lunedì 2 dicembre 2013

Forma di cortesia e il signor Nereo

Piu' passa il tempo e piu' mi sento fuori dai tempi.

Grazie a internet indipendentemente da dove sei, se ti interessa, puoi essere al centro del mondo.
Io cerco di essere aggiornato, prendo le notizie da due o tre quotidiani on line, poi quelle che ritengo piu' interessanti provo ad approfondirle grazie alla rete.
Indipendentemente dalle idee politiche,religiose,di come s'intende vivere la quotidianita', di cosa e' per ognuno la priorita', mi salta sempre piu' all'occhio di come siano ormai ridotti al lumicino la reverenza, l'educazione, il distacco e il rispetto dell'anzianita'.

Voci molto piu' autorevoli della mia, in trasmissioni televisive di grande audience, hanno gia' sottolineato il tono di grande confidenza che si sente spesso nei colloqui tra le diverse forze della nostra classe dirigente.
L'assessore che ride e scherza con il finanziere di turno, il politico che si da del tu con tono amabile e famigliare con l'imprenditore invischiato in situazioni poco chiare.
Dare del tu o del lei e' questo l'aspetto che mi colpisce sempre, perche' e' la cosa piu' semplice, la cosa che piu' salta all'occhio e all'orecchio.
A chi dai del tu?
A quello che hai gia' conosciuto e di comune accordo avete deciso di passare ad un tono piu' confidenziale, invece adesso lo si e' sdoganato a molte piu' persone come: ai coetanei anche se sconosciuti, conoscenti, individui che vediamo fuori dal posto di lavoro.
Mi e' successo spesso di sentire una forma di imbarazzo nel sentire amici usare il tu per persone a cui a me non passa nemmeno per la testa di rivolgermi informalmente.
Mi rendo conto di essere un po' esagerato, mi e' successo spesso di avere l'autorizzazione di usare il tu da determinate persone, ma talvolta mi viene proprio difficile, in quel momento io provo una sorta di rispetto,gratitudine e reverenza che mi porta ad usare sempre una forma di cortesia in piu'.
Tra l'altro credo che anche in un discorso leggero e magari confidenziale davanti ad una birra o un bicchier di vino si possa scherzare usando il lei creando un' ulteriore sorpresa alla battuta fatta.

Ed e' proprio su questo punto che mi e' venuto in mente il signor Nereo, ex tassista.



Circa vent'anni fa ho conosciuto il signor Nereo, prendevamo il caffe' nello stesso bar frequentavamo la stessa via.
Forse parlare di conoscenza e' esagerato, sono convinto che lui non sa il mio nome, sicuramente pero' se ci incrociamo un cenno con la testa e magari un buongiorno lo scambiamo.
Il signor Nereo era piu' di un cliente di quel bar, anche frequentatore e'riduttivo, lui era parte dell'ambiente, come il bancone, i tavoli,le sedie e il flipper.
Di lui ricordo indistintamente il viso rugoso, la figura tozza, il pettine che tirava fuori per mettere a posto i pochi capelli rimasti dietro alle orecchie, il suo ex mestiere di cui parlava continuamente, il modo di vestire sempre casual ma curato, qualche suo amico, e la passione comune all'interno del bar del gioco delle carte.
Il signor Nereo non era un conte, e con la sua voce cavernosa dovuta da troppe emmesse, faceva sempre capire il suo punto di vista.
Ebbene sara' per la sua deformazione personale (Dove la porto? O al massino: dove andiamo?) ma lui dava del lei a tutti, anche nel bestemmiare tre generazioni per un gioco di scarti sbagliato al tresette.

Il gestore del bar, giocatore accanito, ne sentiva di ogni, ma il top e' stato: Signor Giorgio, LEI la xe talmente mona ma talmente mona che se i fa una classifica dei mona LA riva secondo, perche' LA xe cusi mona de rivar secondo anche la'.
E' stata la prima volta della mia vita che ho sentito queste parole, mi hanno segnato.
Non male neanche quando il titolare provato da una precedente serata di vizi, ha fatto aprire il bar all'anziana mamma che non aveva dimestichezza con la macchina del caffe'.
Il signor Nereo come ogni mattina ordina il suo nero, dopo averlo bevuto esclama: Signora Anna, complimenti, LA meti le zate dele galine per far un brodo cusi bon....
Nessuno mai come il signor Nereo, che dava del lei anche alla sempre leopardata signora Mariuccia, stagionata vamp del bar, puntualmente provata dai Campari e spesso vittima di battute maschiliste.

La ringrazio molto Signor Nereo

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