Siamo chiari e onesti, indipendentemente dall'eta' dai presupposti che ti sei creato, diventare genitore ti rincoglionisce, sono tre anni che lo sono, assolutamente soddisfatto di come lo sto facendo ma non posso dire di non aver subito il rincoglionimento e chi vede il mio profilo su facebook o questo blog si e' reso conto, dato il numero di fotografie e scritti che ho pubblicato.
Quando allenavo i ragazzini, tre anni era il massimo del tempo che ritenevo di poter lavorare con profitto con lo stesso gruppo, adesso invece i tre anni di Gio sono solo una parentesi piccolissima del piu' importante e stimolante impegno della mia vita.
Mi sembra di essere fino adesso un genitore che lascia molto spazio e devo dire che la mia utente merita fiducia in quanto e' abbastanza autonoma, educata e matura. Non ha mostrato finora un talento particolare tolto un ancheggiare che la mamma definisce ballo quando dalla radio parte una musica reggae o una costante voglia di disegnare e dipingere.
Mi domando spesso se in qualche maniera devo indirizzare talune passioni o magari passare qualche interesse cercando di capire se puo' affascinare anche lei o meno, tolta una precocissima lezione di basket dovuta al fatto di aver ricevuto per il primo compleanno un canestro, non ho mai forzato nulla e credo che continuero' a non farlo.
Ci sono pero' delle cose che mi piacerebbe poter consigliare ma anche quelle all'orecchio di un figlio potrebbero sembrare delle imposizioni, cioe' creare nella testa il pensiero: se me l'ha consigliato papa' e' perche' vuole che lo faccio. E magari lei non ha nessuna voglia di mettere in pratica quel determinato consiglio.
Allora ho un po' di tempo per pensare la formula giusta per dirle, cara Gio' fai tutto con calma, lentamente, pensa, agisci, sbaglia e rifai tutto dall'inizio. Non aver paura delle cose nuove e fai piu' esperienze possibili, quando le hai fatte informati per farne delle altre e cosi' avanti.
Pensa alla casa come luogo dove stai bene, indipendentemente dalle quattro mura e quindi vai a vedere casa di mamma e quella di papa', e se l'idea ti piace pensa che quelle sono anche case tue, assieme a quella dove vivi.
Quando e se andrai a Trieste vai in centro (anzi in citta') a meta' mattina e mangia un panino di prosciutto cotto caldo, vai un po' in giro sulle Rive, guarda la piazza e il molo, cammina per la Cittavecchia', parla con tutti.
Vai in Val Rosandra e prima di mangiare un piatto di gnocchi da Bottazzo, dopo il piccolo ponte troverai una piccola garritta dove stava il finanziere di frontiera e metti il piede oltre la barriera cosi' avrai il lato destro del tuo corpo in Slovenia, anzi in Yugo perche' sei comunque un po' triestina, e l'altro in Italia, e mentre lo fai pensa che tuo papa' lo faceva sempre, credendo di fare chissa' quale trasgressione.
Vai in un osteria ma di quelle serie, ascolta e ridi.
Vai a Barcola d'inverno a anche la bora sapra' dirti cose importanti, se hai confidenza con lei non ti spazza via, vai a Barcola d'estate e metti in pratica quello che ti insegnero' ossia la clanfa (su questo saro' intransigente!) e cerca di schizzare almeno sopra alle scalette, poi fermati seduta sugli scogli in pineta, guarda il rosso del tramonto sporcato dal bianco del castello di Miramare, sono sicuro che ti innamorerai.
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