ricevere ordini dall’alto, da quella Bce (fortunatamente presieduta dal professor Draghi), tenuta in ostaggio dalla Merkel.
E’ naturale come politiche uniche comunitarie prima di attecchire nei vari stati abbiano bisogno di tempo, fattore che al momento manca all’Europa e soprattutto agli europei che vogliono tornare a lavorare, ad essere competitivi e riprendersi un benessere antico. Si sente una stanchezza che aleggia nei paesi comunitari, stanchezza dovuta a licenziamenti, disoccupazione, crollo dei consumi.
Tale stanchezza creata dal gendarme tedesco può sfociare in spinte nazionalistiche o indipendenti e creare forti crisi sociali.
 
E’ noto come qualsiasi matrimonio viva di alti e bassi ed ha bisogno di tempo e pazienza per essere rodato, ma se poggia su basi solide e sorretto da comuni intenti, le crisi, vengono sempre superate…..questa è l’invocazione di milioni di europei.











sabato 15 febbraio 2014

STANCHEZZA

Ormai e' qualche ora che ho gli occhi spalancati che fissano il soffitto, ho visto tra le travi nascere la luce del giorno, prima fioca e timida poi intensa ed aggressiva.
Sara' capitato anche a voi di dormire pesantemente dopo una giornata dura, in una posizione non consueta, magari con il collo e la testa incastrati tra materasso e cuscino, posizione solo leggermente migliorata inconsciamente durante il sonno, comunque non una vostra postura.
E proprio quella specie di contorsionismo ha costretto la vostra respirazione a proporsi con rumori esagerati, e appena la fase piu' profonda del vostro sonno si e' esaurita venite addirittura svegliati dal vostro russare, convinti magari che quel rumore provenga dall'esterno, o da chi dorme al vostro fianco o addirittura dai vicini di casa, solo dopo realizzate che eravate proprio voi, e magari vi scappa un sorriso.
I miei occhi sono aperti da quel momento. 
Solo che la mia e' una sensazione strana perche' non sento il mio corpo, non riesco a muovere nulla, ieri e' stata veramente una giornata pesante.
Non riesco a riprendere sonno, gli occhi sono spalancati, ma il mio corpo e' rilassato, mi sento come quando, dopo una pesante sbornia, non riesci nemmeno a pensare di muovere una gamba o un braccio, con la soddisfazione pero' di non avere una coperta in bocca o un senso di nausea da vomito o un dolore alle tempie che sa di tortura.
Anche il collo e' fisso sul cuscino, non so neanche se vicino a me c'e' qualcuno o meno, la luce sul soffitto viene e va, ombra e sole mi fanno pensare ad una giornata ventosa e tiepida.
Il silenzio e' assoluto, mi sembra di essere sott'acqua, non e' male come situazione anche se non poter variare la mia posizione comincia a darmi noia.
Una battaglia dentro di me, questa situazione di estremo rilassamento cozza con la voglia di fare qualcosa, non so se godermi questa forma di paralisi o lottare e reagire.
Potrei almeno ruotare la testa per vedere se intorno a me e' tutto regolare, la moglie distesa sul fianco, la televisione in stand by, la cassettiera piena di jeans e magliette piegate male, ma il solo pensiero di non poter governare i miei movimenti mi mette una sensazione di impotenza e paura quindi non mi pongo il problema, continuo a fissare le mie travi.
Oltre all'impotenza motoria mi colpisce il non percepire l'odore del caffe' o anche quel semplice soffio d'aria fredda che sfiora il mio naso e le mie narici esternamente riscaldate da un bordo della coperta. 
E poi  ancora il silenzio, nessun vicino di casa che in maniera illogica passa l'aspirapolvere appena passata l'alba, nessun bimbo che urla dal giardino condominiale, mia moglie che non ha ancora acceso la radio, nessuna vendita o questua alla porta, il telefono muto che non passa inutili comunicazioni famigliari o miraboliche vendite e offerte di qualche sfruttata operatrice di call center.
Ormai e' passato del tempo,  e' ora di reagire. Penso alla doccia, al vapore che riscalda il bagno mentre controllo se e' ora di fare la barba o si puo' sopportare ancora qualche giorno, spacciando la peluria per l'affascinante tre millimetri di Mickey Rourke in Nove settimane e mezzo.
Penso a quanto latte dovro' versare per raffreddare un po' il caffe' bollente, se finalmente ho comprato dei biscotti non cosi' dolci ma giustamente secchi e insapore per valorizzare l'aroma del caffelatte. Non riesco a visualizzare la giornata che mi aspetta, spese, gita, un po' di lavoro, parenti, non ho idea, non sono ancora stato messo a rapporto dalla moglie.
Manca la reazione, non sento proprio l'impulso di alzarmi, la volonta' pero' comincia ad avere la meglio, il senso del dovere inizia a dettarmi la giornata, mi dice -dai e' ora, alzati- ma l'immobilismo e' fisicamente piu' forte, solo travi e soffitto e occhi fissi, anche la visione periferica e' un meccanismo sconosciuto.
Nella mia visuale entra la figura di mia moglie. Tra travi e soffitto, vedo il suo volto, dolce ma scavato, sembra stanco e provato, gli occhi sono rossi di chi ha pianto.
Mi toglie la visuale del suo viso con le sue mani tremanti, non vedo piu' le travi e nemmeno il soffitto, ora solo il bianco candido di un lenzuolo pulito.
Il bianco immacolato e' l'ultima cosa che ricordo, poi solo buio.

