Piccola premessa, mia figlia Giorgia in un orario compreso fra le venti e le ventuno, va a letto, l'ora del sonno e' preceduta da alcune precise manovre come i massaggi degli animali sulla schiena o sulla pancia, dipende dalla stanchezza, oppure da letture piu' o meno impegnate, e dal racconto della storia che solitamente e' l'atto finale prima dei sogni.
L'altra sera ho voluto prenderla di sorpresa e le ho detto che non mi sembra per niente giusto che io quando vado a dormire non ho nessuno che mi racconta la storia, rimasta colpita dalla mia affermazione ha pensato bene di rifarsi, quella che riporto con qualche congiunzione aggiunta e' il risultato della fantasia di una bambina di tre anni stanca ma rilassata dopo una giornata di scuola e giochi che si vede costretta a raccontare una storia al suo vecchio padre:
Giorgia e Sofia giocano a cricket, fanno una pausa e mangiano della zuppa, un po' di zuppa cade sui piedi di Sofia, e anche sul vestito.
La mamma e il papa' di Sofia si arrabbiano con Sofia perche' si e' sporcata, e anche Giorgia e' un po' arrabbiata per le scarpe e il vestito sporco di zuppa.
Poi Sofia con le scarpe bagnate cerca di parlare con la mamma arrabbiata, e con `Giorgia.
Sofia voleva giocare con Giorgia e Lucia in camera di Giorgia, ma Giorgia che voleva giocare ancora a cricket, dice a Sofia: A cosa giochiamo? A Peppa Pig?
Sofia risponde che vuole fare un puzzle, e Giorgia dice che a lei va bene anche fare un disegno. A Sofia viene in mente che vuole giocare a "draghetto" oppure a "ticchi".
Le bambine hanno deciso di giocare a draghetto, a assieme a Sofia, Giorgia e Lucia giocano anche Sveva e Peppa.
Sveva, Giorgia e Lucia sono brave a giocare a "draghetto cuor di leone" mentre Peppa e Lucia non sanno giocare bene, allora vengono aiutate.
Le mamme di Giorgia e Sveva volevano giocare ancora a cricket con tutte le altre bambine, ma le bambine volevano continuare a giocare a draghetto cuor di leone.
Allora si sono fermate tutte dal giocare, si sono sedute sul divano per decidere che gioca fare tutte assieme.
Giorgia ha dato un gioco alle mamme cosi' possono giocare tra di loro, mentre lei con le amiche giocano a "balink". Tutte le altre bimbe vogliono giocare a balink in terrazza e le mamme restano in soggiorno col gioco dato da Giorgia.
Le bambine in terrazza si divertivano anche a giocare a "stofino" e "spadim".
La piu' brava a stofino e balink e' Giorgia, mentre la migliore a spadim e' Sveva, pero' Giorgia piace giocare a spadim con Sveva e Lucia.
Si e' fatto un po' tardi ed e' arrivata l'ora di cena, Sveva, Lucia e Giorgia hanno fatto le brave, Sofia che aveva bagnato le scarpe non e' stata tanto brava.
Per cena le bimbe mangiano gli spaghetti con pancetta e tutte sono state brave a mangiare tutto, anche Sofia e' stata attenta e brava.
Dopo la cena le bambine hanno giocato ancora un po' e poi sono andate a dormire nella camera di Giorgia, assieme alla mamma di Giorgia.
Si sonodate un bacino e hanno detto tutte: BUONANOTTE!
giovedì 27 marzo 2014
sabato 22 marzo 2014
Lettera a Phil Jackson
Caro Phil,
per iniziare ti porgo le mie scuse, mi rendo conto che l'unica lettera postata su questo blog e' quella con destinataria Mara Venier, immagino che cio' non ti faccia piacere in quanto tu Maestro Zen e lei conduttrice regina di trash televisivo.
So che sei cresciuto senza televisione e radio, so che al cinema e a teatro ci sei andato la prima volta da maggiorenne e in discoteca solo con i compagni del college, mentre lei su queste cose ha fondato la carriera, nel frattempo che tu leggevi e studiavi.
Ma ti prego di non fare lo snob.
Tu mi insegni che e' obbiettivo Zen smettere di paragonarsi agli altri quindi umilmente ti chiedo di leggere queste righe senza pensare a Mara, ma solo prendendo il testo come le parole di un amico lontano che vuole esporti dubbi, perplessita' forse presuntuosamente darti qualche consiglio.
Per prima cosa, una domanda:
Perche', caro Phil?
Ti scrivo prima di leggere le dichiarazioni della tua conferenza stampa di presentazione, volevo avere uno spirito critico vergine dalle tue sempre accattivanti e mai banali parole.
E ti richiedo, perche'?
E' per me scontato che a te non interessano i dodici milioni adi dollari annui che si dice percepirai, sei Zen, in piu' immagino che qualcosina da parte l'hai messo. Senza contare che se alla fidanzatina serve qualcosa per le spese setimanali, credo si possa arrangiare da sola o al massimo puo' chiedere a casa.
Allora mi chiedo perche' a quasi settanta anni tornare in quel posto cestisticamente dimenticato da Dio, ma ben ricordato da giornalisti e tifosi che non aspettano altro che sparare ad altezza uomo?
Ma io dico una serena vecchiaia, magari con qualche puntata di pesca nell'oceano, tornare ai vecchi libri o magari rifugiarsi per gli ultimi anni in quei momenti di fallace soddisfazione psicadelica come da giovane, non poteva essere via migliore?
No Phil, scusami ma non lo capisco.
Immagino che scomodando qualche asceta o eremita indiano dirai qualcosa sul senso della sfida, sul superare il passato ed il proprio io, o altre cose astratte che la prima fila del Madison (Spike Lee compreso che quando e' li' non capisce piu' nulla) prenderanno come Vangelo, tutti ti vedranno come il Risolutore perche' tu in quel posto sei stato l'ultimo a vincere, quarantuno anni fa, da giocatore gregario.
Caro Phil,
avrai a che fare con dei giovanotti che non hanno la capacita' di risponderti ad alcuna domanda, per capire qualcosa dovrai inforcare gli occhiali da lettura, prendere il tablet o il pc, preparare gli indici e digitare in Twitter, non incazzandoti quando troverai scritto:
Il vecchio e' andato! Oggi ci ha parlato di un ex pivot ciccione, che si chiama Budda (quasi come quello di Forrest Gump ahahahah!). Ha detto che e' un suo compagno di vita. Mi sa che il vecchio e' una mamma :-)
E tu, non ti incazzerai perche' capisci il problema e il disagio, sei Zen, hai gestito Rodman, ma impazzerai per sapere cosa vuol dire: due punti, righetta, parentesi chiusa.
