Ormai e'
qualche ora che ho
gli
occhi spalancati che fissano il soffitto, ho visto tra le travi nascere
la luce del giorno, prima fioca e timida poi intensa ed aggressiva.
Sara' capitato anche a voi
di
dormire pesantemente dopo una giornata dura, in una posizione non
consueta, magari con il collo e la testa incastrati tra materasso e
cuscino, posizione solo leggermente migliorata inconsciamente durante il
sonno, comunque non una vostra postura.
E proprio quella specie di
contorsionismo ha costretto la vostra respirazione a proporsi con
rumori esagerati, e appena la fase piu' profonda del vostro sonno si
e' esaurita venite addirittura svegliati dal vostro russare, convinti
magari che quel rumore provenga dall'esterno, o da chi dorme al vostro
fianco o addirittura dai vicini di casa, solo dopo realizzate che
eravate proprio voi, e magari vi scappa un sorriso.
I miei occhi sono aperti
da
quel momento.
Solo che la mia e' una sensazione strana perche' non sento
il mio corpo, non riesco a muovere nulla, ieri e' stata veramente una
giornata pesante.
Non riesco a riprendere
sonno,
gli occhi sono spalancati, ma il mio corpo e' rilassato, mi sento come
quando, dopo una pesante sbornia, non riesci nemmeno a pensare di
muovere
una gamba o un braccio, con la soddisfazione pero' di non avere una
coperta in bocca o un senso di nausea da vomito o un dolore alle tempie
che sa di tortura.
Anche il collo e' fisso
sul
cuscino, non so neanche se vicino a me c'e' qualcuno o meno, la luce sul
soffitto viene e va, ombra e sole mi fanno pensare ad una giornata
ventosa e tiepida.
Il silenzio e' assoluto,
mi
sembra di essere sott'acqua, non e' male come situazione anche se non
poter variare la mia posizione comincia a darmi noia.
Una battaglia dentro di
me,
questa situazione di estremo rilassamento cozza con la voglia di fare
qualcosa, non so se godermi questa forma di paralisi o lottare e
reagire.
Potrei almeno ruotare la testa per vedere se intorno a me e' tutto regolare, la moglie distesa sul fianco, la televisione in stand by, la cassettiera piena di jeans e magliette piegate male, ma il solo pensiero di non poter governare i miei movimenti mi mette una sensazione di impotenza e paura quindi non mi pongo il problema, continuo a fissare le mie travi.
Oltre all'impotenza motoria mi colpisce il non percepire l'odore del caffe' o anche quel semplice soffio d'aria fredda che sfiora il mio naso e le mie narici esternamente riscaldate da un bordo della coperta.
Potrei almeno ruotare la testa per vedere se intorno a me e' tutto regolare, la moglie distesa sul fianco, la televisione in stand by, la cassettiera piena di jeans e magliette piegate male, ma il solo pensiero di non poter governare i miei movimenti mi mette una sensazione di impotenza e paura quindi non mi pongo il problema, continuo a fissare le mie travi.
Oltre all'impotenza motoria mi colpisce il non percepire l'odore del caffe' o anche quel semplice soffio d'aria fredda che sfiora il mio naso e le mie narici esternamente riscaldate da un bordo della coperta.
E poi ancora il silenzio, nessun vicino di casa
che in maniera illogica passa l'aspirapolvere appena passata l'alba,
nessun bimbo che urla dal giardino condominiale, mia moglie che non ha
ancora acceso la radio, nessuna vendita o questua alla porta, il
telefono muto che non passa inutili comunicazioni famigliari o
miraboliche vendite e offerte di qualche sfruttata operatrice di call
center.
Ormai e'
passato del tempo, e' ora di reagire. Penso alla doccia, al vapore che
riscalda il bagno mentre controllo se e' ora di fare la barba o si puo'
sopportare ancora qualche giorno, spacciando la peluria per
l'affascinante tre millimetri di Mickey Rourke in Nove settimane e
mezzo.
Penso a quanto
latte dovro'
versare per raffreddare un po' il caffe' bollente, se finalmente ho
comprato dei biscotti non cosi' dolci ma giustamente secchi e insapore
per valorizzare l'aroma del caffelatte. Non riesco a visualizzare la
giornata che mi aspetta, spese, gita, un po' di lavoro, parenti, non ho
idea, non sono ancora stato messo a rapporto dalla moglie.
Manca la reazione, non sento
proprio l'impulso di alzarmi, la volonta' pero' comincia ad avere la
meglio,
il senso del dovere inizia a dettarmi la giornata, mi dice -dai e' ora,
alzati- ma l'immobilismo e' fisicamente piu' forte, solo travi e
soffitto e
occhi fissi, anche la visione periferica e' un meccanismo sconosciuto.
Nella mia visuale entra la figura di
mia
moglie. Tra travi e soffitto, vedo il suo volto, dolce ma scavato,
sembra stanco e provato, gli occhi sono rossi di chi ha pianto.
Mi toglie la visuale del suo viso con
le sue mani tremanti, non
vedo piu' le travi e nemmeno il soffitto, ora solo il bianco candido di
un lenzuolo pulito.
Il bianco immacolato
e' l'ultima cosa che ricordo, poi solo buio.
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