mercoledì 26 novembre 2014

XXX

Se hai un talento incredibile per una determinata disciplina il particolare ha meno importanza.
Se invece per portare avanti quella passione devi ragionare giorno e notte, devi appuntarti qualche "illuminazione" sul primo foglio di carta che trovi in giro, allora il particolare fa la differenza.
Da quando ho impostato questo blog, la scrittura e' un bel metodo di viaggiare con la fantasia, senza particolari ambizioni o aspettative.
La formazione scarsa e per niente umanistica, fa si che per rendere accattivanti un paio di righe devo dar risorsa a qualsiasi mezzuccio possibile.
Il titolo e' senz'altro uno di questi, a me piace sia conciso e spesso non direttamente inerente al testo.
Il titolo e' importante per me, ed e' per questo che il testo che sto scrivendo e' ancora zoppo, scrivo senza sapere ancora quale sara' quella prima parola che in qualche maniera aprira' la vostra (mi raccomando, distratta!) lettura.
Cerco parole, accozzaglie di lettere, penso ad opere importanti da cui attingere, aforismi riciclati dai social network ma anche quelli da incarto interno dei cioccolatini, scritte sui muri di qualsiasi citta', frasi celebri, canzoni.
Scomodo chiunque parli in pubblico, penso a colloqui che hanno fatto la storia del mondo, provo a consultare i miei appunti volanti dove magari ho evidenziato una frase di un libro letto o una dichiarazione estrapolata da un'intervista di qualcuno importante, ascolto un telegiornale per trovare qualcosa di attuale.
Spesso, la penna va quasi da sola e la soluzione la trovo rileggendo lo scritto: una frase che mi e' venuta particolarmente bene, magari riassunta, puo' essere un titolo perfetto o anche il senso, il succo, del testo che non viene esplicitamente espresso puo' essere un buon inizio.
Cosi' e' anche in questo caso, infatti rileggendo mi rendo conto che il titolo perfetto e': senza testo, senza titolo.

lunedì 24 novembre 2014

Serenata

Roma Siugzdaite.

Cognome difficilissimo, ma estremamente elementare il nome,  per chiunque parli italiano.
Chi mi conosce personalmente, ma forse anche chi segue questo blog, sa chi e' a portare questo nome, a chi invece non dice nulla, la spiegazione si riassume in due parole: mia moglie, o come dice il mitico Guareschi (quello di Don Camillo e Peppone per rendere l'idea) nell'ultimo libro che ho letto: "colei che non mi volle piu' signorino" o "la gentile socia della mia malinconica azienda".

Donna unica.
Ho sempre detto di aver avuto la fortuna di sposare non la miglior donna che ho conosciuto ma senz'altro la miglior persona in assoluto.
Fine intelligenza, calma olimpica, bonta' ingenua.
Poi il pregio migliore, la prima cosa che noto in una donna, se osservate bene, quando sorride (spesso!) usa la bocca, i denti ma anche gli occhi, migliorando ulteriormente la sua espressione e il suo bel viso.
E' evidente che pero' quando ti ancori ad una persona, apprezzi soprattutto i difetti e su uno in particolare mi fermo in questo post.
Non con falsa immodestia posso affermare:

mia moglie mi sovrastima.

Una coppia, la prima pietra di una famiglia, si fonda sulla complicita' e sulla sincerita', insomma devo metterla davanti ad un fatto compiuto che le faccia capire chi, o meglio cosa, ha deciso di mettersi in casa.

Sto valutando un gesto eclatante.

Tra le opzioni che reputo piu' valide, dopo una severa selezione, ho individuato queste tre possibili soluzioni.

Aspettare un week end di grande flusso turistico nella piazza sotto le finestre del soggiorno di casa nostra ed espormi come mamma mi ha fatto fino al probabile arrivo delle forze dell'ordine.

Confessare che sono un attento e affezionato telespettatore di Forum, e che dopo un inizio emotivamente molto critico promuovo il cambio di gestione Dalla Chiesa-Palombelli (ndr Ciao Rita!).