Spero di non tediarti, e immagino che starai dicendo, ma cosa vuole questo ragazzino (ragazzino si, gente nella mia eta' nella tua Nba firma contratti triennali come atleta) italiano di stanza in Belgio, cioe' il terzo ed il quarto mondo della disciplina di cui io sono icona da piu' di vent'anni?
Hai ragione, ma io ti ho seguito, sei un mito per me e per tanti come me, e non fraintendere pur con qualche critica, non condividendo la scelta, non gufero' mai, anzi saro' tifoso.
Poi e' vero non ho la tua esperienza, la tua formazione, la tua capacita' e il tuo carisma ma insomma ho esperienze estreme anch'io. Tu mi ricorderai ancora Rodman o MWP/Artest, certo, ma adesso ti chiedo io un paio di cose:
Ti e' mai successo di gestire un allenamento che quando dici: Tiri Liberi, alcuni giocatori non vanno sulle righe dei personali, ma tirano da campo a campo in gancio, appunto: liberamente?
Oppure che durante una seduta di tiro uno facendo il passo militare del giaguaro va a mordere il polpaccio del compagno, con la conseguente rincorsa tra i due finita con uno scavigliato?
Ti e' mai capitato che la tua guardia titolare (tipo MJ o Kobe) facendo la ruota in riscaldamento venga preso da un attacco di diarrea, sporcando i pantaloni, con immediata fuga in spogliatio, doccia e casa?
Hai mai avvisato un tuo giocatore in campo di aver commesso il terzo fallo, indicando tre con le dita della mano, e per tutta risposta lo vedi chiamare prima in attacco e poi in difesa lo schema tre, senza aver mai preparato uno schema tre? E poi al quarto fallo incazzarsi perche' nessuno lo aveva avvisato del terzo?
Hai voglia ad essere Zen.
Potrei proseguire, Caro Phil, ma preferisco concludere facendoti un grande e sincero in bocca al lupo, devo dirti che sono convinto che il prossimo gennaio quando nella Grande Mela ci saranno quindici-venti gradi sotto lo zero un po' di nostalgia per Malibu' o anche un qualsiasi altro posto, sono sicuro che ti saltera' in mente, magari anche solo per una bella poltroncina tra l'anima di tuo suocero e Jack, con un mojto in mano mentre ti fai un bagno di popolarita' e di celebrazione.
Ma tu sei Maestro Zen ed affronterai tutto con la tua proverbiale serenita'. Un abbraccio, Lele.
per iniziare ti porgo le mie scuse, mi rendo conto che l'unica lettera postata su questo blog e' quella con destinataria Mara Venier, immagino che cio' non ti faccia piacere in quanto tu Maestro Zen e lei conduttrice regina di trash televisivo.
So che sei cresciuto senza televisione e radio, so che al cinema e a teatro ci sei andato la prima volta da maggiorenne e in discoteca solo con i compagni del college, mentre lei su queste cose ha fondato la carriera, nel frattempo che tu leggevi e studiavi.
Ma ti prego di non fare lo snob.
Tu mi insegni che e' obbiettivo Zen smettere di paragonarsi agli altri quindi umilmente ti chiedo di leggere queste righe senza pensare a Mara, ma solo prendendo il testo come le parole di un amico lontano che vuole esporti dubbi, perplessita' forse presuntuosamente darti qualche consiglio.
Per prima cosa, una domanda:
Perche', caro Phil?
Ti scrivo prima di leggere le dichiarazioni della tua conferenza stampa di presentazione, volevo avere uno spirito critico vergine dalle tue sempre accattivanti e mai banali parole.
E ti richiedo, perche'?
E' per me scontato che a te non interessano i dodici milioni adi dollari annui che si dice percepirai, sei Zen, in piu' immagino che qualcosina da parte l'hai messo. Senza contare che se alla fidanzatina serve qualcosa per le spese setimanali, credo si possa arrangiare da sola o al massimo puo' chiedere a casa.
Allora mi chiedo perche' a quasi settanta anni tornare in quel posto cestisticamente dimenticato da Dio, ma ben ricordato da giornalisti e tifosi che non aspettano altro che sparare ad altezza uomo?
Ma io dico una serena vecchiaia, magari con qualche puntata di pesca nell'oceano, tornare ai vecchi libri o magari rifugiarsi per gli ultimi anni in quei momenti di fallace soddisfazione psicadelica come da giovane, non poteva essere via migliore?
No Phil, scusami ma non lo capisco.
Immagino che scomodando qualche asceta o eremita indiano dirai qualcosa sul senso della sfida, sul superare il passato ed il proprio io, o altre cose astratte che la prima fila del Madison (Spike Lee compreso che quando e' li' non capisce piu' nulla) prenderanno come Vangelo, tutti ti vedranno come il Risolutore perche' tu in quel posto sei stato l'ultimo a vincere, quarantuno anni fa, da giocatore gregario.
Caro Phil,
avrai a che fare con dei giovanotti che non hanno la capacita' di risponderti ad alcuna domanda, per capire qualcosa dovrai inforcare gli occhiali da lettura, prendere il tablet o il pc, preparare gli indici e digitare in Twitter, non incazzandoti quando troverai scritto:
Il vecchio e' andato! Oggi ci ha parlato di un ex pivot ciccione, che si chiama Budda (quasi come quello di Forrest Gump ahahahah!). Ha detto che e' un suo compagno di vita. Mi sa che il vecchio e' una mamma :-)
E tu, non ti incazzerai perche' capisci il problema e il disagio, sei Zen, hai gestito Rodman, ma impazzerai per sapere cosa vuol dire: due punti, righetta, parentesi chiusa.
Spero di non tediarti, e immagino che starai dicendo, ma cosa vuole questo ragazzino (ragazzino si, gente nella mia eta' nella tua Nba firma contratti triennali come atleta) italiano di stanza in Belgio, cioe' il terzo ed il quarto mondo della disciplina di cui io sono icona da piu' di vent'anni?
Hai ragione, ma io ti ho seguito, sei un mito per me e per tanti come me, e non fraintendere pur con qualche critica, non condividendo la scelta, non gufero' mai, anzi saro' tifoso.
Poi e' vero non ho la tua esperienza, la tua formazione, la tua capacita' e il tuo carisma ma insomma ho esperienze estreme anch'io. Tu mi ricorderai ancora Rodman o MWP/Artest, certo, ma adesso ti chiedo io un paio di cose:
Ti e' mai successo di gestire un allenamento che quando dici: Tiri Liberi, alcuni giocatori non vanno sulle righe dei personali, ma tirano da campo a campo in gancio, appunto: liberamente?
