domenica 15 dicembre 2013

Corner K Weekly Pillows



 Dopo un assenza dettata probabilmente dalle delusioni sportive, ritorna il nostro esperto di economia:


La palude di fine anno


Tradizionalmente è periodo di rally ovvero di crescita per i mercati azionari, semplicemente perché i gestori fanno quadrare i conti ovvero mostrano la loro bravura agli investitori con aggiustamenti tecnici di portafoglio.
E’ il classico specchietto per le allodole: questo fondo ha reso il tot percento dal 01.01 al 31.12, quando in realtà le sue quotazioni sono salite nel solo mese di dicembre.
Al momento stiamo assistendo ad un fenomeno inverso dovuto ai soliti motivi: l’Italia mantiene la tripla B ma con outlook negativo dovuto in parte ad un debito pubblico troppo “importante”, ed in parte per mancanza di riforme strutturali per un paese ancora in profonda crisi (crescita prevista per il 2014 pari al 0.4%).
L’Irlanda (altro paese periferico) festeggia: dopo 3 anni gli “highlanders” hanno scongiurato il rischio di fallimento (bailout), 3 anni pieni di sacrifici ed austerità per tutta la popolazione con l’esplosione della bolla immobiliare creata da una finanza troppo allegra.
La Spagna guardando allo spread (differenza tra il rendimento dl bund tedesco e quello degli altri paesi europei) a volte ci supera a volte ci rincorre ma sembra stare meglio di noi: la disoccupazione giovanile è spaventosa ma qualcosa si sta muovendo.
 
Grillo, Letta, Renzi e ora i Forconi non spingono l’Italia nella direzione giusta, nel senso che a livello internazionale il nostro paese attrae investimenti ed investitori meno della Liberia. Non entrano soldi nel nostro paese ne sui titoli azionari (la borsa di Milano sta retrocedendo da un mese), ne sui titoli obbligazionari. Siamo considerati alla stregua di una vecchia signora, malata, piena di acciacchi a cui nessuno vuole avvicinarsi. Dovremmo diventare più attraenti, per poter attrarre risorse (soldi) che in questi anni la Fed elargiva a piene mani coi suoi programmi di quantitative easing (acquisto di titoli pubblici con cadenza mensile). Potrebbe non bastare, potrebbero essere troppo tardi infatti, dall’altra parte dell’oceano, si sono accorti di “aver alzato un po’ il gomito”, e stanno decidendo –probabilmente già il 17-18 dicembre- di abbassare un po’ la mira ovvero finanziare di meno l’economia americana che mostra evidenti segni di salute.
 
A parte Draghi pochi sembrano capire la portata del problema: togliere soldi, finanziamenti e investimenti a chi non ha le forze per rialzarsi significa metterli in ginocchio definitivamente. La legge di stabilità rimbalza in maniera paradossale e ridicola tra Camera e Senato ed ogni volta viene rimodellata, tagliata, ricucita. Chi governa sembra essere tanto bravo a parole quanto povero coi fatti: per un paese che ha la necessità di rialzarsi, di diventare un’economia leader in Europa occorrono misure straordinarie, oppure la visione pazza/sognatrice di un visionario di qualcuno che abbia il coraggio di  andare contro la cancelleria tedesca, di rischiare di perdere una partita o il suo bomber ma ridare fiducia ed equilibrio a tutta la sua squadra per ottenere, alla lunga, dei risultati migliori.

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