mercoledì 18 settembre 2013

PASSIONE BASKET

 
 
 
A pallacanestro per fare un tiro ignorante ci vuole una mano educata

Lao Tzu: "L'uomo saggio non agisce."
Eraclito: "Panta rei."
Cartesio: "Cogito ergo sum."
Rasheed Wallace: "Ball don't lie."
Non sto scherzando, ball don't lie, la palla non mente, è un contesto, ovvero sia la sueriorità della legge naturale su quella degli uomini" F. Buffa
 
Zeljko Obradovic sil suo mancato approdo in Nba:
Alcune squadre volevano intervistarmi e farmi una specie di colloquio. Io gli ho detto che mi intervistano solo i giornalisti.
Se vuoi parlare con me prima vieni da me, e non sono io che vengo da te.
Secondo: se qualcuno mi vuole,conosce tutto di me, quindi di che altro devo parlare?Se sono pronto?Se conosco il mio lavoro?
Comunque, ero pronto ad incontrare persone ma nessuno mi ha contattato direttamente.



"Nel nostro programma, la verità è la base di tutto ciò che facciamo. Non c'è nulla di più importante della verità, perché non c'è niente di più potente della verità. Di conseguenza, nella nostra squadra, diciamoci sempre l'un l'altro la verità. Dobbiamo essere onesti a vicenda. Non c'è altro modo." Mike Krzyzewski



EUROPEO 2013 -PRIMA DELLE FINALI- bilancio non influenzato dai risultati finali-



Se ai primi di settembre  parlando di nazionale agli Europei qualcuno mi avesse detto vinciamo con Turchia,Russia,Grecia,Spagna giochiamo alla pari pur perdendo con gli Sloveni nella loro tana, con i Croati e Lituani, dipende da chi fosse stato quel qualcuno. ma le mie reazioni potevano andare da un generico: -si si ok-, per uno sconosciuto, ad un -speriamo- per una persona a cui riservo educazione, a un -ma te son mona?- per chi ho confidenza.

L'Italia al mio cospetto partiva con la bruttissima figura nell'ultima gara dell'europeo lituano di due anni fa contro Israele, una gara che ha scalfito il mio orgoglio di tifoso.
Devo dire che non ero diffidente, ero un po' distaccato, in piu' le numerose e importanti assenze facevano si che l'alibi poteva essere dietro l'angolo.
Ero, piu' del risultato, curioso di vedere se Datome seguendo il suo momento magico poteva veramente e finalmente essere un grande giocatore e non un eterna, e solitamente italica, promessa, se Cinciarini anche in nazionale potesse continuare il suo processo evolutivo bloccato a Cantu' e ripreso a Reggio Emila, volevo la conferma che Cusin e'un gran bel giocatore interno e, non mi nascondo, ero pronto a criticare la maniera di stare in campo di Gentile, enorme talento, ma sin da bimbo con atteggiamenti censurabili, curioso poi di vedere se Aradori puo' veramente competere a questi livelli, se Belinelli si fosse definitivamente fossilizzato ad essere uno specialista Nba o magari rifiorire nel bel giocatore di Bologna, se Melli fosse stato capace di rispondere presente in un contesto che gli chiedeva di giocare piu' minuti che nel suo club, se Diener  poteva essere quel valore aggiunto che solitamente le altre squadre hanno dal naturalizzato, dagli altri ci si poteva aspettare una grande mano in allenamento o qualche mazzata nei pochi minuti a disposizione.