Oppure che durante una seduta di tiro uno facendo il passo militare del giaguaro va a mordere il polpaccio del compagno, con la conseguente rincorsa tra i due finita con uno scavigliato?
Ti e' mai capitato che la tua guardia titolare (tipo MJ o Kobe) facendo la ruota in riscaldamento venga preso da un attacco di diarrea, sporcando i pantaloni, con immediata fuga in spogliatio, doccia e casa?
Hai mai avvisato un tuo giocatore in campo di aver commesso il terzo fallo, indicando tre con le dita della mano, e per tutta risposta lo vedi chiamare prima in attacco e poi in difesa lo schema tre, senza aver mai preparato uno schema tre? E poi al quarto fallo incazzarsi perche' nessuno lo aveva avvisato del terzo?
Hai voglia ad essere Zen.
Potrei proseguire, Caro Phil, ma preferisco concludere facendoti un grande e sincero in bocca al lupo, devo dirti che sono convinto che il prossimo gennaio quando nella Grande Mela ci saranno quindici-venti gradi sotto lo zero un po' di nostalgia per Malibu' o anche un qualsiasi altro posto, sono sicuro che ti saltera' in mente, magari anche solo per una bella poltroncina tra l'anima di tuo suocero e Jack, con un mojto in mano mentre ti fai un bagno di popolarita' e di celebrazione.
Ma tu sei Maestro Zen ed affronterai tutto con la tua proverbiale serenita'. Un abbraccio, Lele.
giovedì 20 marzo 2014
Il BaccaSale
Lo sente sempre
suo il paese, anche se da una vita ormai abita a quasi venti chilometri,
ma ogni giorno prende la sua bicicletta con quel traino agganciato
sotto la sella, quell'accrocchio che lui si e' costruito.
Lo riempie di
scatole di latta e cartone, dove tiene tutta la sua mercanzia.
Suo padre e'
sempre stato il riferimento della gente del paese, dal suo emporio si poteva
comprare di
tutto, dalla frutta secca al sapone, dai piccoli semi per i geranei da
mettere sul davanzale al pane.
Poi il colpo di
testa, l'acquisto di un terreno in campagna e realizzare il sogno della
fattoria.
Animali, frutta e
verdura, principalmente per l'autosostentamento poi per il baratto tra i
prodotti con altri servizi utili, pochissima vendita.
Lui pero' non e'
suo padre e quel paese conosciuto da ragazzino gli e' sempre mancato, da quando vive da solo in quella grande fattoria isolata, prende la bici
e ci ritorna quotidianamente.
Suo padre invece
non ci e' mai tornato, dopo aver consegnato le chiavi dell'emporio al
nuovo
proprietario, si e'ritirato in quella fattoria sino all'ultimo giorno
senza mai
lasciarla.
Nell'angolino
della piazza proprio di fronte al vecchio emporio, ora diventato un'
anonima lavanderia, lui apre le sue scatole e vende per pochi centesimi
spezie e vari intrugli fatti da lui.
In quanto a fama e
attendibilita' ha superato suo padre, ormai e' un'istituzione per la
gente, vanno volentieri da lui mentre da suo padre ci andavano per
necessita'e affari, si cercava di stare meno possibile nel negozio del burbero
commesso.
Da lui vanno
soprattutto per fare un po' di chiacchiere, per contrattare sul prezzo, o
solo per uno scambio di opinioni e un consiglio.
Tutti vanno da lui
per un po' di origano, della paprika, dei capperi sotto sale, che lui
raccoglie dai contenitori con piccole palette di legno.
Il prezzo non e'
mai lo stesso, ma non ho sentito mai "salassi" superiori ai due
euro.
In effetti le quantita' che lui propone sono modiche quindi lo sono anche i prezzi.
Le arpie della
piazza e i vecchi seduti ai tavolini del bar sviluppano le tesi piu'
fantasiose su come campa con i prezzi che fa, sono tutti d'accordo che
il suo sostentamento sia garantito dalla dote lasciata
dal padre.
La verita' e'che
vive di poco, e quel poco e' garantito dalla campagna ormai poco
coltivata e senza animali. Insomma essendo solo, un piccolo orto e'
sufficiente.
Soprattutto al
sabato si formano dei veri e propri capannelli di gente intorno alla sua bicicletta, chi prende qualche
piccolo e profumato sacchetto, chi solo per chiacchierare.
Lui consiglia a
tutti un secondo utilizzo per il prodotto preso, alle donne consiglia
l'origano, la melissa e la camomilla per la loro cosmesi, agli uomini
consegna dei semi di zucca da rosicchiare nervosamente durante la
partita allo stadio.
Poi la Bacca e il
Sale ormai diventato parola unica: il BaccaSale.
Questa polverina
che spopola in piazza, e' una sabbia che va sparsa sul capo prima di
prendere decisioni importanti.
Tra tutti e'
diventato un gioco, lui la regala ai prossimi sposi dicendo: ne avrete
bisogno ogni giorno.
Qualcuno la viene a
chiedere ma lui valuta di caso in caso se veramente la potente sabbia
puo' essere
utile.
Una volta con un
po' di spirito ne regalo' un sacchettino all'arbitro della partita di
calcio, che accetto' la "corruzione" con un sorriso.
Dice che il
BaccaSale e'
l'essenza vera della nostra esistenza, il BaccaSale permette alle
eccezzioni di confermare le regole, rendendo quindi anche la ragione piu' malleabile. Il BaccaSale regala questa magia.
Del BaccaSale ha
bisogno anche l'attivo parroco che come in qualsiasi altra piccola
comunita' e' ancora una vera autorita', e anche lui quindi, da sempre
aperto e di mente agile, si fa regalare il BaccaSale.
Era una domenica
come tante altre, con un bel sole e la piazza piena di gente pronta ai
soliti rituali: qualche passo al sole, un caffe' al bar Centrale, poi
chi ci crede a Messa, gli altri a chiacchierare di politica, lavoro,
calcio.
Verra' mezzogiorno
poi, strette di mano e ultime parole prima del buonpranzo.
In paese si usa
ancora alla domenica mettere il vestito buono, ed e' cosi' con il
vestito blu di misto lana e un vigile urbano vicino che il funzionario
della nuova giunta comunale va verso al nutrito gruppo di persone
attorno alla bicicletta, e avvicina l'ormai anziano commerciante
contadino.
