sabato 5 aprile 2014

Homeworking

In pochi mesi e in maniera quasi casuale la sua vita stava prendendo la svolta da sempre sognata. Mancava sempre qualcosa alla realizzazione del suo desiderio. Lui da sempre convinto di ottimizzare il suo lavoro con l'homeworking cercava un posto per poter vivere e lavorare in un posto da amare.
Quel piccolo bilocale soppalcato e' quello che cerca da molti anni e la liberta' concessa dal proprietario per realizzare modifiche a suo piacimento lo motiva ulteriormente.
Il proprietario,  un ex yuppie anni ottanta che adesso vive in ciabatte e camicia hawaiana in una piccola isola delle Canarie,  cercava proprio una persona come lui, un inquilino, ma soprattutto uno che custodisca quell' appartamento che lui ama ma non usa.
Dopo una doppia mano di verniciatura alle pareti, la posa del parquet, la raschiatura e laccatura della bella ed elegante scala in legno,  la consegna dei primi mobili, e' pronto per applicare dei piccoli ma significativi dettagli, che per scelta devono essere trovati in vecchi magazzini, mercatini dell'usato o dalle bancherelle in piazza.

Tra il mazzo di chiavi in suo possesso oltre a quella delle del portone condominiale, della cassetta della posta, e della porta blindata, ne trova una piccola che lo incuriosisce perche' potrebbe servire da subito, e' quella della soffitta.
Prende l'ascensore sale all'ultimo piano e da li' con un bastone uncinato aggancia una botola del soffitto, tira con forza, ed ecco scendere una scala telescopica che porta al sottotetto.
La sua soffitta e' la numero tre, apre il lucchetto, entra e vede subito degli oggetti che reputa interessanti come un vecchio telefono nero di bachelite da appendere al muro, e delle bacchette a spazzola per batteristi jazz, poi per migliorare la ricerca decide di aprire l'abbaino per far entrare la luce e far uscire un po' di polvere.
Deve forzare un po', chissa' da quanti anni nessuno lo tocca. Dopo un forte cigolio la finestrella e' completamente aperta ed e' talmente spaziosa che riesce ad affacciarsi completamente, con mezzo busto e' in mezzo alle tegole, da li' gode di una vista sui tetti della citta' che e' mozzafiato.
Con il suo telefonino cerca di inquadrare il miglior paesaggio e scatta un po' di foto, gia' le immagina in una cornice nera appese vicino alla scala.
Soddisfatto, stringe la maniglia della finestra e cerca di chiudere senza successo.
Deve riaffacciarsi, impugnare con entrambe le mani i lati opposti del serramento per cercare di sbloccare le parti incastrate, in questa posizione nota una scatola di latta incastrata tra l'antenna della televisione e delle tegole.
Riesce a sbloccare la finestra, mette da parte la sua curiosita', chiude tutto, prende il telefono e le bacchette e se ne va con la sicurezza di tornare presto.
Scende la scala, la ripiega e la spinge contro la botola che si richiude quasi spontaneamente, col bastone blocca e mette in sicurezza.
Attendendo l'ascensore per tornare a casa, si apre la porta di un condomino, e' una vecchietta in vestaglia e pantofole che fa uscire il suo gatto per un po' di liberta'.

E' bastato pochissimo tempo per lui che normalmente e' gia' scontroso e riservato diventare un topo d'appartamento.
Una volta quando usciva per andare a lavorare aveva dei minimi rapporti di cordialita' con alcune persone, come i colleghi vicini di scrivania, la ragazza del bar dove prendeva capuccino e brioches e il solito autista del bus che aveva sempre lo stesso turno e la stessa linea, privilegio ottenuto da quarant'anni di servizio.