Non lavarmi, per molto tempo, e quando arrivo ad un punto di non ritorno, ammettere di essere nella personale situazione ideale.

Mi accorgo solo ora che delle tre ipotesi la confessione di Forum, siccome appena pubblicata sul blog, e' bruciata. Resta l'atto osceno in luogo pubblico e la totale carenza di igiene personale.
Ma forse e' sufficiente questo post.

Accetto consigli. A voi l'ardua sentenza.

sabato 1 novembre 2014

UFO

Un qualsiasi martedi' mattina, il giorno piu' noioso della settimana per Emilio, sono passati i bollori della domenica e le polemiche del lunedi' ed e' troppo lontano il prossimo week end per la prossima giornata di campionato.
Emilio vive per l'Ufo. Tutto e' collegato alla squadra.
Quando lavora al supermercato, nelle vigilie di gare importanti sistema i barattoli e le scatole negli scaffali secondo i colori sociali formando cosi' delle bandiere biancorosse.

L'Ufo la squadra del paese, anzi le squadre del paese.
Per anni la fusione e' stata vista con diffidenza, i vecchi in bar Duomo ancora adesso la vedono male, soprattutto dopo una sconfitta.
Di sconfitte pero' ultimamente se ne vedono poche e i vecchi tifosi della storica Unione Calcio e quella della Fortitudo hanno capito che in questo periodo di vacche magre l'Unione Fortitudo, Ufo per un'abile mossa di marketing, puo' essere un buon compromesso.
L'Ufo non giochera' mai con le grandi che si alternano a vincere gli scudetti, sara' sempre ai margini dell'industria calcistica.
E' ancora un calcio pane e salame, ai limiti del professionismo, dove qualcuno continua a mantenere il proprio lavoro, e i piu' giovani sputano sangue per poter fare il definitivo salto di qualita'.

Questo pero' e' l'anno buono, per la prima volta si lotta per una categoria ancora mai vista in zona, tutto il campionato in testa, una sola sconfitta, alla terza giornata, poi qualche pareggio in trasferta e tante vittorie, con l'orgoglio di non aver lasciato scampo tra le mura amiche.
Sono solo tre i punti che dividono l'Ufo dalla gloria, e domenica ci sara' la grande occasione, vincendo con una squadra di meta' classifica sara' matematico il successo, e il resto della stagione sara' accademia.

In paese c'e' grande fermento dal Municipio al bar Duomo hanno tirato un gran pavese bianco e rosso, non si parla d'altro.
Emilio riconosciuto da tutti come il "Sindaco" della tifoseria, viene fermato per strada e al supermercato per sapere se ci sono ancora biglietti o per avere precise direttive per la perfetta esecuzione della coreografia.
Il "sindaco" e' preciso, puntuale, si assicura che sia chiaro per tutti, ha addirittura stampato dei volantini con i testi delle canzoni e dei cori per osannare gli amati colori e beniamini.
Si avvicina il fine settimana, tutto e' gia' pronto, il "sindaco" scalpita e soffre per la scelta del mister, praticamente un profeta, di preparare questa gara a porte chiuse per mantenere alta la concentrazione.
Non resta che aspettare domenica.

La giornata e' tiepida, il sole vuole partecipare all'evento.
Gia' da prima mattina la piazza e' piena, i giovani che formano il gruppo piu' vivace dei tifosi stanno provando i cori, verso le undici la folla si dirige verso l'hotel dove i giocatori si trovano per il pranzo, un po' di riposo per poi recarsi assieme allo stadio.
Qualche coro, un fumogeno e dalla sala verso il giardino escono il team manager e il capitano Guido Matteo, la bandiera, il capocannoniere.
Un po' di strette di mano, baci e abbracci, incitamenti e poi la richiesta del team manager e del capitano per avere un po' di pace viene soddisfatta e i tifosi vanno al campo ad iniziare a colorare gli spalti con palloncini, cartoncini colorati e striscioni.