Buongiorno,
l'articolo
ventuno comma C protocollato il due maggio millenocentonovantanove,
rivisto in seguito in commissione in data sette giugno
millenovecentonovantanove e in seconda istanza l'otto settembre
duemiladue, al punto settantaquattro di data ventisette aprile
millenovecentonovantanove, alla riga quarantuno dell'ordinanza
millenovecentosettantacinque C bis, di data ventitre aprile
millenovecentonovantanove lo dice chiaramente:
lei non rispetta
alcuna norma che regola il commercio ambulante, la sua bicicletta non e'
a norma, si vede chiaramente che l'accrocchio fissato al sottosella non
e' omologato con i vigenti protocolli, e lei non indossa il caschetto.
In piazza chi
ride, chi e' sdegnato, chi e' arrabbiato, chi come il vecchio e'
impaurito e rassegnato.
Incalza ancora il
zelante messo comunale: inoltre i suoi prodotti non sono certificati
geograficamente, non hanno una chiara indicazione su prezzo e
provenienza, la qualita' e la conservazione sono di dubbia efficienza, per non parlare
del BaccaSale, sconosciuto a tutti il composto e dato come fasullo
metodo di sollievo e serenita'.
Ha ragione
giovane, non rispetto nessuna
regola del buon ambulante, pago la mia colpa consegnando a lei il mio
vecchio carretto e i miei amati prodotti. Se lo ritiene opportuno usi un
po' di miele per alleviare la tosse dei suoi figlioli, esalti il sapore
della sua insalata di pomodori con le mie foglie di origano, e aggiunga
della paprika quando vuole rendere accattivante una pietanza insipida.
Ma, nonostante lei
ne abbia bisogno, non puo' prendermi il BaccaSale che non e' nulla di
cosi' complesso come lei pensa, tantomeno e' difficile da fare.
Per averlo le consiglio di andare al mare oppure in un bel bosco con fondo sabbioso, passare il tempo ammirando gli alberi o le onde, qualche pesce o qualche scoiattolo, soddisfarsi di quello spettacolo, basta solo mezz'ora, poi si raccoglie da terra e si mette in un vasetto della sabbia, e il gioco e' fatto.
Della bacca non c'e' nulla se non l'iniziale B, il sale e' sempre stato nella dispensa e anche da li' ho preso solo la S.
Vede, caro giovane amico, il BaccaSale altro non e' che un po' di Buon Senso e per quello non ho fortunatamente bisogno del mio carrello, della mia bicicletta, del suo bel vestito, della sua ordinanza e nemmeno della sua guardia.
Per averlo le consiglio di andare al mare oppure in un bel bosco con fondo sabbioso, passare il tempo ammirando gli alberi o le onde, qualche pesce o qualche scoiattolo, soddisfarsi di quello spettacolo, basta solo mezz'ora, poi si raccoglie da terra e si mette in un vasetto della sabbia, e il gioco e' fatto.
Della bacca non c'e' nulla se non l'iniziale B, il sale e' sempre stato nella dispensa e anche da li' ho preso solo la S.
Vede, caro giovane amico, il BaccaSale altro non e' che un po' di Buon Senso e per quello non ho fortunatamente bisogno del mio carrello, della mia bicicletta, del suo bel vestito, della sua ordinanza e nemmeno della sua guardia.
Buona fortuna.
Weekly Pillows - Una domanda da ottanta euro
Sono ormai sei anni che si parla quotidianamente di crisi economica, qualcuno mette la data del quindici settembre duemilaotto, il fallimento della Lehman Brothers come punto di non ritorno, anche se gia' da un po' le minacce di recessione erano evidenti.
Sucessivamente la situazione e' peggiorata e sempre piu' Stati ne sono rimasti coinvolti.
Non ho la preparazione per dire se e' stato fatto tutto il possibile per mettere alle spalle questo momento difficile, pero' posso dire quello che piu' mi ha colpito.
La prima cosa e' stata il continuo proclamare l'anno entrante come quello della rinascita.
Il duemiladieci sara' l'anno della ripresa.
Il duemilaundici sara' quello del rilancio.
Il duemiladodici sara' la fine della crisi.
Probabilmente gli anni indicati sono sbagliati e le parole non sono esattamente queste, ma i proclami li ricordo, fatti dalle piu' diverse autorita' economiche e politiche.
Attendendo quindi la fine della crisi, il rilancio e la ripresa si e' formata la "generazione mille euro". Non voglio neppure commentare il neologismo perche' mi sembra triste e volgare prezzare persone che dovrebbero garantire il loro futuro e quello della collettivita' come un mobile da montare dell'Ikea.
Questa generazione e' formata da giovani che lavorano sottopagati, con fasulli contratti a termine, alimentando un precariato che ormai e' fragile pilastro della nostra societa'.
Senza poi pensare che quella generazione con il passare degli anni e' diventata da una categoria degli ultimi a dei privilegiati che hanno un impiego e un'entrata, dato il galoppare del dato legato alla disoccupazione.
Proclami di ripresa, generazione mille euro e per chiudere, quante volte abbiamo sentito:
la gente non arriva a fine mese, o non si arriva alla terza settimana, eccetera.
Quello che e' un dato di fatto e' purtroppo diventato anche una bandiera di politicanti che con l'ipocrisia si riempiono la bocca con questa frase strappando l'applausi di salotti televisivi costruiti su misura per la casalinga di Voghera.
Pero' e' sul dato di fatto che credo sia direzionato il provvedimento del neopresidente del consiglio Renzi.
L'ex sindaco di Firenze ha addirittura messo in discussione la sua carriera politica se entro maggio i lavoratori dipendenti che percepiscono fino a milecinquecento euro non avranno in busta paga un incremento di almeno ottanta euro.
Sia chiaro, non voglio minimizzare e nemmeno sputare sopra a ottanta euro, quello che mi permetto di dubitare e' come questi soldi possano far ripartire i consumi, vero obbiettivo renziano.
Allora chi meglio di Roberto Kidzik e la sua rubrica Weekly Pillows periodicamente su questo blog per avere un chiarimento, un pensiero, un autorevole parere?
Precisamente la domanda all'economista K e':
La generazione mille euro, le persone che non arrivano a fine mese hanno probabilmente fatto ricorso a prestiti con banche, finanziarie, o anche semplicemente con famigliari, oppure hanno dato fondo a vecchi risparmi, adesso useranno quegli ottanta euro per far ripartire i consumi? Oppure dovranno affrontare con quei soldi situazioni regresse?
A K la risposta.
Prima di rispondere in maniera diretta vorrei condividere alcuni pensieri di tema economico.
L’ultima settimana ha evidenziato un calo dell’economia cinese, il “drago” non riesce a crescere più a tassi a due cifre ma si deve accontentare di un modesto 8.3% annuo. Probabilmente vi sarà una stretta della moneta e queste due componenti porteranno una riduzione dei consumi nella Repubblica di Pechino.
