Quando a Trieste si parla di
aquiloni spesso si intende la figura astratta del gioco stesso, infatti
non e' semplicissimo con la tipica bora vedere qualche bambino giocare
effettivamente con il cervo volante, ma e' molto comune vedere un adulto
camminare in centro o bere caffe' con "l'aquilone".
Ailo la' con l'aquilon!! Ossia:
guardalo e'nel suo mondo.
Avere l'aquilone insomma mostra
un certo distacco dalla realta', una difficolta di apprendimento,ed e'
un distacco della realta' o una difficolta di apprendimento quello che
sta colpendo il dream team della Passione?
Dopo la sconfitta con i campioni
del Fogliano bisogna registrare la sconfitta con gli Aquiloni di
Aquileia.
Puo' essere quindi l'Aquilone il
simbolo della crisi del team di K?
Manteniamo la speranza che si
tratti di una momentanea crisi di forma e non un problema di
"aquilone" gestionale.
Coach K, pronto alla dura lotta
sugli argini del Natissa, ispirato da Attila re degli Unni che nel 452
devasto' Aquileia, perde in cattiveria agonistica e si trasforma
nell'insicura parodia del famoso barbaro interpretata da Abbatantuono, e
a fine gara si lecca le ferite all'urlo di: Chi e' lu re?
Ma chissa' se tutti i suoi
giocatori hanno correttamente risposto o se ce stata piu' di una vocina
stridula.
La fredda cronaca narra di un
teso pre gara con un faccia a faccia tra il coach e un top player, di un
primo quarto da meno sei e di un risveglio che porta la Pssn al the'
sul piu' uno.
Nella ripresa una difesa
individuale almeno rivedibile, e un finale disordinato a base di falli
sistematici e iniziative personali portano al 86 a 77 finale.
Testa bassa e a letto senza cena.
Aquiloni Aquileia 86 - Passione
Trieste 77
Polo 2, Glavina,
Bevitori 4, Fortunati 12, Scrigner
3, Serafini, Bortolot 31, Benvenuto 9, Lorenzi 16.
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