giovedì 12 dicembre 2013

Le seconde 5 giornate della Pallacanestro Trieste

Analizzando il secondo segmento di stagione e continuando a tenere a cinque gare il nostro spazio temporale non possiamo non vedere che il bilancio tra il primo ed il secondo momento e' identico.
Due vittorie de tre sconfitte, bilancio nobile per chi deve salvarsi.

Trieste si sta meritando l'appellativo di ammazzagrandi e mai virtu' fu piu' gradita dato l'alto numero di pretendenti all'altissima classifica.
Fino ad oggi sono cadute ai piedi di Carra e soci Verona, Torino, Barcellona Pozzo di Gotto e all'undicesima giornata Capo d'Orlando.

E' quantomeno ingeneroso pero' ridurre alle statistiche il cammino dei biancorossi, la salvezza la si sta avvicinando grazie al raggiungimento della seconda mission societaria ossia la crescita dei ragazzi giovani sulla quale si e' scommesso.
La mia speranza di tifoso e' che la volorizzazione dei ragazzi possa diventare da obbiettivo stagionale a DNA societario e che questa scelta non sia solo frutto delle vacche magre di questi tempi.

Credo che il coach Dalmasson e il suo staff stia lavorando su una forza di gruppo e il campo lo sta premiando alla grande.
Pur volendo parlare del periodo che porta dalla quinta giornata alla decima faro' molti flash back sull'undicesima perche' ritengo la vittoria a Capo d'Orlando qualcosa di speciale per come e' arrivata.
Solo con il concetto di forza di gruppo si puo' vincere con un quintetto in campo senza nessun esterno portatore di palla in campo ma con due tre che forzatamente spesso giocano da quattro (Harris e Fossati) due giovani che devono ancora torvare un ruolo vicino a canestro (Urbani e Candussi) e un tre che fa il play (Mastrangelo).

Dopo aver visto alcune partite grazie al caricamento su youtube, ho dato conferma alle mie sensazioni, partendo dal fatto che Diliegro e Carra supportati dal veteranissimo Hoover danno garanzie nei possessi e nelle gestioni dall'alto della loro esperienza, e che Fossati e Urbani devono portare legna quando chiamati in causa, la crescita di Mastrangelo, Ruzzier, Tonut e l'ambientamento di Candussi ed Harris sono determinanti per ogni gara e per il prosieguo della stagione.

Sono rimasto molto colpito da Will Harris, fisico bestiale, ottima mano e grande spirito, mi sono sembrate molto ingenerose alcune critiche ricevute e da me lette precedentemente.
Dal mio punto di vista pur non essendo un ragazzino, ma considerando le esperienze e' un giocatore ritenibile rookie, e da tale mi sembra avere un impatto molto importante su gara e squadra.

La crescita poi di Michele Ruzzier e' un dato di fatto, mi ha colpito la sua leadership, la sua continuita' di prestazioni e la sicurezza che emana con il suo atteggiamento, e' diventato importante anche quando l'apporto di punti e' meno rilevante, insomma sta percorrendo a forte velocita' e senza intoppi quella che e' la via per diventare un gran playmaker.

E' di parte poi il mio giudizio su Stefano Tonut, che considero un grande talento da sempre, vederlo incisivo non mi sorprende per nulla, dall'atteggiamento in campo si vede che e' cresciuto molto anche come ragazzo che in passato tendeva troppo facilmente a deprimersi, anche lui con calma sta mettendo continuita' al suo gioco e cio' e' molto incoraggiante.
Un flash di cio' lo si  e' avuto nella gara con Barcellona Pozzo di Gotto dove Stefano e' stato stoppato su un arresto e tiro, ma senza mollare un secondo ha reattivamente lottato per recuperare la palla e l'ha rigiocata con successo.

Candussi, e' nel difficile momento di transito tra essere un fattore determinante di una squadra giovanile a dover essere un riferimento di un gruppo senior che lotta per la salvezza.
Deve mettere da parte il ricamo e portare sostanza, riporre il fioretto e prendere non la spada ma l'ascia, la mazza ferrata e un nodoso randello.
La strada e' quella giusta, ma siamo ancora in rodaggio, non si puo' che avere un grande ottimismo per vedere qualcosa in piu' di gara in gara, intanto si puo' godere del decisivo due su due per la vittoria a Capo d'Orlando, ma parliamo gia' di undicesima giornata.
Anche per lui un flash che fa capire l'ingenuita' e chiude anche il nostro discorso (o forse no?)  sull'epica vittoria in terra siciliana: Candussi aiuta su una penetrazione di un esterno, salta per stoppare e va a battere la mano sul tabellone, perdendo quella frazione di secondo decisiva per il recupero su Benevelli che intanto ha goduto dello scarico finalizzando con una tripla.

La presenza poi di Mastrangelo a livello di concentrazione, forza mentale ed entusiasmo e' un tesoro che ogni coach vorrebbe.
Sembrava retrocesso un po' nelle rotazioni, ma lui e'rimasto sul pezzo e appena c'e' stato bisogno di lui per piu' tempo la risposta e' stata roboante.
Non riesco proprio a chiudere con la partita di Capo d'Orlando e cito un altro flash, ossia il numero uno degli highlights della settimana per la serie A2,' il tiro da meta'campo allo scadere dei ventiquattro secondi nato da una palla praticamente morta.
Fortuna? Certamente, ma non solo;  guardate se quel tiro e' un lancio o un vero tiro.
Mastrangelo, guarda il tempo, mette a posto i piedi, mantiene l'equilibrio e spinge con forza, insomma,  tira, non scaglia a caso sperando come dicono quelli bravi nella preghiera.

Forse proprio quel tiro e' il vero simbolo di questa squadra, una squadra che avra' sicuramente bisogno di un po' di fortuna ma che non lascia nulla al caso, non trova facili giustificazioni e che ci prova sempre.

'ndemo Muli! Forza Trieste!


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