mercoledì 12 febbraio 2014

Addio Freak!







Grandi sbattimenti, risultati modesti, voglia forse presuntuosa di pretendere di piu', grande fatica per dover nuotare controccorente.

Demente, ribelle, testa di pazzo, genio.

martedì 11 febbraio 2014

Passione K - Passione e orgoglio

Nel via vai continuo, nell'ordine disorganizzato o nel disordine organizzato, sicuramente in maniera casuale, forse il coach, anzi il koach, ha trovato la quadratura del cerchio.

La Passione compie l'impresa dell'anno e vede i play off.

Vittoria e differenza canestri rovesciata contro i campioni in carica del Fogliano, la porta girevole della Pssn riporta il farmacista quasi ottomano nel roster e questo fa volgere il pensiero a questioni private che gia' avevamo analizzato in uno dei primi numeri della rubrica, collegate al sottile ricatto tra utilizzo in campo e fornitura di un determinato e ben conosciuto farmaco.

Sta di fatto che la nuova coppia play-coach dai cognomi impronunciabili, portano bene alla squadra, con il K2 si scalera' la graduatoria per i play off?
Sicuramente l'arma in piu' e' stata l'esigua rotazione che ha portato meno confusione e permesso ai giocatori schierati di individuare con semplicita' le gerarchie.

Insomma la morale e' la stessa di altre vittorie, rotazioni ridotte = danni limitati dalla panKa.

Non si puo' non segnalare la superbomba di Lorenzi, stile Planinic contro l'Olimpia Milano poche settimane fa, oppure per i piu' romantici quella di Nando Gentile in un Capodanno a Chiarbola con ospiti bolognesi.


Passione- Fogliano 103 - 99

Fortunati 17, Krcalic 18, Scrigner 3, Serafini 2, Benvenuto 28, Lorenzi 35.

lunedì 10 febbraio 2014

Sport in divano

Quando diventi cosa unica col divano in una uggiosa domenica di un mite inverno belga, anche scrivere diventa un impegno troppo grosso, e poi comunque stai gia' virtualmente sudando grazie all'attivita' sportiva di maggiore appeal, ossia lo sport da poltrona.
Sindacare e spiegare su tutto, diventare in un unico colpo commissario tecnico di basket, calcio, rugby o in periodo di Olimpiade invernale criticare lo ski man, oppure chi ha tracciato uno slalom troppo o troppo poco tecnico, tutto ovviamente con una preparazione da Gazzetta dello sport.

Quindi tra divano, qualche chilo di agrumi, un the caldo come fai anche a riempire lo schermo bianco del computer, che tralaltro ti mette pressione con la scritta  -nuovo post-,  con qualcosa di legato e comprensibile?

Difficile.

Quindi puo' solo venire fuori una specie di elenco con qualche piccolo commento su una giornata di sudore e fatica virtuale.
Non ho potuto non esultare per il rotondo sei a due della gloriosa Unione contro il meno glorioso (con il massimo rispetto!) Montebelluna, contemporanemente ho cercato di seguire Armin Zoeggler che a quarant'anni si e' meritato la sesta medaglia olimpica alla sesta Olimpiade. Onestamente non l' ho visto scendere, dopo aver seguito  un paio di tedeschi, un po' di russi e un italiano, ho pensato di aspettare e leggere poi la notizia su qualche sito, per evitare di agevolare il coccolone della pennica pomeridiana domenicale.
Poi purtroppo grazie alla BBC ho visto l'Italrugby farsi schiacciare dalla Francia, accontentandosi di una meta nel finale dopo aver perso qualche occasione per restare attaccati alla gara nella prima frazione.