Devo dire che grosso modo tutte le ie curiosita' sono state soddisfatte, Datome e' veramente diventato Gigigante, a me piace vederlo giocare, disincantato ma concentrato, la perla e' stata la lucidita' dell'ultimo tiro contro la Spagna, la speranza e' che l'Nba non lo intorpidisca, mi sarebbe piaciuto di piu' vederlo competere in una squadra da alta Eurolega, Cinciarini ha fatto ottime cose e ha dimostrato di poter giostrare contro play con pedigree importanti, Cusin e'stato il mio personale Mvp si e' sbattutto come un leone con un po' di attenzione si vedeva che quando usciva, nella staffetta con Melli, si piegava su se stesso per recuperare fiato, e' stato molto intelligente anche nella gestione dei falli, normalmente suo cruccio. Aradori ingiustamente e'stato attaccatto persino troppo pesantemente per degli errori (grossolani) con la Lituania, ma non si puo' dimenticare di quante castagne dal fuoco ha tolto prima e dimostrando anche una buona attitudine difensiva, Belinelli secondo me e' stato la croce e la delizia italiana, quando lui ha brillato l'Italia ha brillato, le sue pause e forzature hanno invece creato problemi, ha assorbito troppo i lati negativi dell'Nba, credo che il cambio di casacca e l'approdo agli Spurs,cioe' una squadra che produce basket di ottimo livello, sia un ottima notizia anche per la Nazionale; Melli ha avuto un inizio piu' che incoraggiante e sorprendente, e' andato un po' in calare nel seguito della manifestazione ma come ho detto sopra si e' trovato con piu' minuti che a Milano e in un ruolo di unico interno con quattro piccoli attorno, che proprio suo non e'. Diener per me resta un ottimo giocatore, poteva dare una grossa mano alla manovra azzurra, lo ha potuto fare a corrente alternata causa una forma fisica aprossimantiva, ma il giocatore e'indiscutibile; non sono uno che da grosso peso a queste situazioni ma vederlo cantare l'inno di Mameli devo dire che mi e' piaciuto molto, non tanto per l'amor di patria, ma per un senso di appartenenza ad un gruppo.
Ultimo ho lasciato Gentile, lo ripeto, io saro' sempre nei suoi confronti un tifoso esigente e critico, nella mia misera carriera di allenatore di settore giovanile ho allenato a lungo il gruppo dei suoi coetanei all'Azzurra e abbiamo avuto modo di giocare contro, di vederlo a tornei e comunque era sempre un argomento quando si parlava con altri coaches.
Ha sempre dimostrato classe e talento, da piccolo qualcuno criticava la forma fisica ma la crescita naturale ha fatto il suo normale corso, a me non e' mai piaciuto il suo atteggiamento, il suo linguaggio del corpo, il mio giudizio poi e' peggiorato vedendolo a Vilnius per gli Europei under 18 dove e'stato gestito da stellina, e dopo qualche exploit, si e' spento e con lui la squadra.
Nella sua prima manifestazione da senior pero' ha indiscutibilmente brillato, ha trovato mille soluzioni per andare a canestro, ha usato l'arresto e tiro, e quando la palla ha cominciato ad entrare anche dalla lunghissima non si e' mai tirato indietro, anche in difesa che resta un punto da migliorare velocemente ha dimostrato buona volonta', spero che l'arrivo di Banchi (ex mago del giovanilie) e la responsabilita' di essere il capitano dell'Olimpia lo spinga a migliorare ancora.

Per quanto riguarda il resto dell'Europeo non si puo' non dire che alla vigilia e'stato definito il torneo degli assenti, ma tutto sommato a me e' piaicuto, per fare un bel discorso da bar la delusione e' sicuramente la Turchia arrivata probabilmente scarica alla fine di un ciclo, la sorpresa  assieme all'Italia potrebbe essere l'Ucraina di coach Fratello e del presidente Sasha Volkov (ex giocatore di Mike Fratello ad Atlanta) arrivata tra le prime otto, oppure l'ottimo campionato dei Croati  di Repesa, un po' di delusione dalla Slovenia, che forse ha fatto troppi calcoli strada facendo, e si e' consegnata nelle mani dei Dragic quando invece potevano essere un valore aggiunto ad una buona squadra (vate Sergio Tavcar docet).
A casa mia oltre al tricolore italiano ha sventolato, grazie alle donne, quello lituano e oltre al loro tifo esiste la mia ammirazione per una scuola cestistica di livello assoluto, dopo aver visto le prime gare non ero soddisfatto vedevo una squadra macchinosa e prevedibile , poi durante la manifestazione, una grande progressione e un solito bel basket.
Altro bel basket ma non supportato dai risultati e' stato quello lettone, che secondo me potra' essere una sorpresa nelle prossime edizioni avendo un ottimo serbatoio di under 23.

