domenica 5 gennaio 2014

Buon anno con Corner K - Weekly Pillows -

Amici che vanno e vengono, aerei che passano sopra le teste lasciando un po' di malinconia per le belle feste passate assieme, chili acquisiti da smaltire, in mezzo a tutto cio' presente come sempre, l'attento coach-economista K che a modo suo augura a tutti un sereno 2014:



Consigli per gli acquisti
 

Nelle ultime sedute, com’è da tradizione, le borse sono salite con Wall Street che chiude un anno da record (+30%) e Milano che insegue segnando un +14. Come mai si è giunti a tali mirabolanti risultati ? Semplicemente perché gli Usa hanno adottato delle misure monetarie “non convenzionali” acquistando ogni mese 85 milioni di dollari tra titoli di stato e obbligazioni legate ai mutui bancari. Questo fiume di denaro (Quantitative Easing) ha innondato i mercati (azionario, obbligazionario, delle valute e commodities) ed ha “sollevato” i prezzi. Ora con il cambio della guardia alla Fed, sancito dall’uscita di scena di Bernanke e all’insediamento di Janet Yellen, il serpente monetario è stato ridotto di 10 milioni al mese. Questa mossa dovrebbe frenare rally e speculatori ma si sa ai giocatori piace scommettere e quindi hanno trovato un’altra ragione per acclamare i rialzi: la “forward guidance”. Le banche centrali dialogano con i mercati, comunicano le loro intenzioni, a priori, riguardo le linee di politica monetaria che intendono seguire: La Federal Reserve ha dichiarato di voler mantenere (almeno per due anni) tassi prossimi allo zero e questo ha fatto si che i gestori stappassero le bottiglie e festeggiassero nuovi rialzi.
 
Chi scrive sa come ogni bel gioco duri poco ed è scettico riguardo i record registrati da New York. 

Considerato come i prezzi azionari non siano altro che l’attualizzazione degli utili societari futuri e visto come quelli americani crescano al ritmo del 5,7% annuo (con previsioni negative negli anni a venire), sembra non vi sia corrispondenza con una crescita del mercato azionario pari al 30%. Piace inoltre la linea sposata da Niall Ferguson (strenuo oppositore di Krugman) quando indica il 2013 come “l’anno dell’economia Winehouse”.
 L’anno in cui le grandi banche centrali (americana, cinese, inglese) assomigliavano alle popstar che non avevano nessuna intenzione di disintossicarsi (No rehab) e continuare con misure monetarie straordinarie per assecondare mercati e gestori. A volte la realtà è dura e ti arriva dritta come un muro: l’Europa arranca e l’Italia peggio che mai: fuori dai grandi investimenti intravede una ripresa altrui e invoca una “sbronza” della Merkel ovvero una politica monetaria più accomodante.
I paladini teutonici non hanno salvato il vecchio continente ma ampliato il divario tra paesi virtuosi e periferici (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Irlanda..) originando tensioni sociali e ventate di populismo che potrebbero sfociare in un sentimento antieruopeo nel referendum previsto per il 2014.
Se di Europa ancora si parla è grazie ad un italiano, il professor Draghi, attuale presidente della BCE, che ha fatto di tutto per rifinanziare economie asfittiche prossime al collasso.
 
Ripresa ci sarà ne siamo convinti, ma a velocità diverse. 

Ora i testi scolastici ci insegnano che se l’economia riparte solitamente l’inflazione galoppa ed allora si interviene sui tassi (al di là di dichiarate forward guidance) alzandoli, con conseguente discesa dei mercati azionari e salita di quelli obbligazionari…e agli americani chi glielo dice che sono in piena bolla ??

Nessun commento:

Posta un commento