La partita va via liscia, alla mezz'ora l'Ufo ha gia' messo i tre punti in cassaforte, con la doppietta del capitano.
Lo stadio canta all'unisono, e i cori proseguono in piazza dove il bar Duomo ha allestito con la collaborazione della tv locale e del comune, un maxischermo.
Il "sindaco" piange dal primo goal.
Mancano venti minuti alla fine e c'e' il boato per Guido Matteo che lascia spazio al suo partner d'attacco, l'italo-brasiliano Lucio Martino che proprio in questa gara rientra dopo un'infortunio, e fissa il risultato finale sul tre a zero.
Bella la storia di questi due ragazzi divisi da una quindicina d'anni ma con molte cose in comune, a partire dal nome composto esclusivamente da nomi propri, al ruolo in campo, alla formazione calcistica, alla provenienza geografica. Infatti entrambi sono nati in zona e sono all'Ufo dal settore giovanile.
Un'amicizia solida che ha grande merito sul funzionamento del gruppo, quindi della stagione.

La festa allo stadio e' veloce, tutti vogliono correre in piazza assieme a chi non ha trovato biglietto, la comunita' ha voglia di unirsi per qualcosa di storico.
Sul palco ci sono gia' dei ragazzi che scaldano gli animi con un po' di musica dal vivo, per strada i campanelli delle biciclette e i clacson dei motorini e macchine quasi coprono la musica.
Neanche per le vittorie mondiali della nazionale si e' vista tanta festa, al bar Duomo le vecchie glorie dell'Unione e della Fortitudo offrono da bere.
Il "sindaco" non e' lucido, probabilmente e' il giorno piu' bello della sua vita.

Sfilano sul palco gli eroi dal piu' giovane al; piu' vecchio.
Per ultimo assieme al Mister entra il bomber, capitan Guido Matteo, che intona qualche coro con il suo popolo, fa un piccolo discorso e poi ufficializza quello che gia' era nell'aria:

oggi corono due sogni, la promozione storica e il poter smettere da vincente. Saro' sempre un sostenitore della squadra, ma sono stanco, troppi sacrifici, mia moglie e i miei bambini vogliono passare qualche domenica in piu' con me e io con loro. Grazie di tutto e adesso continua la festa! Vi lascio in buone mani!

Lo dice abbracciando Lucio Martino. Passaggio di consegne.

Al "sindaco" e' calata la notte negli occhi e nel cervello, non vede piu' i compagni di curva, non vede il biancorosso della piazza e nemmeno i fuochi d'artificio, non riesce a torliersi dalla testa le parole del capitano, il bomber della sua generazione lo ha tradito.

Come si fa a mollare proprio ora? Come fa a dire che e'stanco? Si allena una volta al giorno per al massimo due ore, il calcio ma soprattutto l'Ufo, assieme a congrui e puntuali rimborsi spese lo fa vivere bene con l'attivita' che a suo tempo si e' fatto aprire e che ora gestisce. Come fa a dire troppi sacrifici? Io rinuncio a qualsiasi gita con gli amici, la domenica per me non e' altro che una mezza giornata di riposo e poi o macinare chilometri o preparare lo stadio. Io faccio sacrifici non lui.
La moglie? I bambini? Io non ho moglie e bambini forse proprio per colpa dell'Ufo, che e' l'unica alternativa al supermercato dove lavoro. Grazie di tutto e adesso continuiamo la festa? Facile per te.
Siete in buone mani? Un ragazzino di vent'anni scarsi, che finora ha dimostrato dimestichezza col pallone, ma leadership e carisma non si comprano dall'ortolano.
No Guido, mi dispiace, non ci sto.

Alla ripresa degli allenamenti, in quel solito noioso martedi', il "sindaco" si fa trovare al campo.
Oltre a lui una cinquantina di ultras che non hanno ancora smaltito l'euforia e osannano la squadra, che nonostante la serieta' di tutti si allena in maniera meno determinata del solito.
Il "sindaco" e' solo in un angolo, vicino al grande materasso posto dietro la porta dove i saltatori in alto normalmente provano i loro prodigiosi balzi.
Non si muove di un centimetro, solo alla fine piomba in mezzo in campo e in maniera isterica pretende di parlare con il capitano, che lo prende sottobraccio. Si appartano, ma alla fine si vede chiaramente che il "sindaco" torna a casa scuotendo la testa non soddisfatto.