Pillole:

- Nella partita Lituania-Italia mi e' saltato all'occhio che tra i protagonisti piu' giovani si sono distinti Gentile e Motejunas, da giovanissimi a Treviso, senza pensare a Kalnietis gia' preso dall'allora Benetton e trasferimento saltato per motivi personali del'atleta. Qualcuno non sara' d'accordo, ma quanto manca la Benetton Treviso anche per la nostra nazionale......

-Dopo 8 partite di Europeo, la stella Rubio aveva tentato 7 tiri da tre punti, dato che mi e' saltato all'occhio essendo lui un play, insisto che trattasi di ottimo giocatore che si porta dietro fin da under la fama di non guardare il canestro,  migliorato molto poco da quando e' senior.

- Dal mio punto di vista nelle qualificazioni un livello arbitrale molto basso, migliorato nelle fasi seguenti, sdoganata ormai la stoppata (salta e puoi prendere tutto, sempre che nel tutto ci sia anche la palla), e l'infrazione di passi in partenza (e per fortuna quelli in virata) poi la paura di fare un fallo antisportivo (da ultimo uomo/trattando la palla/ecc ecc) in un contropiede lanciato, ha fatto si che esista il fallo sistematico a meta'campo  tipico del gioco della pedata e che ha reso ricco,famoso e campione del mondo Ringhio Gattuso, non so cosa e' meglio...

- Credo (ma sara' difficile)  che questo e'il primo e ultimo avvenimento sportivo che seguo tramite social network, infatti nelle migliori delle ipotesi tutti diventano allenatori e comissari tecnici, iniziano a criticare dalle convocazioni alla gestione di un singolo possesso, dimenticando che esiste un'equilibrio di squadra e un equilibrio di valutazione, forse non sapendo cosa vuol dire gestire un gruppo e crearne una precisa identita', devo dire che pensavo che nel mondo cestistico non ci fossero questi buchi neri tipicamente calciofili.
Nelle peggiori ipotesi invece, si parla proprio di gente pronta a salire sul carro dei vincitori, per scendere velocemente alla prima sconfitta e risalire ineggiando all'orgoglio e alla reazione dopo un'impresa, insopportabili poi gli insulti ai giocatori figli di un sentirsi forti davanti ad uno schermo e ad una moltitudine virtuale di persone.

-Giocatori: ricordo che nella mitiche cronache delle partite di Dan Peterson, lui non dava mai la palma del migliore ad una star perche' fare bene per lui deve essere normale, quinid mi piace parlare di qualche giocatore che prima non conoscevo e che si e'distinto.
Da un po' non vedevo giocare a basket facilmente come gioca il diciannovenne croato Dario Saric, che spero rimandi di qualche anno il suo sbarco in Nba, resta un ottimo giocatore ma ormai definito in un 4-5 di peso l'ex prospetto lituano Motejunas che ricordo come possibile giocatore totale, mi e'piaciuta la coppia guardia-pivot ucraina Gladyr-Natyazhko (ma anche il giovane play Mishula), il pivot Ajnca ha surrogato molto bene l'assenza di Noah in una Francia che continua ad essere criticata per il gioco ma appoggiandosi alle sapienti mani di Parker resta sulla cresta dell'onda, ultima indicazione e' l'assotigliamento delle distanze da quelle che erano una volta le squadre materasso, ora bisogna stare molto attenti quando giochi contro chiunque.

Lele Bassi





MARCH MADNESS 2010 -Final Four-

BUTLER - MICHIGAN STATE
I Bulldogs di coach Brad Stevens arrivano alle final four come sorpresa ma molto carichi e in un buon momento di gioco, la loro stella e' senza dubbio il talentuoso Hayward.
Dopo aver battuto Syracuse e Kansas State, Butler incontrera' MIchigan state e cosi' si incontreranno i miei coch preferiti, il giovane Stevens contro l'esperto Tom Izzo.
Michigan State, con la presenza fissa di Magic Johnson il piu' celebre Spartan della storia tra gli spalti, hanno eliminato prima la Cenerentola North Iowa e poi hanno dato vita ad una grandissima partita con Tennesse vinta 69-70 dopo un inizio spettacolare (14-14 dopo 4 minuti) fatto di alley hoop e triple. I giocatori che piu' mi hanno colpito sono il play Loucius e Green, pivot, la cui forma fisica e' da rivedere ma i piedi e le mani sono da campione.