In Europa l’indebolimento della moneta unica nei confronti del dollaro (1.40 il tasso di cambio) produrrà inevitabilmente un calo delle esportazioni e di conseguenza una riduzione della produttività. Se l’industria comincia a produrre di beni probabilmente ridurrà il numero degli occupati e questo far ulteriormente crescere il tasso di disoccupazione con drastico calo dei consumi.
La soluzione c’è e più che per Renzi passa attraverso la Merkel…forse anziché regalare la maglia di Mario Gomez il nostro premier avrebbe dovuto ricordare alla cancelliera come la BCE sia presieduta da un italiano, quel Mario Draghi, che da vero capitano (al contrario di Schettino) ha tenuto saldamente la barra del timone durante la tempesta dei mercati finanziari.
Ora come ora bisognerebbe essere più coraggiosi dei capitani di Kypling ed adottare politiche monetarie straordinarie: innondare i mercati di liquidità (come hanno fatto a loro tempo gli Usa) e permettere alle aziende ed ai privati di accedere al credito.
Tutto questo, si sa, non può avvenire senza il placet della Merkel.
A mio avviso solo un intervento da parte della BCE rimetterebbe in circolo consumi ormai asfittici.
Inoltre solo una precisazione riguardo la domanda iniziale: il premier Renzi ha previsto maggiori detrazioni (pari a 1.000 euro) per i lavoratori con redditi fino a 25.000 euro, che permetterebbero quindi di avere “potenzialmente” 80 euro in più al mese in busta paga.
Personalmente ritengo difficile cambiare detrazioni e deduzioni fiscali, ossia considerato come la nostra legge sulla tassazione risalga agli anni 60, sono scettico nel considerare una rivoluzione di tale portata; inoltre mi sembra una legge di “propaganda” innalzare la tassazione delle rendite finanziarie dal 20 al 26% (restando inalterata quella del 12.5% a favore dei titoli pubblici).
Mi spiego vogliamo far bella figura in Europa ?, si vanvera che i prossimi anni l’Europa sarà trascinata dall’Italia… e allora guardiamoci attorno e vediamo come gli altri paesi, per esempio, tassino le rendite in base ai possessori (i piccoli di meno, i grandi di più) o in base al tempo (chi lo fa per investimento e non specula, paga meno). Strano che non siano stati ancora annunciati i numeri dell’occupazione: 1 milione di posti di lavoro….in meno ?
giovedì 13 marzo 2014
Belgio e dintorni
Sono passati praticamente due anni dal mio arrivo in Belgio, e in base alle mie esperienze posso pensare a formulare un personale bilancio (personale bilancio? mi ricorda il personalissimo taccuino di Rino Tommasi nelle mitiche telecronache di boxe, anni ottanta-novanta).
Un bilancio telegrafico, una
mitragliata di informazioni, impressoni e dati di fatto che pensando a
queste righe mi sono saltate in mente.
Come sapete una mente allegra, talvolta
fantasiosa, sicuramente di limitate dimensioni, nonostante un capoccione
capace (nel senso capiente).
Innanzitutto devo smentire categoricamente un
guru della pallacanestro triestina come Lucio Martini, che quando
intende sottolineare l'inutilita' di un suo giocatore in campo si rifa'
alle terre belghe (testuale: Te son inutile come el Belgio!). Il Belgio
non e' forse Roma o Parigi, ma regala grandi paesaggi, bellissimi centri
storici, luoghi caratteristici, pur ammettendo che il mio giudizio e'
circoscritto a Gent, Brugge e parte di Bruxelles.
Se capitate poi nelle
Fiandre Orientali, capoluogo Gent, dove abito, e non parlate l'olandese
ma sapete perfettamente il francese, e balbettate anche l'inglese,
l'impressione e il mio personale consiglio e' quello di balbettare.
Il Belgio ha distrutto in me
il luogo comune della pioggia e del maltempo, anche se detesto parlare
del meteo in qualsiasi sua forma.
Quando incontri uno che ti dice: tutto bene? E
poi attacca con il meteo, diffidate.
Se camminate per Gent, sono innamorato di questa
citta', non potete non fermarvi in una delle migliaia di bar o
brasserie per una birra (piu' o meno duecentosessanta marche servite nel
proprio bicchiere), o uno stoverij, il piatto tipico: uno stufato di
carne veramente delizioso consumato nella birra Westmalle, accompagnato delle patatine bifritte,
orgoglio belga.
Viene spontaneo chiedersi come fanno essere tutti cosi' orgogliosi ma magri.
Viene spontaneo chiedersi come fanno essere tutti cosi' orgogliosi ma magri.
Ma questo l'avete gia' letto sulla Lonely
Planet, che difficilmente vi dira' che basta il primo tiepido sole di
marzo per vedere il lungo fiume pieno di ragazzi seduti ovunque intenti
ad un pic nic, ad un riposo o a una lettura. E continuerete a camminare
tra persone sedute a terra anche in piazza dove spesso ci sara' un
musicista di strada pronto alla colonna sonora di quella giornata.
Il fatto di essere seduti a
terra con un gelato in mano ascoltando musica mi piace da morire, mi
sembra il gesto piu' naturale per godere di quel posto, io che provengo
da una citta' con la piazza piu' bella che ho mai visto, sogno un giorno
di sedere in mezzo alla mia Piazza Unita' a Trieste, con un gelato in
mano, a guardare il mare, con la bora che mi bacia e mi da il
bentornato.
Mi
piace molto meno quello che questi ragazzi lasciano a terra, l'essere
viziati dalle macchine degli spazzini che ripuliscono talvolta anche due
volte al giorno, non giustifica l'atto maleducato di non avvicinarsi
al bottino.
Indice
di grande organizzazione e civilta' non solo l'operativita' del
personale della pulizia pubblica (punto importante di uno stato sociale
funzionante) ma anche la possibilita' di usufruire quasi sempre
gratuitamente di molti bagni pubblici, tenuti in maniera sempre piu' che
dignitosa.
Se Gent e' la tua base, ma
vuoi girare un po' per vedere le altre citta' vicine il consiglio e' di
andare nel week end per poter usufruire di uno sconto del cinquanta per
cento sugli spostamenti in treno, limitando cosi' il traffico da fine
settimana e incentivando la rotaia.
Tutto questo pero' ha sempre un evidente profilo
turistico, in questi due anni la vera vita e' stata quella di ogni
giorno.
Incontrare
l'uomo che usa la dentiera come una ballerina di flamenco usa le
nacchere, vuol dire vivere e non visitare, conoscere molti italiani di
stanza qui e scoprire le belle persone che sono, vuol dire vivere e non
visitare. Loro potranno anche lamentarsi e criticare il nostro paese ma
nessuno ma proprio nessuno lo rinnega, e in ogni critica e lamentela la
percentuale di sofferenza e' sempre notevolmente piu' alta di quella
dell'astio.