Adesso lavora il doppio perche' non si accorge del tempo che passa, e quando fa una pausa resta collegato al computer cercando nuove idee e nuovi stimoli.
Lui e' un critico dei critici, ossia la casa editrice dove lavora ha previsto uno spazio per novizi scrittori, che una volta da lui selezionati, vengono pubblicati sul blog dell'editore e da li' altri autori o semplici iscritti discutono e recensiscono le opere lette.
Il suo e' un ampio ruolo di moderatore, editore e critico, l'idea funziona e da quasi "angolo della posta" e' diventato un vero e proprio spazio libero di cultura e comunicazione letteraria, di cui va fiero.

Dopo l'ultimo aggiornamento giornaliero del blog in un ormai inoltrato pomeriggio, decide di pianificare il lavoro del giorno dopo.
Si parlera' di gialli, argomento che non reputa accattivante, non e' mai stato un grande lettore di quel genere; allora in rete cerca idee, stimoli alternativi, da proporre alla sua comunita' virtuale.
Legge trattati di grandi criminologi, interviste e scritti di funzionari di polizia impegnati in famosi casi e grazie a youtube, segue alcuni spezzoni video di quei professionisti e periti coinvolti nelle indagini intervistati nei salotti televisivi, che trasformano morte e violenza in spettacolo, mascherando il prodotto come inchiesta.

Decide di non entrare nel dettaglio di un evento o di una casistica, raccogliera' i testi gialli scritti dagli utenti e poi proporra' la discussione "Il delitto perfetto".
Legge e rilegge dallo schermo ed e' soddisfatto di quanto fatto, prende il telefonino chiama la sua pizzeria a domicilio preferita e vicina a casa, ordina una margherita, ma la risposta e' negativa, e' quasi mezzanotte e non fanno piu' consegne.
Altra cena con creackers e un vasetto di olive.

Si sveglia molto presto e decide di uscire, ha perso il conto ormai di quanti giorni ha passato senza andare fuori di casa.
Ha poco tempo una o due ore al massimo alle dieci sul blog devono esserci i lavori degli aspiranti scrittori e immediatamente fioccheranno i commenti.
Prende l'autobus.
 "Il solito autista e' andato in pensione" e' la frase che ripete alle anziane il ragazzo neo assunto della ditta dei trasporti ancora senza divisa ufficiale.
Arriva al bar e ordina capuccino e brioches, tutto sommato e' dispiaciuto di non aver salutato "il solito autista" dentro di lui sa che l'ultimo giorno d'ufficio prima del homeworking e' anche l'ultimo giorno che ha visto quell'uomo che lo ha portato a lavorare migliaia di volte.
La ragazza del bar e' sempre carina, disponibile e sorridente, d'altronde e' il suo lavoro. Lui detesta la schiuma esagerata del capuccino e il cuoricino di cacao sopra, ma fa finta di niente e appena si gira lo tira su con il cucchiaio e lo versa sul piattino.

Reputa sufficiente la boccata d'aria presa torna nel suo bilocale, aver visto la bella barista gli ha regalato un sorriso.

Pubblica i lavori ricevuti e recensiti ad uno ad uno, non fa in tempo a completare la messa in rete del seguente che quello prima ha gia' dei commenti che deve leggere ed eventualemente evidenziare e curarli come stimolo di confronto e discussione.
Quando ultima anche l'ottavo ed ultimo lavoro, propone la discussione:


Partendo dai lavori pubblicati oggi, pensando a qualche lettura individuale e alla vostra personale idea in merito, ricostruiamo un delitto perfetto.

Ha l'impressione che l'utenza oggi sia molto giovane, in effetti molti ragazzi  vengono coinvolti nella lettura dai libri gialli.
Anche la scrittura non e' la solita, troppi emoticons, troppe K, troppi cmq, troppi puntini.
Idee e proposte piovono sul blog, decide di aspettare e poi dividere i commenti in categorie, intanto pensa di fare altro.

