In questo periodo noto su
facebook un sacco di volantini fotografati all'entrata di quella
palestra o di quel campo di calcio, che riassumendo dicono: se pensi o
vuoi che tuo figlio diventi un campione portalo da un'altra parte.
Devo dire che questi
avvisi mi hanno un po' stufato, come tutte le cose insistentemente
proposte, e spesso sono un po' pregne di ipocrisia, sappiamo tutti che i
genitori sono fondamentali nella nostra attivita' per il volgarissimo
motivo delle quote, per il trasporto del loro figlioletto (e talvolta di
qualche altro) e per altri infiniti motivi, e' chiaro che devono esistere
nel rapporto istruttore-genitore delle linee guida societarie, educazione,
rispetto per i ruoli e buon senso.
Chi ha la pazienza di
leggere
questo blog, oppure vede i testi pubblicati su facebook, e' al corrente
del fatto che Giorgia, mia figlia, da poco piu' di un mese e'iscritta ad
un corso di tennis.
Ogni mercoledi' ci
rechiamo
all'Interclub Gent e Gio con altri bimbi corrono e saltano su ogni
ostacolo o attrezzo.
Per quanto mi
riguarda mi sto
godendo la bimba che si diverte come una pazza, ma con una certa
attenzione guardo anche i genitori e gli istruttori, finalmente
dall'altra parte della staccionata.
Posso dire che per la mia esperienza e formazione gli istruttori sono capaci e fanno parte di un'organizzazione di altissimo livello, sono sempre tanti sul campo, sono giovani e supportati da un responsabile piu' esperto molto presente, la fornitura di materiale e'di altissima qualita' e quantita', la struttura e'ottima per l'attivita' eseguita.
Certo vedere gli istruttori con le mani nelle tasche o spesso consultare
il telefonino, con abbigliamento non adatto (piumino,sciarpa e stivale)
non e' bellissimo, ma io sono sempre stato viziato da Cumbat e
l'Azzurra.
Dopo queste prime impressioni comincio a vedere le sfumature e ho individuato il genitore che diventera' il nostro eroe, lui e' il fenomeno di turno, elemento presente spesso indipendentemente dalla disciplina sportiva del figlio.
Il fenomeno, lo chiameremo Feno per abbreviare, ma anche perche'
solitamente lui si presenta come l'amico di tutti, scherza, e si muove
in campo come fosse casa sua.
Feno lo avevo gia' puntato la prima o seconda volta che ho portato Gio',
e' stato l'unico ad entrare nel campo per parlare con
l'istruttore-capo, poi prima di uscire si e' fermato a vedere delle assi
piantate a terra che delimitano il campo con la passerella dove sono
poste le panchine per i genitori.
Oggi, pandemonio!
Arriva in ritardo, toglie in fretta i giubbotti ai figli, entra con loro
in campo li mette in fila, saluta tutti e cosa fa? Va dalle sue assi,
le accarezza, le guarda e trova degl inserti metallici che dalla sua
mimica possono essere pericolosissimi per l'incolumita' degli atleti,
cerca un' occhiata del responsabile che finge in maniera clamorosa di non
vederlo, e trova gli occhi del ragazzino assistente che si avvicina;
beata gioventu'.
Il ragazzo ascolta Feno, lo asseconda e lo aiuta a spostare queste assi, in quel momento sento il responsabile richiamare in maniera ferma e decisa l'assistente e lo rimanda a lavorare con i bimbi (ammetto una mia certa eccitazione in questo momento).
Dopo un paio di minuti il responsabile si avvicina e toglie queste assi
assieme a Feno senza scambiare una parola.
Tengo a precisare che la distanza delle assi al limite di campo
utilizzato e'di almeno due metri, e che la corsa dei bimbi di massimo
tre anni non raggiunge una velocita'olimpica.
Feno e'a disagio, capisce di aver forse oltrepassato le sue competenze e
si siede come tutti quanti.
Sono sicuro che Feno mi regalera' altre soddisfazioni.
A proposito: all'atto dell'iscrizione ci e' stato chiesto per
l'attivita' un abbigliamento sportivo semplice (tuta) e un paio di
scarpe a suola chiara per non fare segni sul fondo sintetico.
Secondo voi chi e' il padre degli unici bambini in jeans e scarpette con
suola nera?
Vai Feno, grazie di esistere.
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