DUKE - WEST VIRGINIA


L'altro scontro sara' Duke - West Virginia, partita tra una squadra habitue' della manifestazione come quella allenata dal mito coach K e quella di Bob Huggins che partecipera' alla final four dopo ben 51 anni.
Duke e' veramente una squadra solida, arriva da due belle vittorie, belle, perche' diverse.
Se con Purdue decisiva e' stata la prova della star Singler, nella gara con Baylor la prestazione di squadra e' stata fantastica.
Infatti i 5 punti di Singler con un desolante 0/10 dal campo, e' stato sopperito dalla gran regia di Smith che ha orchestrato alla grande il suo attacco contro i 40 minuti di match up di Baylor, difesa che nelle precedenti uscito aveva pagato e non poco.
 West Virginia, dopo aver avuto la meglio su Washington (69-56), ha eliminato la squadra per me favorita, Kentucky, buttando all'aria il mio pronostico.
Bella, oltre alla partita, la sfida tra il perfetto ed elegante coach Calipari e il coach Huggins che ha sfoggiato per tutto il torneo la stessa felpa della tuta della sua squadra.
Anche in Usa evidentemente la scaramanzia ha il suo peso.
 Interessante ed emozionante per concludere e' la storia del play di Duke, Smith.
Figlio di Dereck Smith, leggenda di Lousville con la quale ha vinto il titolo NCAA 1980 e onesto giocatore NBA, morto a 35 anni per un infarto.
Johnny Dawkins, ex compagno di squadra di Dereck, ex assistente di coach K a Duke e ora capo coach a Stanford, dopo aver collaborato ad allevare il ragazzo lo recluto' a Duke.
Prima della decisiva gara con Baylor. dove Smith e' stato l'MVP, il ragazzo ha visto il servizio sulla cavalcata di Lousville nel 1980 e sul suo profilo twitter ha scritto: This one is for you Dad! # let's go duke! dedicando in anticipo la grande prestazione al padre!!!!
Eccoci finalmente a Indianapolis, la Lucas Oil Arena ospita piu' di 70.000 mila spettatori ed ad aumentare l'emozione ai ventenni universitari l'enorme scritta dietro ai canestri: THE ROAD ENDS HERE. Le quattro bande degli atenei coinvolti, suonano per accogliere le prime due protagoniste di queste final four, Michigan State affronta Butler. Butler e' la piu' piccola universita' di sempre a partecipare ad una final four e lo fa a casa sua, a 7 miglia dal Campus. 
La partita e' intensa come sempre, le difese hanno la meglio sugli attacchi e questo premia Butler che finora non ha mai concesso piu' di 59 punti alle proprie avversarie.
 I Bulldogs confermano questa regola e vincono 52-50, grandi protagonisti Gordon Hayward leader di Butler (19+9) e Durrel Summers (14+10) per gli Spartans. 
La seconda semifinale vede protagonisti i Blue Davils di Duke e i Mountaneers West Virginia. 
La squadra di coach K e' sempre avanti nel punteggio, al riposo si va con Duke avanti di 8 punti (39-31), la seconda frazione continua sugli stessi binari e dopo l'infortunio della star di WV, Da'sean Butler, Duke dilaga fino al 78-57. Da segnalare la bellissima scena di coach Bob Huggins che per oltre un minuto tiene tra le sue braccia Butler dolorante a terra. Dopo la domenica di riposo pasquale, Butler e Duke sono i campo per la finalissima.
Era il 1980 quando coach K inizio la sua avventura con i Blue Davils e il suo avversario Brad Stevens aveva appena tre anni, era sempre ad Indianapolis e sempre nel 1980 la final four Ncaa che vedeva trionfare Lousville della stella Dereck Smith, padre tristemente scomparso, del play di Duke, Nolan Smith. La partita inizia subito a ritmi altissimi, le difese sono super agressive sugli esterni e Butler cerca di attaccare dal palleggio il lunghissimo Zoudek, la mossa e' quella giusta ma l'imprecisione del pur propositivo Howard non e' delle migliori, 0/3 da sotto e 1/4 dalla linea della carita'. E cosi' protagonista diventa il suo cambio Jukes che mette a segno nel primo tempo 10 punti (ne aveva realizzati 11 complessivi nelle precedenti 8 partite). Duke invece e' una macchina da gioco i big three (Singler,Smith,Scheyer) macinano punti e assist, il 214 cm Zoudek e' presentissimo nelle due aree: in difesa Singler mette la museruola ad Hayward. Il primo tempo si conclude sul 33-32. nella seconda frazione non cambia nulla, le emozioni si vivono ad ogni possesso ad ogni scelta, il terzetto di Duke continua a trascinare la squadra mentre Hayward e' bravo a raccogliere le briciole che Singler gli concede (alla fine saranno 12+8 con 8/8 ai t.l.). Negli ultimi 5 minuti si vede come nel basket a volte contano piu' orgoglio,grinta,cuore e concentrazione di altre qualita', infatti e' il mini-pivot Howard a tenere a contatto i bulldogs ai blasonati avversari, con un prezioso 4/4 ai liberi (finora era 1/4) e due perfette letture del pick & roll che portano 8 preziosi punti, un riscatto al suo balbettante avvio. Sul 60-59 Duke, a mezzo minuto dalla fine i Bulldogs non riescono a costruire un buon tiro e cosi' tocca ad Hayward inventare ma la palla batte sul ferro e Zoudek prende rimbalzo e fallo a 3 secondi dalla fine. Il centro realizza il primo e sbaglia di proposito il 2, Hayward prende il rimbalzo arriva con 2 palleggi a meta'campo e lascia partire l'ultimo tentativo, che batte sul tabellone balla sul ferro ed esce..regalando la quarta affermazione nazionale a Duke.
 Al centro del campo si festeggia, entra la scaletta dello sponsor che servira' a coach Mike Krzyzewski per tagliare la retina, solito souvenir delle grandi vittorie. Butler e coach Stevens escono a testa altissima, con il rammarico che l'unica volta che la difesa ha concesso piu' di 59 punti e' arrivata la sconfitta, ma anche la conapevolezza di aver fatto qualcosa di incredibile, a cui e' mancata solo la ciliegina finale. 