E
quando invece ti rapporti con locali o stranieri, a me e' successo anche
in Usa e Lituania, e dici -Vengo dall'Italia- la risposta non e' piu'
aaah pizza (o mafia, spaghetti o mandolino sono della generazione
precedente) ma: Berlusconi! E una risatina subito dopo.
Non puoi girare la citta' e non imbatterti in tante piccole Istambul, Izmir o Ankara. Impossibile.
Mi hanno segnalato un quartiere turco dove si
risparmia per piccoli mobili, ma io ho fatto fatica a capire qual e' il
quartiere turco, ovunque ho visto un agglomerato di case con un evidente
frequentazione ottomana, facilmente visibile dalle bandiere con l'Ay
Yldiz (luna e stella), e con un numero esagerato di ristoranti, e
forni-panetterie, dalle sedie messe fuori dalle porte delle case per
chiacchierare, ai giovani uomini con lineamenti non proprio fiamminghi
sempre pettinati perfettamente che masticano semi di zucca tostati
(fiepe, a Trieste) a tutta forza.
La mia frequentazione turca poi si arrichita
dopo aver scoperto il ristorante Ankara, il mio top per mangiare carne, e
dopo essermi iscritto al corso di olandese, dove ho trovato una nutrita
Turchia connection.
E sempre al corso il leraar Stefan oltre alle parole ci insegna usi e costumi e li confronta con quelli degli altri corsisti, e gli piace giocare sui luoghi comuni tipo: il bulgaro fuma. Sempre e comunque.
E dopo una risata viene fuori che il cento per
cento della decina di bulgari miei compagni di corso sono fumatori, con
una giovane coppia di prossimi sposi (due agosto, auguri!) campioni
assoluti con sessanta sigarette in due al giorno. 60.
Ho imparato poi:
che gli spagnoli (di
provenienza o di lingua) sono ovunque, a me fa sempre impressione che in
tutti posti dove ho avuto la fortuna di stare negli ultimi anni uno dei
pochi denominatori comuni e' sentir parlare spagnolo.
Che i bravissimi doppiatori italiani hanno la fortuna di esser nati in Italia, altrimenti sarebbero disoccupati in favore di abili dattilografi, dato che i film alla tv e al cinema sono tutti in lingua originale con sottotitoli.
Che il primo nome per neonati ad Antwerpen (Anversa) e' Mohamed.
Che al Car militare di La Spezia attendendo le destinazioni ci dicevano che il massimo della sfiga e' finire ad Aulla.
-Ad Aulla non c'e' nulla- era solo una specie di minaccia. Perche' ad Aulla c'e' la statua di Bettino Craxi.
Ma questa e' un'altra storia, piu' lunga da spiegare che comunque ho fatto mia a Gent.
lunedì 10 marzo 2014
UN GIORNO DI BESTIALE LIBERTA'
Il cane e' furibondo non riesce a capacitarsi di come quella capra dalla zampa nera si e' potuta allontanare, lei poi, la piu' facile da vedere data quella macchia di pelo vicino allo zoccolo che sembra quasi un vezzo.
Corre intorno al gregge, abbaia, ma non la vede, si scoraggia e cerca di portare le altre all'interno del cortile, con la paura del bastone del pastore.
Sono rientrate tutte tranne lei, il pastore chiude il recinto, e lui scappa torna al pascolo, non si rassegna guarda vicino al fiume, tra gli alberi, dietro ad una piccolo fienile ma niente.
L'asino e' il privilegiato della fattoria, d'altronde e' lui che accoglie gli ospiti paganti delle gite e delle scolaresche, lui che vive vicino al cancello d'entrata e segue le macchine o i pullman che arrivano, aspetta i bambini si avvicina con discrezione e quasi si mette in posa per le prime foto, e soprattutto mette tutti a proprio agio anche in mezzo al fango.
E' per questo suo spirito di accoglienza, questa sua ospitalita', che e' stato dimesso dai lavori di fatica e si e' conquistato una liberta' di girare la fattoria e dintorni, lui e' la fattoria, la sua immagine e' il simbolo di questa nuova scelta imprenditoriale-turistica-didattica del fattore.
Non ha mai dimenticato pero' la sua vocazione di arrampicatore e nei suoi momenti di liberta' va verso i pascoli, passeggia tra boschi, ghiaioni e piccoli picchi di roccia.
La fattoria e' tirata a lucido, i sentieri tra le varie stalle sono segnati da piccoli paletti gialli e neri, e un piccolo ponte di legno divide il terreno coltivato da quello che ospita gli animali.
Sotto il ponte un piccolo stagno in parte usato per l'irrigazione dei campi, poi per ospitare dei pesci rossi e a pelo dell'acqua le anatre percorrono le loro limitate rotte.
Il ruolo dei pesci e delle anatre e' prettamente turistico, infatti sono delle vere attrazioni per i bambini e anche l'approvigionamento del cibo non rientra nel budget della fattoria, infatti basta e avanza il pane che chi scende dalle macchine lancia nell'acqua. Nessuno del personale sa quante anatre vivono nel laghetto, figurarsi di quanti pesci.
Aprofittando dell'anarchia lacustre una piccola anatra, marrone con i riflessi verdi e la testa scura spesso spicca uno di quei corti voli un po' goffi, e proprio in uno di questi voli che dall'alto nota l'asino riposare su un picco baciato dal sole, atterra sullo specchio d'acqua sottostante alza il collo cercando una comunicazione visiva con l'asino.
I due si conoscono, bene o male sono colleghi, condividono un ruolo di rappresentanza della fattoria, non hanno un ruolo attivo nella produzione ma creano entusiasmo e coinvolgimento soprattutto dei bambini che visitano la loro casa.
L'anatra prende l'iniziativa da' ancora qualche colpo d'ala per alzarsi dall'acqua e si avvicina all'asino, si studiano un po', poi si godono il sole.
Dall'alto del picco notano che sulla riva del fiume qualche metro piu' in la', da sola, c'e' la pecora dalla zampa nera che si gode la liberta' conquistata e sorseggia l'acqua cristallina e fresca.
L'asino le va incontro, scende tra le pietre, l'anatra impacciata lo segue.
La distanza e' di sicurezza ma gli animali si vedono, dopo un paio di occhiate scoppia una fragorosa risata, in barba al giovane e aitante ma scorbutico cane che ancora abbaia e corre senza darsi pace, impaurito dalle possibili bastonate del pastore che sta ancora contando e ricontando il gregge.
