Vivere all'estero fino a questo momento e' stata per me un'esperienza formidabile, ti forma anche se non vuoi, ti fa conoscere persone nuove ma soprattutto ti fa vivere secondo altre consuetudini e cio' e' sempre stimolante.
Il rovescio della medaglia e' che ti fa vivere lontano dalle persone e dai posti conosciuti e amati, e che ogni volta che torni e riparti, tutto puo' essere l'ultima volta.
Ed e' stato purtroppo cosi' anche nell'estate 2010, quando ho parlato e riso per l'ultima volta, a Punta Sottile e al mitico campo Cenni, con Cola Porcelli in assoluto uno dei migliori uomini di basket che Trieste ha mai avuto.
Appena saputo, ho sfogato il mio sentimento in un paio di righe che gli amici di Megabasket.it, hanno pubblicato. Sono affezionato a queste righe e le voglio avere sul mio blog.
Dalla lontana Vilnius mi e' arrivata una tragica notizia e la mia
reazione e' stata questa: chi ha calcato anche una volta sola un campo
di basket a Trieste sa chi e' Cola; Cola e' stato un giocatore di
primissimo livello, e' stato un bravo allenatore, ed elemento
insostituibile in una societa' triestina storica come e' il Santos.
Ma tutto questo non conta niente perche' probabilmente ci saranno altri
ottimi giocatori, altri ottimi allenatori ed il Santos trovera' altri
bravi dirigenti, ma perdendo Cola perdiamo un uomo vero, una persona
buona, un maestro di vita.
Ho avuto il privilegio nella mia pessima carriera di giocatore di avere
Cola come coach e l'umanita' che lui trasmetteva in ogni parola che
diceva non l'ho mai trovata in nessuno.
Quando da allenatore ho allenato il Santos nell'ambito della
collaborazione con l'Azzurra, alla fine delle gare aspettavo sempre un
suo giudizio, una sua parola, non mi ricordo una volta che non centrasse
il segno.
Allora Cola grazie, quando perdero' la testa allenando continuero' a
massaggiarmi le tempie come tu ci dicevi di fare, e grazie di essere
stato uno di quelli che mi ha fatto amare in maniera viscerale questo
gioco.
Ciao Cola!
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