Quando mi metto davanti al pc per trovare tra i vari
siti di streaming un film, oppure quando "sfoglio" in qualche negozio i
dvd, spesso scelgo un film visto gia' decine di volte e ogni volta
aspetto quel determinato momento per me speciale.
Il risultato
pero' e' che conosco quasi a memoria alcuni film, talvolta poco
importanti, e mi sono perso alcuni capisaldi e grandi classici.
Ultimamente
tra i film visti, C'era una volta in America mi ha regalato grandi
emozioni.
Innanzitutto tengo a precisare che non ho nessuna
competenza di tecnica cinematografica e di settima arte in generale, non
voglio fare il critico e questa non e' assolutamente una recensione, e per questo non parlero' ne' degli attori ne' del regista Sergio Leone,
ma solo di emozioni personali.
Non nascondo che davanti a questa
pellicola mi sono sentito quasi in imbarazzo per quanto bello e intenso
l'ho trovato e ho aspettato un po' prima di scrivere perche' mi sembrava
un atto quasi presuntuoso.
L'input per guardare questo grande
classico me lo ha dato il prof. Livio Consonni figura carismatica della
pallacanestro pordenonese, autore di un blog mai banale, in un suo post
su Fb.
Non voglio parlare della trama del film, voglio
fermarmi solo su una figura che piu' di ogni altro mi ha colpito.
Si
puo scegliere chi e'il protagonista in questo film, ma sicuramente la
figura feminile di spicco e' Deborah.
Deborah suo malgrado fa
parte di un gruppo di coetanei che frequentano le strade del ghetto
ebraico di NY, nel gruppo c'e' suo fratello Fat Moe che lavora da
garzone nel bar di famiglia, posto fisso di aggregazione della gang.
Noodles,
leader assieme a James del gruppo ha un rapporto speciale con Deborah.
Rapporto
nato dalla venerazione che Noodles ha nei confronti della bella
ragazza, che coltiva il suo talento e la sua passione per la danza e la
recitazione sotto il furtivo sguardo del suo ammiratore.
Passa il
tempo ma il rapporto tra Noodles e Deborah e'un continuo prendersi e
lasciarsi, la parte forte e' lei che cerca di emergere dal fango della
strada e della malavita, e seguendo le sue ambizioni cerca di lasciare
il ghetto.
Noodles intanto comincia la sua carriera di gangster
rispettato e temuto, ma il rispetto verso il patto con i suoi soci e'
piu' forte del possibile coinvolgimento sentimentale.
"Corri
Noodles che mamma ti chiama" provoca l'imperturbabile e provocante
Deborah.
"I vincenti si riconoscono alla partenza" dice Noodles di
Deborah, dopo molti anni, chiacchierando con il fratello di lei, Moe.
Ma
e' con la maturita' che si vede come la stessa Deborah e' rimasta come
gli altri, inghiottita da quell'ambiente che ha provato sulla sua pelle da sempre.
Deborah ormai e' un affermata attrice, per anni
ha provocato l'orgoglio di Noodles sperando in una vita normale,
interrompendo i suoi rapporti con lui solo dopo una vergognosa violenza
subita.
E forse e' proprio quell'episodio il punto di non ritorno,
il punto in cui si arrende, e' diventa parte di quel mondo lussuoso e
sporco che finora aveva solo sfiorato.
Nessun commento:
Posta un commento