I tre decidono di proseguire la loro giornata di vacanza assieme, tutto sommato per asino ed anatra e' una giornata abbastanza normale, loro non hanno problemi di liberta', la novita' pero' e' la compagnia che regala momenti molto piu' intensi. Contrario invece per la pecora dalla zampa nera, lei e' anche troppo abituata alla compagnia anche se esclusivamente dei suoi simili, anzi talvolta si sente anche opressa nei suoi spazi. Oggi e' felice, non e' sola, e' libera e per camminare deve alzare la testa e vedere il sole, e non solo seguire ciecamente il culo puzzolente della sua vicina di paglia.
Da lontano vedono una grande mongolfiera pronta a spiccare il volo, fa impressione il grande pallone colorato che si gonfia, loro comunque non si avvicinano piu' di tanto, per la diffidenza verso gli uomini intorno al cesto e per la paura delle continue fiammate che partono ritmicamente dal basso verso l'alto.
Quando spicca il volo i tre amici seguono con lo sguardo quella silenziosa magia, e nell'immensita' del cielo non possono non notare un grande stormo di uccelli che ad alta velocita' sfruttando le grandi ali e le correnti proseguono per la loro strada, l'anatra cerca di spiegare senza successo il comportamento dei suoi simili ai nuovi amici.
Proseguono.
Ammirano i fiori e gli alberi, spesso sostano vicino a delle comode siepi all'ombra, l'asino e la capra dalla zampa nera si alternano a portare sul dorso l'anatra che camminando resta sempre tanto indietro mentre volando non si gode la compagnia.
Non vogliono un'avventura, solo una giornata di pace e liberta', e per questo che quando vedono una striscia d'asfalto con quelle macchine che spesso arrivano alla fattoria, decidono di invertire la marcia.
Alternano bosco e roccia, sole ed ombra, erba e sassi, terra e acqua, gli animali selvatici li guardano come un uomo potrebbe guardare un extraterrestre, i meno intelligenti vedendo l'anatra in groppa pensano addirittura chissa' quale mostro e' quell'incrocio tra asino e anatra oppure tra capra con la zampa nera ed anatra. Forse una capratra o un'anapra, oppure un anano od un'asitra.
L'anatra forse la piu' insicura e vulnerabile nell'ambiente selvatico, si sente molto tranquilla con i nuovi amici accanto e si gode cose che ha visto solo dall'alto, si rende conto che quei piccoli alberi sono milioni di volte piu' grandi di lei, la capra dalla zampa nera ogni tanto bruca il terreno e si accorge che quei muschi e quell'erbetta umida sono maledettamente piu' saporiti di quello che trova ai pascoli, l'asino si gode quei momenti originali e genuini, i suoi rapporti ormai non lo sono piu'; infatti per evitare la fatica, e' sempre sorridente e disponibile con tutti, anche con chi non lo e' con lui.
Alla faccia della sua falsa nomea di superficiale e poco intelligente, l'asino indica lo scendere del sole e fa capire agli amici che e'ora di tornare a casa, tutti sono d'accordo, cio' nonostante con uno sguardo condividono che questa licenza e' da prendere piu' spesso.
L'entusiasmo della gita si trasforma in preoccupazione, soprattutto per la capra della zampa nera.
Il cane e il pastore sono due elementi non di grande comprensione, il cane ormai la terra' sotto costante controllo mentre il rischio di bastonata del pastore e' tangibile.
Tutti e tre sperano nel fattore, uomo libero ed affettuoso.
Arrivano al cancello, l'asino si specchia un po' nella sua grande immagine che da il benvenuto alla fattoria, l'anatra scende dalla schiena della capra dalla zampa nera che trema vedendo in lontananza il cane e il pastore, fortunatamente arriva con il sorriso il fattore, che mitiga la tensione.
L'asino si mette davanti, prendendosi la reponsabilita' della fuga.
Da dietro il pastore furibondo urla tra l'abbaiare del cane: chi e' il responsabile di questa fuga?
L'asino risponde: i-ooo!
Il fattore con calma e serenita' esclama: Dov'e' che resterete la prossima volta senza il permesso?
L'anatra risponde: qua!
Il fattore aggiunge: Almeno vi siete divertiti?
La capra dalla zampa nera con un sorriso, la testa inclinata e gli occhi sognanti risponde: beeeh!martedì 4 marzo 2014
Passione K - Triste epilogo di un coach in diffiKolta'-
PSSN 73- Remanzacco 96
Polo, Gadola 5; Cotterle 11,
Fortunati 17; Marega 8; Patarino 9; Serafini; Benvenuto 7; Lorenzi 16.
Prossima partita lunedì 10 ore
21 al Bor contro il Tormento
Questo e' lo scarno comunicato stampa che certifica un fallimento, un fallimento che prima di essere tecnico e' evidentemente gestionale, Passione K la rubrica che state leggendo e' stata purtroppo facile profeta anticipando che il turbillon del vulcanico faKtotum non poteva portare a nulla di buono.
Adesso per gli incolpevoli atleti una gara con il Tormento, che per loro non sara' un problema avendo dovuto giocare sempre con un tormento in panchina.
Non possiamo dilungarci sulla gara, data la pochezza delle informazioni, ma sembra proprio una di quelle partite dove non c'e' unione tra coach e giocatori, uno illuso dalla fantasia di un miracolo, gli altri con i piedi per terra consapevoli che i buoi sono gia' scappati da un pezzo.
Cosa succedera' ora?
Probabilmente nulla di nuovo, l'attenzione si spostera' sul mercato per rendere ancora piu' competitivo il team, perche' si sa che in questo caso le lezioni non servono.
Chi si dovrebbe mettere in gioco restera saldo sulla poltrona, si cerchera' di far cadere nel silenzio un evidente insuccesso e stavolta non si potra' neppure dire: grazie Dodo!
lunedì 3 marzo 2014
Il perentorio ed educativo NO
In questi pochi anni di genitorialita' mi sto prendendo rivincite su me stesso.
Il mio rapporto con i genitori, tolta l'intimita' famigliare, e' sempre stato quello tra istruttore/allenatore - genitore dell'atleta.
Tolti alcuni singoli casi, ho sempre avuto un rapporto civile ed onesto, mai troppo confidenziale, talvolta pure troppo schietto nel spiegare alcune motivazioni o il mio atteggiamento riservato portato all'estremo.
Ma non sto qui a spiegare di come gestivo la parte educativa della mia attivita', la mia idea e' di soffermarmi su quei gesti che ritenevo e ritengo sbagliati, inutili e quasi diseducativi da parte del genitore, che notavo in quegli anni come istruttore e noto ora da genitore.