Lele Bassi




"Ci sono tre cose che dovremmo fare tutti i giorni : la prima è ridere
dovremmo ridere ogni giorno.
La numero due è pensare.Dovremmo passare almeno un momento della giornata pensando.
La numero tre, dovremmo avere ogni giorno emozioni che ci spingono a piangere, per la felicità e la gioia.
Pensateci, se ridiamo, pensiamo, e piangiamo, quella è una giornata piena, una grande giornata.
Fatelo sette volte a settimana, e avrete qualche cosa di speciale." 

Jim Valvano 



Sicuramente nel cercare i valori in cui si crede, si ricade normalmente nell’analizzare l’amore, l’amicizia, il rispetto per sé stessi, sia fisico che mentale, oppure cadere nei valori materiali: il denaro, l’automobile e tutto quello che la società materialistica e consumistica cerca di propinarci ogni giorno, arrivando a considerare l’aspetto morale dei singoli valori, cioè il bene ed il male di essi.
Questo perché, scoprire i valori in cui noi stessi veramente crediamo, è uno scoprire veramente come siamo, un mutare di atteggiamenti e di pensieri, uno spogliarsi delle difese, delle barriere che la società ci costruisce per vederci veramente come siamo, e la realtà molte volte fa paura.
Io credo nell’amicizia, ma non perché mi hanno spiegato che l’amicizia è bella o perché ad avere degli amici ci si diverte e si va a ballare, ma perché è una cosa mia, a cui non devo credere, ma solo esprimere quello che sento, forse è uno stadio prima dell’amore oppure una forma d’amore.
Molti dicono che l’amicizia è un’utopia, probabilmente io sono fortunato o un fervente ottimista, am penso di avere molti amici, amici veri non legati da compromessi o atavica conoscenza, ma amici da cui devo ricevere e a cui devo dare, e alle volte devo subire. Amici che mi hanno dimostrato in molti momenti che questo valore esiste e che, quando lo trovi veramente, la vita è sicuramente migliore. Chi trova un amico trova un tesoro, ma per me trova sicuramente molto di più.
L’amore, altro valore fondamentale, non considerato solamente come amore fra due persone ma amore per sé stessi, per il proprio corpo; scoprirsi, valutarsi, migliorarsi. L’amore per il proprio pensiero non racchiuso, ma aperto a critiche e cambiamenti.
Amore idillico, cioè legato alla natura, all’ambiente che ci circonda, portato alle piccole cose, agli avvenimenti quotidiani, un amore che diviene gioia di vivere.
L’amore legato ad una persona, forse il più facile da provare istintivamente ed immediatamente, ma sicuramente il più difficile da coltivare ed accrescere.
La gioia di divertirsi, intesa nel cercare in ogni momento il bello, l’umorismo, il sorriso anche nei momenti più difficili, avere la gioia di vivere.
Poi c’è un valore non facile da spiegare, che non riesco a capire se sia una cosa genetica o se sia un insieme di tutti i valori in cui credo: il rispetto, l’amore, la gioia per la mia attività.
Io amo quando gioco, mi diverto, rispetto chi ho davanti, arrivo ad essere amico dell’avversario, avendone però la convinzione di batterlo, certe volte penso di essere drogato di basket, ma i drogati non amano quello che fanno.
Forse è il mio modo di vivere, è il mio stile, è la mia vita.”  