La sedia dove e'seduto e' in equilibrio sul tavolino del soggiorno, la sciarpa biancorossa dell'Ufo e' ben legata alla trave del soffitto e l'estremita' in basso gli sfiora la testa.
Sono passati due anni dalla festa in piazza, dal tradimento del capitano e tutto quello che ne' e' conseguito.

Il "sindaco" si e'preso una denuncia con tanto di diffida per stalking.
Guido Matteo ha giustamente ceduto alle pressioni della moglie che si sentiva in pericolo per gli appostamenti del "sindaco" al supermercato o fuori dallo stadio.
Alla fine il "sindaco" e' innocuo, ma gli insulti scritti e urlati hanno preoccupato non poco la famiglia Matteo.
Il giudice, con la mediazione dell'Ufo e di alcuni amici di Emilio e soprattutto la disponibilita' del Capitano, ha optato per una soluzione soft e ha intimato il "sindaco" a non farsi vedere piu' allo stadio, luogo di lavoro di `Guido, ora dirigente e ha chiesto alla famiglia dell'ex bomber la cortesia di cambiare negozio, ovviamente ad Emilio e' stato vietato di avvicinarsi all'abitazione dei Matteo ed e' stato sottoposto ad un obbligo di firma in commissariato durante le gare dell'Ufo e in altri determinati giorni.
Emilio non e' piu' lo stesso, va al supermercato per forza di inerzia e alla domenica corre in caaserma a firmare per poi andare a casa e sprofondare nel divano.
Sua madre ha puntato la radiosveglia all'orario della partita per provare a distrarlo in qualche maniera. Sente ma non ascolta, diventa cosa unica con il divano e attende il giorno dopo per andare a lavorare.

Adesso e' li, a decisione presa, guarda la sciarpa sopra di lui, la casa e' vuota e silenziosa, la mamma e' in gita con la parrocchia.
Alza gli occhi, prende la parte finale della sciarpa e la fissa con un nodo piu' o meno a meta' precisamente alla Z della scritta -forza Ufo- formando cosi' una grande asola.
Gli viene da piangere, in questo periodo di esilio forzato dallo stadio, non ha fatto nulla, casa-supermercato-casa, la vergogna non l'ha fatto uscire nemmeno per un caffe' al bar Duomo.
Suo malgrado quella denuncia lo ha fatto diventare famoso per qualcosa che in paese non si e' mai sentito.
Non vede scappatoie, lui sempre da solo, non sopporta di sentirsi gli occhi addosso in un posto diverso dallo stadio. Non ha mai avuto via dalla tribuna la voglia di essere coinvolto o cercato da qualcuno, anzi forse anche allo stadio non ha mai fatto parte di un branco ma ha avuto solo gente attorno, si sentiva insomma solo in mezzo ad un sacco di gente che probabilmente e' anche peggio di essere solo e basta.

Si alza in piedi sulla sedia, infila la testa nell'asola, si assicura che la sciarpa sia ben ancorata alla trave, fa scivolare dalla tasca dei pantaloni la lettera per la mamma.
Si toglie le lacrime dagli occhi, fa un bel respiro e goal!
E' la radiosveglia programmata dalla mamma che annuncia: rete al primo minuto di Martino!

Crede nel destino, il "sindaco" adesso non sa cosa fare, vede una luce, prova un barlume di felicita' nel momento peggiore della sua esistenza, da due anni non provava piu' l'emozione del goal.
Stacca la sciarpa, riordina la stanza, butta nella carta da macerare la lettera per la mamma, corre in soggiorno ad ascoltare la partita della sua Ufo.
Finisce quattro a due con tripletta di Martino ed un'autorete, il sindaco e' soddisfatto e piu' sereno.
E' quasi l'ora di cena e la mamma rientra dalla gita, Emilio le va incontro la abbraccia e le sussurra ad un'orecchio -abbiamo vinto!-