Ogni volta che vedevo un determinato gesto che non condividevo per nulla mi facevo sempre due domande: perche' lo fa? Chissa' se quando saro' genitore mi comportero' nella stessa maniera?
L'essere diventato papa' non mi ha dato risposte precise alla prima domanda, mentre fortunatamente mi ha confortato per la seconda: non mi comporto nella stessa maniera, e non solo, ma non devo neppure frenare qualche impulso che mi spingerebbe a fare quei gesti sbagliati.
Insomma sono riuscito a rispettare quei paletti che spesso mi sono imposto, uno di quei punti fissi che non voglio cambiare, non ho interferito in nessuna maniera ancora nella vita di mia figlia.
Spero di esser capace a farlo ancora quando gli argomenti saranno piu' importanti di adesso dove la quasi totalita' di decisioni sono legate al gioco e alle prime importanti ma semplici esperienze.
Ho sempre fatto fatica a capire il genitore che entra nel gioco del bambino, anche in buona fede, per aiutare e spiegare che ci si puo' divertire di piu'. Provo disagio nel vedere un genitore che consiglia, spinge, addirittura obbliga il proprio figlio davanti ad un gioco.
L'esperienza personale piu' significativa e' quella dei parchi divertimento.
Finora Giorgia ha fequentato: il corso di tennis, molti parchi gioco con altalene e scivoli, il Luna Park, e Pretland un ex hangar industriale riqualificato dove ora hanno messo dei gonfiabili, labirinti, minicalcio, campi Lego e tappeti elastici.
Chi ha gia' letto questo blog gia' sa del tennis e del mio facile obbiettivo Feno, quindi passero' direttamente ai parchi gioco.
Tante volte vedo delle installazioni che io per primo vorrei provare, le faccio notare e Gio', che le guarda, valuta con la sua testa e poi decide. Spesso e' no!
Io credo ciecamente nel rispetto di quel perentorio NO! e faccio proseguire la giornata, seguendo le sue esigenze di gioco.
Non posso non notare pero' genitori (piu' alta la percentuale dei papa') che forzano la mano, facendo notare che ci sono coetanei o bambini piu' piccoli che fanno quel gioco cercando di provocare l'orgoglio (?), oppure cosa ancora peggiore provano loro, non rispettando il regolamento del gioco che proibisce l'utilizzo agli over 12.
Quindi l'insegnamento e': devi provare (lo fanno quelli piu' piccoli di te e lo faccio anch'io) fottiti del regolamento (l'ho fatto anch'io).
Pretland e' uno spettacolo, devo autoviolentarmi per non buttarmi nel mare di palline, per non saltare sulla grande bolla d'aria, per non fare uno scivolo che e' pazzesco, e per non sfondare i tappeti elastici con un paio di balzi poco leggiadri. Sicuramente la totalita' dei giochi colpisce piu' me di Giorgia.
Probabilmente e' cosi' anche per molti miei "colleghi" che pero' non esitano a togliersi le scarpe e con la scusa di "dover ad ogni costo" dimostrare la perfetta esecuzione e tecnica del gioco, si umiliano ai miei occhi, mentre il figlio se ne sta deliberatamente strafregando.
Finora in questo posto ci siamo andati tre o quattro volte e la dinamica e' sempre la stessa, grande entusiasmo durante il percorso in bicicletta (manifestato con delle gran pacche alla schiena stile fantino che stimola violentemente il suo cavallo a dare di piu') e timidezza una volta entrati al padiglione, giro di perlustrazione mano nella mano, scelta del campo base dove riponiamo giubbotti e quant'altro, e solita prima scelta dedicata ai tappeti elastici.
Ogni volta pero' Gio' ha scelto di provare qualcosa di nuovo, quasi a diluire le emozioni, il suo coraggio e voglia di testare si apre di volta in volta, non so se ricorda le mie proposte a cui non ha aderito precedentemente.
Dal mio punto di vista il perentorio No! non e' una sconfitta del genitore, mentre il vederla provare dopo una scelta individuale e un obbiettivo raggiunto, o almeno lo e' per il mio modo di vedere il "mestiere" di genitore.
E' uno scopo raggiunto rispettando i tempi giusti, ossia i suoi tempi, i tempi di ogni bambino, i tempi in questo caso di Gio'.
Inoltre ho potuto godere della sua maturazione, di come si e' avvicinata in maniera diversa al gioco gia' provato (da consumato veterano), e all'emozione data da quello da provare, in qualche modo mi sono sentito protagonista anch'io, un protagonista silenzioso, incoraggiante e discreto che ha garantito presenza ed appoggio qualora ce ne fosse stato bisogno.
Passione K - Pssn VS Tricesimo - SENZA FRETTA -
È importantissimo che il coach sia sempre puntuale
per una serie di ragioni. Innanzitutto il giocatore
si sentirà rispettato e sarà portato ad avere il massimo rispetto
per chi è puntuale: chi non lo è non ha leva, nessuna autorità morale,
mentre chi lo è guadagna punti nei confronti della squadra, dei
colleghi, degli arbitri, del suo staff e di tutti gli altri.
Una persona che non riesce ad arrivare in tempo
agli appuntamenti o che non riesce a mantenere gli impegni non può
essere una persona attendibile. Essendo puntuale o non essendolo una
persona rivela molto di se.
Spero di non venir tacciato di attacchi personali, da chi si sente coinvolto dalla citazione non mia che ho fedelmente riportato qua sopra.
Onestamente pero' faccio fatica a ricordare un coach che culla ancora utopie di post season, arrivare a partita inoltrata e voler anche imporsi dopo non aver neanche visto i parziali precedenti.
Sta di fatto che la Passione sbriga la pratica Tricesimo, a caccia di punti salvezza, non senza fatica.
L'inizio e' di marca Lorenzi, che sigla 14 dei primi 20 che chiudono il primo quarto sul piu' 5.
Colpo di reni friulano e al riposo lungo si va sul 33-33.
Arriva, con calma, coach K.
Nel terzo quarto la Pssn mostra un attacco fluido che pero' non serve per chiudere anticipatamente la contesa. E' un finale in cui Tricesimo decide di affidarsi al fallo sistematico ma Gadola e' chirurgico dalla linea della carita' e timbra un 8/8 che non ammette repliche.
A coach K, non resta che ringraziare i suoi giocatori per la pazienza, e attaccarsi alla radiolina per sentire buone nuove dai campi di Aquileia e Remanzacco, il domani della Passione passa da quei parquet.
Pssn - Tricesimo 84-79
Gadola 13, Fortunati 17, Marega 7, Serafini 2, Benvenuto 13, Lorenzi 28, Scrigner 4. Coach K
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