Neppure il tempo di smaltire la sconfitta con i galletti, che la Gazzetta mi offre la possibilita' di godermi la finale della Coppa Italia di basket tra l'intramontabile Mens Sana Siena e l'ambiziosa Dinamo Sassari, gran gara, con gli isolani che prima volano poi si fanno avvicinare minacciosamente, ma grazie alla classe dei propri esterni tengono botta e vincono meritatamente.
E' logico parlare del talento cristallino dei cugini Diener, alla solidita' dell'austriaco Ortner, ma devo dire che il giocatore che mi ha colpito di piu' e'stato Erik Green di Siena. 
Sara' perche' non lo conoscevo ma mi e' piaciuto molto, considerato poi che e'un classe 1991, credo che con scelte ponderate per la sua carriera, potra' diventare un top player.

Ma puo' uno sportivo da poltrona, distratto dalla frutta, dal tepore della copertina in pile sulle ginocchia, fare delle analisi tecniche precise e puntuali? Assolutamente no.

Infatti la mia attenzione si e' spostata su alcune note di contorno, fantastico lo striscione dei tifosi sassaresi: eravamo di passaggio! Un concentrato di ironia a 360 gradi, dal punto di vista sportivo infatti nessuno avrebbe scommesso sulla loro vittoria contro Milano, e dal punto di vista geografico passar per caso dalla Sardegna verso Assago e' cosa improbabile.

Poi la sicurezza della telecronaca (streamingcronaca?virtualcronaca?cybercronaca?intercronaca?) del  Nano Ghiacciato. Premetto: non sono un grandissimo tifoso di Dan Peterson ma e'incontestabile che alcune perle sono uniche.

Bevi!
L'acqua e' inquinata.
Bevi lo stesso, meglio vivere con una malattia che morire di sete.

L'ultimo appuntamento sportivo della domenica e' stato assolutamente casuale, infatti in un frenetico zapping ho potuto vedere una sintesi della Jupiler league di calcio tra il Genk e il Club (forse di Mechelen) non so dirvi il risultato, tantomeno i marcatori, pero' uno dei mister era il mitico portiere anni 80 Preud'homme, e lo striscione principale dei tifosi del Genk esposto ai piedi della curva era un italianissimo Forza Genk con tanto di italico tricolore.

Tutto cio' con l'orgoglio nel cuore di sentirmi campione europeo di calcio a cinque, vittoria in salsa belga dato che la manifestazione si svolgeva ad Antwerpen (Anversa) un'ora da casa mia.

Ammetto di non capire il perche' l'hobby del giovedi' sera, la prima scusa del marito adultero, deve diventare sport e soprattutto manna dal cielo per sud americani di facile europeizzazione, cio' nonostante, con il tipico attegiamento italiano, saliamo sul carro dei vincitori:

CAMPIONI!
po po po po po pooooooo


sabato 8 febbraio 2014

Quello che non sapete sul primo giorno delle finai di Coppa Italia di basket 2014

Il georgiano Marquez ad agosto arriva a Milano dalla Germania per giocare a pallacanestro. Entra in spogliatoio, e chiacchiera con qualche compagno: Io arrivo dalla Germania, tu? E la risposta spesso, e' sempre la stessa: Siena. 
Poi va dal coach: Hi, coach sono Marquez arrivo dalla Germania. 
Ciao caro, sono Luha e arrivo da Siena.

 Allora stupito, inizia a correre e a chiudersi in sala pesi, dove il professore che lo segue chiacchierando gli dice: Sai l'altro anno ero a Siena.
Il buon Quez comincia a paragonare la  serie A all'Nba e pensa che Siena e' il team in D League di Milano. 
Poi dopo un po' Milano gli dice guarda che vai a Siena, lui non e' felice di andare nella lega sviluppo ma da professionista china la testa e parte.
 Per strada si ferma all'autogrill e mangia una rustichella, vicino a lui arriva un ragazzo con pantaloni della tuta, air jordan ai piedi, tatuaggi e andatura caracollante, e chiede: Tu giochi a basket? la risposta lo sorprende: Si, giocavo a Siena ora vado a Milano. 

Lo prende come esempio, lui era in lega sviluppo e adesso va a Milano, sara' anche per me cosi'. Passa un po' di tempo e vede che questa Siena ha poco da sviluppare come squadra, anzi per molti aspetti organizzativi e' forse piu' avanti di dove era prima.
 Lo avvisano che oltre alle normale gare della domenica, in un week end speciale si gioca con la regola del playground, quindi se vinci resti in campo altrimenti torni a casa. Quando inizia il riscaldamento si rende conto di essere nell'arena dove giocava con Milano e pensa che bello che la squadra senior permette di giocare questa manifestazione di D League nell'arena grossa; gioca con grande intnsita', fa una buona partita e Siena vince. 

Spogliatoio, un po' di festa, doccia. 

