mercoledì 8 gennaio 2014

Germania Est - Germania Ovest - Amburgo, 22 giugno 1974 -

Da - Il desiderio di essere come tutti - di Francesco Piccolo:



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Quindi, quando le squadre entrarono in campo, doveva essere tutto chiaro.
Da una parte c'erano quelli come noi, dall'altra parte c'erano quelli diversi da noi. Per mio padre non c'era dubbio per chi fare il tifo. Non potevo avere nulla da dire.

C'era il fatto, pero', che adesso c'erano due squadre, una di fronte all'altra: in una giocavano i forti, nell'altra i deboli;  in una c'erano tutti calciatori famosi, nell'altra tutti sconosciuti; una squadra era padrona di casa,  l'altra no, anche se giocava in Germania - ma non era la loro Germania.
E c'era un'altra cosa: l'allenatore e quelli che stavano in panchina, nella Germania dell'Est, avevano una tuta azzurra semplice semplice, come avrei potuto averla io, con una scritta enorme DDR, che sembrava cucita dalla mamma dei giocatori, proprio come la mia mamma cuciva il numero sulla mia maglia.
C'era il fatto, insomma, che a me toccava fare il tifo per i piu' belli, i piu' ricchi, i piu' forti, quelli con le maglie e le tute migliori. E questa cosa, in fondo, mi metteva a disagio.
Se nessuno mi avesse condizionato, se nessuno mi avesse detto che una Germania era come noi e un'altra era diversa da noi, se ci fossero state due squadre anonime in mezzo al campo, io avrei tifato di sicuro per la piu' debole, la piu' povera, quella con le tute comprate al mercatino dell'usato. Sarebbe stato naturale.
E invece adesso mi dicevano che era naturale il contrario.
Lo accettavo a fatica, anzi era come se lo accettassi, ma non mi sentivo in pace - a quel punto non e' che non mi piaceva una Germania o l'altra: non mi piacevo io.

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