mercoledì 2 aprile 2014

Appunti cestistici primaverili

Arriva la primavera, e chi fa sport a qualsiasi livello comincia a sentire l'odore del sangue.
Arrivano i rush finali per raggiungere gli obbiettivi fissati circa dieci mesi prima,  oppure si cerca di coronare un sogno sportivo nato progressivamente e a sorpresa, o di salvare il salvabile di un'annata storta.

A tutti i livelli in aprile l'adrenalina sale, ogni partita puo' fare la differenza anche se non e' uno scontro diretto, e le motivazioni spesso fanno la differenza.

In seria A sembra valido il tentativo di Milano.
L'Olimpia dopo annate al limite dell'assurdo sembra abbia trovato la quadratura del cerchio, lo ha fatto spendendo molto, senesizzando il team, e nessuno puo' dire che e' il risultato di un progetto ben congeniato, e' l'unico dei tanti tentativi degli ultimi anni che sta dando frutti, sta alla societa' ora farlo diventare un progetto per il futuro.
E'indubbio che l'entrata di Hackett abbia dato spinta decisiva al salto di qualita' delle ex scarpette rosse, che hanno trovato anche un gran bel successo europeo con un passagio di turno in Eurolega con largo anticipo e la sicurezza di evitare le corazzate Cska Mosca di Ettore Messina e il fantastico Real Madrid della vecchia conoscenza triestina Pablo Laso.
Un lusso per una societa' presieduta da un dirigente che qualche anno fa aveva dichiarato che l'Eurolega per lui e' un'ottima amichevole di meta' settimana, dichiarazione,  che per un amante del basket espresso in EL, come lo sono io,  e' imperdonabile.

Per l'equilibrio della serie A bisogna sperare che Sassari non sia appagata dal meritatissimo successo in Coppa Italia e che i cugini Diener rimangano caldi a lungo, che Cantu' cresca ancora, che Brindisi prolunghi il suo sogno, che Siena (ancora competitiva ad altissimo livello, nonostante tutto) e Roma credano nel miracolo, e che Reggio Emilia raccolga prematuramente qualche risultato del loro ambizioso e intrigante progetto a lungo termine.

Mi fermo su Reggio Emilia, l'unica che puo' pronunciare con nozione di causa la parola strainflazionata: "progetto".
Per me' non e' progetto mettere assieme un tot numero di giocatori stranieri per poi cambiarli l'estate dopo, creando quel sali e scendi di societa' che un anno giocano per alti obbiettivi per poi barcamenarsi nell'anonimato.
Progetto e'programmazione negli anni (per me almeno tre) con le stesse persone dietro la scrivania,in panchina e in campo e la dovuta copertura economica.
Il progetto per essere forte e credibile deve essere piu' forte dei risultati della domenica, e i giocatori devono essere funzionali all'idea  che si sta cercando di sviluppare.
Dal mio punto di vista Reggio sta cercando di fare questo, dando spazio a giovani costruti in casa, giocatori italiani di sicura affidabilita' e per alzare l'asticella giocatori stranieri di ottimo livello.
Adesso Reggio Emilia ha firmato per cinque anni Della Valle, uno dei leader della nazionale under 20 campione d'Europa in carica, un giocatore che non ha esperienze senior e professionistiche ma arriva dal meraviglioso mondo Ncaa, dove onestamente ha giocato poco quest'anno e quasi niente l'anno passato, e dovra' iniziare con molta umilta' a lavorare per diventare quello che l'ambiente gli chiede nemmeno tanto velatamente, ossia un protagonista della nazionale.
Credo che in questo momento solo Reggio Emilia puo' garantire al ragazzo una crescita serena per il raggiungimento dell'obbiettivo. La strada e' lunga, ma sembra che il buon Amedeo goda di una stima che tanti ragazzi in passato non hanno avuto, stima di cui gode anche il suo quasi coetaneo Alessandro Gentile; a loro viene concessa una (giusta) possibilita' di sbagliare in piu' di tanti altri, non so per quali meriti speciali. 
Speriamo che questa tendenza diventi comune nella gestione dei talenti azzurri, in maniera da sentire un po' meno volte il luogo comune "i bravi giocano comunque" a cui spesso si aggiunge "prima o poi" e per me proprio qui sta la differenza, non e' mai prima ma sempre poi, creando i Peter Pan della pallacanestro italiana che a ventisette-ventotto anni sono i giovani su cui puntare.

Ventisette-ventotto anni circa sono quelli della generazione che in questo momento dovrebbe trascinare la nazionale, il condizionale e' d'obbligo perche' tra infortuni e beghe legate all'NBA, solo il buon Datome ha detto si senza se e ma al CT.
Questa e' una cosa che io faccio difficolta' a capire, perche' Datome ora, ma con altre maglie Parker, Nowitzki in precedenza rispondono sempre con una risposta definitiva (spesso si) alle convocazioni mentre altri devono valutare con la franchigia? La mia impressione e' che la volonta' individuale ha sempre la meglio sul resto, ed e' proprio su questa volonta' che io fonderei la nazionale, che forse sara' piu' o meno forte ma avra' sempre una formazione vogliosa di appartenere a quel team, a quella maglia e a quella manifestazione.

Nel particolare comunque si sa che Gallinari e' alle prese con un infortunio serissimo e anche il Mago Bargnani e' fuori da un po', mentre Belinelli approdato in una squadra con la S maiuscola ha buone probabilita' di andare avanti nei play off.

Belinelli negli ultimi tempi e' sulla bocca di chiunque parli di basket in Italia, infatti dopo un europeo con qualche ombra soprattutto al tiro, sta facendo una pazzesca stagione NBA con la ciliegina della vittoria alla gara dei tre punti nell'All star week end.
Se la ciliegina e'stata una sorpresa forse per tutti, la stagione per me non lo e'.
Belinelli dal mio punto di vista e' un enorme talento che deve venir messo nella condizione migliore per far bene (discorso che per me vale anche per  il Mago) e una volta entrato nei meccanismi perfetti di San Antonio tutto e' risultato piu' facile.
Purtroppo in Nazionale, facendo un confronto con il suo club, lui deve fare il Ginobili (continuando il paragone: Bargnani il Duncan) e forse per questo non e' ancora pronto (vedi un paio di righe sopra alla voce Peter Pan), ma se il bravissimo Pianigiani riuscira' a creare un sistema in cui Belinelli possa fare il Belinelli allora il fatturato del bolognese sara' di qualita' e non solo quantita'.

Per il resto sembra aria meno viziata per i giovani italiani, che sulla cresta dell'onda della vittoria di Tallin, la pochezza delle casse societarie e le regole del campionato di Legadue, iniziano a trovari spazi importanti a livello senior con risultati dal mio punto di vista assolutamente confortanti. Speriamo che questo trand diventi modus operandi e non occasioni figlie della crisi o di regolamenti fatti ad hoc.
Un ultima pensiero personale va a quella che si definisce politica sportiva di cui capisco poco per non dire nulla quindi da curioso cronico chiedo:
perche' Minucci dirigente della Siena vincente, discusso da tanti anni per una specie di Moggite e adesso con problemi di natura legale da chiarire, viene eletto dalla maggioranza dei club alla guida della legabasket?
Poi chiedo se il presidente Fip, Petrucci, smaliziato politico ha perso qualche colpo nel dire e confermare che il ritardo nei pagamenti di un atleta e' fisiologico?

In bocca al lupo per il finale di stagione alle societa' e ai tifosi.

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