Massimo Mazzetto




UN VECCHIO ALLENATORE MI HA DETTO:
1) "Impara da tutti ma non scimmiottare mai nessuno"
2) "Ruba il mestiere guardando chi ne sa più di te."
3) "Non avere paura di cambiare idea. Solo gli stupidi vivono di certezze."
4) "La pallacanestro è solo un gioco e non ha verità rivelate."
5) “Quando trovi una buona idea, usala e falla diventare tua. Ma...ricordati di citare la fonte!”
6) “Rispetta il passato perché è la tua storia. Un giorno lontano anche tu sarai il passato per altri ragazzi come te.”
7) “Impara dalle sconfitte perché possono insegnarti molte più cose delle vittorie”
8) “Tratta il tuo collaboratore come un fratello e per te si butterà nel fuoco”
9) “Quando guardi negli occhi i tuoi giocatori fallo allo stesso modo con tutti”
10) “Tratta l’ultimo giocatore della panchina come se fosse una superstar, si ricorderà di te anche come uomo”
11) “Non permettere mai ad un tuo giocatore di diventare un privilegiato: il gruppo viene prima di ogni altra cosa”
12) “Il più grande successo sportivo è che i tuoi ragazzi ti ricordino prima come persona e solo dopo come allenatore”
13) “I tuoi giocatori non sono tuoi figli e nemmeno tuoi amici: sono i tuoi giocatori”
14) “Dopo le vittorie ti sembrerà di avere tanti amici, saranno molti meno dopo le sconfitte. Tu però conserva sempre il tuo equilibrio, dando allo sport il giusto valore”
15) “Ricorda che puoi imparare moltissimo osservando i tuoi giocatori”
16) “Non fare di una palla che rimbalza la tua sola ragione di vita!”
17) “Cerca di essere ricordato per quello che hai fatto e non per quello che hai detto”
18) “Ricordati che la vittoria è come una giostra: presto o tardi si scende”
19) "Nella vittoria lascia il palcoscenico agli altri. Nella sconfitta parla sempre in prima persona"
20) "Se entri in palestra come se entrassi in un tempio, anche i tuoi ragazzi impareranno a farlo"
21) "Se conosci i giocatori sei preparato. Se conosci le persone sei imbattibile"
22) "Quando sbagli ammetti l'errore davanti ai tuoi giocatori, ti guadagnerai la loro stima come uomo"
23) "Quelli che vogliono fare carriera li riconosci dai salamelecchi spudorati che fanno quando incontrano giornalisti, presidenti, colleghi di categorie superiori. Se un giorno mi vedrai comportarmi così, toglimi il saluto!"
24) "Fra la passione e la carriera non ti puoi sbagliare: scegli la passione!"
25) "Dal giorno stesso in cui hai deciso di allenare sei diventato un personaggio pubblico. Sappi che la gente ti giudicherà e potrà anche sparlare di te. Se sei troppo suscettibile o permaloso, lascia perdere, questa roba non fa per te"
26) "Non trasformare ogni allenamento in un clinic! Ai tuoi giocatori basta la metà di tutto quello che dici"
27) "A qualunque livello tu alleni, non dimenticarti che l'educazione viene prima di qualunque risultato"
28) "Quando ti chiameranno insegnante invece che allenatore, dovrai andarne orgoglioso!"
29) "Se li hanno chiamati fondamentali si sarà un motivo!"
30) "La tattica è come un piatto di alta cucina, non tutti lo sanno apprezzare"
31) "Se capisci che per i tuoi ragazzi la pallacanestro non è che uno dei tanti impegni della vita, dì loro di smettere al più presto e di dedicarsi a passatempi più interessanti"
32) "Molto meglio avere in palestra cinque giocatori che hanno voglia che quindici svogliati"
33) "Non allenare per carriera, allena per passione"
34) "Chi allena i giovani dovrebbe avere la mente sgombra e il cuore leggero"
35) "Quando vinci sono in molti a voler salire sul tuo carro, in compenso quando perdi vai più veloce!"
36) "Saper insegnare è un'arte, saper correggere è una missione"
Parole in libertà di Coach XX raccolte (nel tempo) da Gigi Mondani
 