Mette sul tavolo del soggiorno, proprio vicino al computer, il telefono di bachelite e le bacchette, prende le forbici accorcia il cavo del telefono e con dei chiodi lo fissa al muro tra le due finestre, le bacchette invece le fissa  incrociate sopra al divano spostate leggermente a destra per lasciar spazio a qualcosa altro.
Si sposta in diversi angoli della stanza e sale anche sul soppalco per vedere se stonano i nuovi dettagli, lo trova un buon inizio ma manca ancora qualcosa.
La cura degli interni della sua casa in questo momento lo prende piu' del forum sui gialli, allora decide di catalogare i commenti vedere cosa ne viene fuori per poi dedicarsi alla sua abitazione-ufficio da troppi giorni trascurata.

Il blog e' esausto, ma sui commenti ai lavori pubblicati non trova spunti veramente interessanti, mentre sulla discussione la cura dei particolari gli mette addirittura paura.
Sembra una comunita' di aspiranti detective o potenziali serial killer, chi banalmente scrive che il delitto perfetto non e'stato ancora commesso, chi filosofeggia dicendo che non esiste il delitto perfetto in quanto per se stesso il delitto e' gia' un errore.
Ma e' chi si nasconde dietro il nickname Xnovecento che posta le righe secondo lui piu' agghiaccianti, una concisa lista con tanto di trattino davanti, come quando fai una lista della spesa.


Delitto perfetto:
- senza movente
- non conoscere la vittima
- l'arma non deve essere nota a nessuno
- freddezza dell'esecutore.

Ne ha abbastanza, xnovecento ha urtato la sua sensibilita'.
Non trova migliore distrazione che salire in soffitta, per racattare qualche altro pezzo da aggiungere con un po' di fantasia alla sua casa ancora troppo spoglia.
Questa volta per prima cosa apre l'abbaino, un filo d'aria fresca spazza la polvere, oltre ad una vecchia valigia in pelle con grandi fibie non vede nulla che fa al caso suo, pensa pero' alla scatola di latta tra l'antenna e le tegole.
Si infila nell'abbaino e si avventura in una pericolosa passeggiata sul tetto del palazzo, non va direttamente alla scatola, fa un giro, scatta altre foto, si gode un po' di sole e leggero vento. Poi prende la scatola e torna in soffitta.
La vecchia scatola di latta e' perfetta, il colore rosso non e' probabilmente acceso come lo era chissa' quanti anni fa, le scritte sono tutte in inglese, in origine la scatola conteneva due chili di biscotti ma ora pesa di piu'.
Con un po' di emozione apre la scatola, e ben coperta da un panno grosso e verde come quello di un biliardo vi trova una pistola e dei proiettili.
Non sa che pistola sia, pensa sia a tamburo, come quelle di Tex Willer, insomma la pistola per antonomasia.
Impaurito, incuriosito, in qualche maniera eccitato, chiude la scatola distende il tappeto verde sopra e appoggia la pistola, con qualche goffa manovra inserisce i proiettili nel caricatore e lo fa girare come ha visto nei film.
Chiude la soffita, scende le scale e aspetta l'ascensore, arriva velocemente il gatto della vecchia che intanto apre la porta.

Lui non conosce la vecchia, nessuno sa niente della pistola, non ha motivi per voler male alla signora, quindi, uno sparo secco e con una precisione che non pensava di avere. Il gatto fugge con uno scatto fulmineo,  lui va in ascensore e torna a casa a lavorare con piu' informazioni sul delitto perfetto.


 Ma

la polizia e' sul posto in meno di dieci minuti, in casa nessuno sa niente, una squadra di agenti controlla la casa della signora, altri cercano informazioni dai vicini.
Un ispettore nota un gatto che miagola furiosamente e gratta con forza su una porta blindata, il poliziotto bussa e poi suona il campanello, come risposta il rumore di un solo colpo di revolver.
In pochi secondi l'ispettore e i suoi agenti entrano forzatamente e vedono il critico dei critici piegato sul suo computer schizzato dal sangue, sullo schermo leggono:
   


discussione conclusa, per il delitto perfetto e' mancata la freddezza dell'esecutore.

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