giovedì 23 gennaio 2014

Alla ricerca di Feno - possibile ultimo episodio -

Ore undici e quarantacinque, bici sbloccata, marcia uno ingranata, iniziamo a pedalare e pensare.
Le piste ciclabili senza macchine permettono di guidare con piu' spensieratezza, quindi spesso formulo i miei pensieri.

Tra un'oretta circa saro' all'Interclub di Gent e vedro' Feno.

Condizionato da un libro che sto leggendo dove l'autore fa una severa autocritica sulla sua presunzione nel narrare determinate situazioni, ho deciso di cambiare il mio atteggiamento nei confronti del nostro protagonista.

Alla fine io sono un suo collega per quell'ora settimanale, probabilmente proviamo le stesse emozioni, magari le comunichiamo in maniera diversa.
Ma devo smetterla con il mio atteggiamento snob solo perche' per anni sono stato aldila' dello steccato, nel senso che per molti anni sono stato io l'istruttore che cercava di bypassare i vari Feno di turno.
Adesso io sono lui e lui e' me. Siamo sulla stessa barca.

Sono arrivato a scuola, a minuti Gio uscira' dal cancelletto.

Devo pensare una maniera per chiedere scusa al mio compare, ovviamente non in maniera plateale perche' in teoria lui non sa di essere il protagonista massacrato di questa rubrica.
Magari inizio a salutare con un largo sorriso, mi siedo vicino a lui e magari provo con il mio elementare inglese a comunicare, oppure vado al bar che gestisce e bevo qualcosa e alzando il bicchiere faccio un gesto tipo: alla tua salute!!

Papa'!!!!!! E' arrivata Gio. 
Domande istituzionali: E'andata bene a scuola? Hai mangiato? Cosa avete fatto? Ovviamente nessuna risposta, lego lo zainetto sul manubrio, Giorgia saluta i compagni che passano con i genitori mentre allaccio la cintura di sicurezza del suo seggiolino e partiamo.

Si, ok faccio cosi', do ampi segnali di disponobilita' e cordialita' comincero' sicuramente con un atteggiamento forzato ma poi chissa' magari e' una persona gradevole con cui scambiare impressioni.

Pranzo volante, prosciutto e carote, e abbiamo meno di dieci minuti per rivestirci e andare alla fermata del tram, nel preparare le ultime cose, Gio mi gela: Papa' cosa fai?
Preparo tutto per andare a tennis.
Disastro. Maschera della disperazione.
Provo in tutte la maniere, i tempi sono stretti, il tram sta arrivando, prometto una piccola sorpresa, le assicuro che passiamo alla bibblioteca comunale dove c'e' un meraviglioso reparto dedicato ai bambini, ma niente.

Non sono il tipo che forza un bambino a svolgere un attivita' tanto piu' se ludica.

Mi dispiace Feno, alla prossima.

Non credo.

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