lunedì 21 ottobre 2013

Giacchette grigie

Leggendo dei post di Facebook e alcuni articoli su siti specializzati sono al corrente su un inasprimento di alcune sanzioni arbitrali nel mondo del basket.

Non discuto asolutamente le decisioni che per altro neppure conosco perfettamente, devo dire pero' che fa almeno sorridere che questa "stretta" sia entrata in gioco con l'insidiamento di un ex arbitro come Facchini al ruolo di responsabile unico della Lega 1. 
Ho cambiato spesso canale quando vedevo partite con Facchini a dirigere, perche' il suo atteggiamento e, come e' moderno dire adesso, il suo linguaggio del corpo, mi infastidiva proprio, e non solo me dato che in passato e'stato sospeso per "un comportamento insolente e borioso". 
 Si poteva tranquillamente scommettere sul minuto del tecnico che durante la gara era certo ad arrivare.
Sia chiaro che non conosco il sig.Facchini, il mio e' un giudizio da tifoso che vede partite, e' il giudizio che si puo' dare anche al giocatore o al coach guardando una gara. 
A me non piace quello che Facchini rappresenta ossia una gestione arbitrale che non si ispira alla vittoria dell'Oscar dell'attore non protagonista, ma che ambisce alla statuetta piu' importante che vincera' difficilmente, e nel caso, si portera' dietro un codazzo di polemiche,critiche ed esasperazioni.

Le pochissime volte che ho parlato di tecnica arbitrale, mi sono sentito un pesce fuori dall'acqua, perche' tutto quello che ho visto e sentito non era per me di priorita' assoluta, in una gara vista tra il pubblico con degli amici arbitri, dopo un fischio contestato ho sentito dire: si pero' ha posizione e guarda come segnala bene, e ho meditato (mettendomi la lingua tra i denti) a cosa vuol dire una cosa del genere, oppure in un allenamento ho visto fare delle diagonali e fare un fischio, e le correzioni erano sulla chiusura del pugno o la posizione dell'altra mano. In una riunione coach - arbitri di inizio campionato, abbiamo assistito ad una discussione tra l'istruttore e l'arbitro su come comportarsi in caso di assenza del medico obbligatorio, dopo una casistica estenuante, l'istruttore stressato ha esclamato: voi non dovete usare buon senso.

Nel corso degli anni, sono stato pessimo giocatore, con atteggiamento irascibile, talvolta vergognoso, contro tutto e tutti, figuriamoci gli arbitri, nei primi passi di coach tale atteggiamento e' rimasto, seppur forse limato; alzando l'asticella dell'attivita' e maturando si comprende la totale inutilita' e il danno che porta la protesta sulla concentrazione della squadra, negli ultimi anni credo di essere un coach collaborativo e facilmente gestibile nel corso della gara.
Nei campionati in Lombardia, ultima esperienza, i rapporti sono stati ottimi nonostante il livello arbitrale sia piu' basso che in FVG, che viste le mie esperienze in giro per tornei e manifestazioni,resta un elite.
Resto "infuriabile" sull'atteggiamento, sul poco allenamento (secondo me dovrebbero essere gli arbitri a chiedere alle societa' per arbitrare amichevoli e non viceversa), e sull'organizzazione delle designazioni (arbitro agli esordi con vecchio scarso e' il top per bruciare una nuova leva), sulla zero comunicazione, sulle mancate ammissioni di errore e sull'assenza di buon senso.

Una volta un responsabile degli arbitri mi disse: "Ha sbagliato come puo' sbagliare un coach o un giocatore", niente di piu' vero, pero' dopo qualche errore un giocatore viene cambiato, un allenatore magari segato, un arbitro al massimo non viene promosso e lo stesso tesserato che si e' lamentato se l'ho ritrova qualche partita dopo o l'anno seguente.

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