Andando verso il pullman incrocia il ragazzo dell'autogrill, candidamente chiede: Avete allenamento? No,  giochiamo contro Sassari. Quez al bar dell'arena chiede informazioni al suo coach e allo staff: No caro Marquez, facciamo lo stesso campionato, e questa e' una competizione in piu' che si svolge a meta' anno. Allora il georgiano si sente un po' tradito, ma siccome tutto sommato e' un buono, resta a vedere la gara, i suoi ex compagni sono veramente bravi, alla fine del primo quarto pero' deve tornare all'albergo per riposare in ottica dei prossimi giorni. 

In albergo si mette davanti alla tv, e vede un bianco, senza fisico e tatuaggi , che non salta la Gazzetta del mercoledi senza coppe,  segnare da ogni dove. Cio' getta nella disperazione Luha, il ragazzo dell'autogrill e tutti gli altri ex compagni, Quez si alza dal letto, il suo compagno di stanza un brizzolato di due metri e dieci che a Siena e' capitano nota un strano ghigno sulla sua faccia, si chiude in bagno.

 Il canuto capitano e' preoccupato, Quez non e' ancora uscito e si sentono dei gemiti.

lunedì 3 febbraio 2014

Altri consigli di padre

Siamo chiari e onesti, indipendentemente dall'eta' dai presupposti che ti sei creato, diventare genitore ti rincoglionisce, sono tre anni che lo sono, assolutamente soddisfatto di come lo sto facendo ma non posso dire di non aver subito il rincoglionimento e chi vede il mio profilo su facebook o questo blog si e' reso conto, dato il numero di  fotografie e scritti che ho pubblicato.

Quando allenavo i ragazzini, tre anni era il massimo del tempo che ritenevo di poter lavorare con profitto con lo stesso gruppo, adesso invece i tre anni di Gio sono solo una parentesi piccolissima del piu' importante e stimolante impegno della mia vita.

Mi sembra di essere fino adesso un genitore che lascia molto spazio e devo dire che la mia utente merita fiducia in quanto e' abbastanza autonoma, educata e matura. Non ha mostrato finora un talento particolare tolto un ancheggiare che la mamma definisce ballo quando dalla radio parte una musica reggae o una costante voglia di disegnare e dipingere.

Mi domando spesso se in qualche maniera devo indirizzare talune passioni o magari passare qualche interesse cercando di capire se puo' affascinare anche lei o meno, tolta una precocissima lezione di basket dovuta al fatto di aver ricevuto per il primo compleanno un canestro, non ho mai forzato nulla e credo che continuero' a non farlo.

Ci sono pero' delle cose che mi piacerebbe poter consigliare ma anche quelle all'orecchio di un figlio potrebbero sembrare delle imposizioni, cioe' creare nella testa il pensiero: se me l'ha consigliato papa' e' perche' vuole che lo faccio. E magari lei non ha nessuna voglia di mettere in pratica quel determinato consiglio.

Allora ho un po' di tempo per pensare la formula giusta per dirle, cara Gio' fai tutto con calma, lentamente, pensa, agisci, sbaglia e rifai tutto dall'inizio. Non aver paura delle cose nuove e fai piu' esperienze possibili, quando le hai fatte informati per farne delle altre e cosi' avanti. 
Pensa alla casa come luogo dove stai bene, indipendentemente dalle quattro mura e quindi vai a vedere casa di mamma e quella di papa', e se l'idea ti piace pensa che quelle sono anche case tue,  assieme a quella dove vivi. 

Quando e se andrai a Trieste vai in centro (anzi in citta') a meta' mattina e mangia un panino di prosciutto cotto caldo, vai un po' in giro sulle Rive, guarda la piazza e il molo, cammina per la Cittavecchia', parla con tutti.
Vai in Val Rosandra e prima di mangiare un piatto di gnocchi da Bottazzo, dopo il piccolo ponte troverai una piccola garritta dove stava il finanziere di frontiera e metti il piede oltre la barriera cosi' avrai il lato destro del tuo corpo in Slovenia, anzi in Yugo perche' sei comunque un po' triestina, e l'altro in Italia, e mentre lo fai pensa che tuo papa' lo faceva sempre,  credendo di fare chissa' quale trasgressione. 
Vai in un osteria ma di quelle serie, ascolta e ridi.
Vai a Barcola d'inverno a anche la bora sapra' dirti cose importanti, se hai confidenza con lei non ti spazza via, vai a Barcola d'estate e metti in pratica quello che ti insegnero' ossia la clanfa (su questo saro' intransigente!) e cerca di schizzare almeno sopra alle scalette, poi fermati seduta sugli scogli in pineta, guarda il rosso del  tramonto sporcato dal bianco del castello di Miramare, sono sicuro che ti innamorerai.

Fammi sapere.