 
Ho fatto 250 Km per seguire a Cuneo un clinic di padre e figlio allenatori: Franco e Giuliano Stibiel. Un maestro come Franco Stibiel ha catalizzato l’attenzione di tutti parlando e figurando di come si difendeva al Ricreatorio Padovan, con la dialettica e la mimica unici e entusiasmando la platea; nel suo modo di intendere la pallacanestro l’essenza di quello che significa insegnare la pallacanestro attraverso il gioco.  
Massimo Raseni 

Perchè un genitore deve iscrivere il suo ragazzo al nostro settore giovanile?

Semplice, perché la nostra non è solo una scuola di pallacanestro, ma anche una scuola di vita. Il "maestro" Claudio Papini mi ricordava sempre: "Noi siamo istruttori ed educatori prima che allenatori". Ecco, questo è il messaggio cui teniamo di più, il messaggio che vogliamo trasmettere ai nostri allenatori.

Il nostro obbiettivo è quello di "creare giocatori di pallacanestro". Ma quando dico "giocatori di pallacanestro" intendo giocatori non solo professionisti, ma anche semi professionisti o dilettanti, giocatori che possano giocare a qualsiasi livello.

Per me tutti questi atleti rientrano nella categoria di giocatori. Ma qualsiasi sia la categoria i nostri atleti devono avere una caratteristica in comune: il rispetto delle regole.

I nostri tesserati devono crescere rispettando le decisione arbitrali, le decisioni tecniche dell'allenatore, le decisioni della società, e nello stesso tempo devono sapere che il lavoro in palestra e il loro miglioramento individuale deve avvenire tramite e insieme al gruppo in cui giocano.

Ecco, un genitore deve sapere che noi curiamo questi aspetti, che non siamo in palestra solo per far correre e divertire i loro figli, come spesso sentiamo dire, ma abbiamo anche un aspetto educativo ben presente: un percorso di crescita che vogliamo affrontare insieme ai loro figli.
Paolo Carasso
 
Non ci sono scorciatoie o misteri: giochi bene se ti alleni bene e viceversa. E per allenarsi bene bisogna che sia elevato il livello di preparazione dell'allenamento stesso. Non fosse altro che per l'elementare considerazione che i giocatori capiscono subito se chi propone loro delle cose crede in quello che sta facendo o meno" 
Ettore Messina
 
 
Quando migliori un po' ogni giorno, alla fine succedono grandi cose. Quando 
migliori un po' la tua forma fisica ogni giorno, alla fine ottieni un gran 
miglioramento nella tua forma fisica. Non domani, né il giorno dopo, ma alla fine hai fatto un notevole progresso. Non bisogna cercare miglioramenti rapidi e spettacolari, bensì miglioramenti piccoli, giorno per giorno. Questa è l'unica strada per ottenere dei miglioramenti che durino nel tempo.” 

John Wooden, UCLA



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