Mario con la sua poco elegante canottiera e' affacciato alla finestra, si sente molto solo da quando suo figlio Pino affermato manager e' volato all'estero.
Vedere tutta quella gente che passeggia sotto casa sua, svagata e rilassata, gli fa passare un po' piu' velocemente il tempo.
Ci sono gruppi di turisti che passano nella piazza per vedere quella statua cosi' importante, e cosi' presente su tutte le guide turistiche.
Per Mario e' solo un posto dove appoggiarsi quando aspetta il tram.
E proprio dopo il tram che riparte, sente un rumore diverso dal fischio ferroso delle rotaie, e' una piccola utilitaria che arriva con una gomma completamente stracciata, l'autista parcheggia in piazza, si ferma proprio sotto la statua, imprecando per quell'imprevisto che gli fa perdere del tempo.
Il proprietario dell'utilitaria ha un cappotto leggero che, passa sul lastricato della piazza quando controlla il danno, non e' pratico, tira fuori il crick, dopo aver erroneamente preso il triangolo d'emergenza.
Mario vede il signore impacciato, prova a dare istruzioni da lontano poi decide di infilare la sua felpa e di aiutare il goffo gommista occasionale.
Mario con le mani ci sa fare, e in pochi minuti il pneumatico di scorta e' fissato, e l'autista dopo qualche aiuto da garzone ed un ulteriore passaggio del tram, puo' ripartire. Grazie!
Abbassa il freno a mano, ingrana la prima quando un giovane studente con uno zainetto rincorre invano il tram, - no! adesso devo aspettare venti minuti-.
L'autista senza pensarci propone allo studente di salire in macchina nello spazio di una o due fermate il tram e' raggiungibile, e cosi' e'.
Con un abile, ma forse non legale sorpasso proprio sul mezzo pubblico, l'utilitaria arriva prima alla fermata, e lo studente in pochi secondi ha recuperato tempo e tram. Grazie!
Timbra il suo biglietto, si siede in un dei pochi sedili di rimasti, proprio quello dietro al manovratore, controlla il suo telefonino, poi prende un libro che lo accompagnera' fino alla sua destinazione.
Gente che sale e scende, una frenata brusca, e poi il solito movimento regolato da fermate e ripartenze.
La cabina e' piena quando una piccola e anziana signora con due borse di plastica per mano sta per entrare, con un sorriso saluta il conducente, fa fatica ad allungare la gamba, lo spazio tra il marciapiede e la porta aperta, al suo fisico stanco, sembra un burrone.
Il ragazzo alza la testa dal libro e con un gesto istintivo si fionda verso la porta, prende le borse della signora, le offre il braccio per accompagnarla al posto che lui ha lasciato libero.
Un sorriso e Grazie!
Arrivati al capolinea la vecchia trascina le borse e le sue gambe verso il suo piccolo appartamento, per fortuna non ha molta strada da fare.
Vicino ad un chiosco che prepara degli ottimi panini caldi e tranci di pannocchia e' posizionato uno di quei distributori automatici di bibite, una ragazza sospende il suo jogging inserisce una moneta nella feritoia, seleziona il suo prodotto, ma evidentemente la macchina e' momentaneamente in tilt.
Per la giovane l'ultima moneta e' andata, cerca tramite quel falso tasto di riavere il suo euro ma niente da fare, si trattiene dal rifilare un calcio al distributore, quando la vecchia con la borse appoggiate vicino ai piedi e in mano un consumato borsellino in pelle pieno di centesimi, offre alla ragazza le monetine utili per il mezzo litro d'acqua, la ragazza infila le monete prende la sua bottiglia e Grazie!
Ricomincia a correre entra nel parco per l'ultimo chilometro della sua seduta di allenamento giornaliera, un bimbo scatta con l'andatura caracollante, la mamma lo segue riproducendo quel gioco che abbiamo fatto tutti e che di posto in posto ha nomi diversi: Ce l'hai! Darsela! Tiki! Prendimi! Il bimbo non controlla piu' velocita' ed equilibrio, mette le mani davanti per proteggersi e la ghiaia lascia sulle dita i segni della caduta, la ragazza aiuta la mamma, versa un po' d'acqua sulle mani sporche e ferite, il bimbo con un paio di sorsi calma il suo pianto.
La mamma lo assicura al passeggino, e Grazie!
Uscendo dal parco prendono il grande viale che li avvicina a casa, l'illuminazione pubblica aumenta, si percepisce chiaramente di entrare nel cuore della citta'.
Abitare in centro e avere a qualche passo un bel parco e' una gran fortuna per la mamma ma soprattutto per il pargolo.
Ci sono quasi, devono solo passare quella bella piazza con quella statua visitata sempre da molti turisti, mancano pochi metri, quando il bimbo indica alla mamma qualcosa a terra.
E' un portafoglio, la mamma controlla subito il documento, Rossi Giuseppe, un signore con capelli castani e ricci, e dalla foto si intravvedono abiti eleganti, camicia, giacca e cravatta.
Si guarda un po' in giro, vede un signore distinto, alto con una mano in tasca. Sembra lui.
-Signor Giuseppe Rossi?- la mamma si assicura, restituisce il portafoglio, il signore sollevato lo rimette in tasca, la mamma orgogliosa puntualizza -lo ha trovato mio figlio- Giuseppe Rossi risponde prontamente -Ha proprio un bravo figlio signora, vorrei poter essere come come lui-. Grazie!
L'elegante signore continua, fa ancora due passi e arriva nella "sua" piazza, quella che e' per lui e' stata campo di calcio da bambino, punto di ritrovo da adolescente e luogo da aperitivo da adulto.
E' tanto tempo che non ci tornava nella piazza dove ha sempre abitato e dove adesso risiede ancora suo padre, solo, da quando la mamma e' stata male.
Si sente in colpa, alza la testa e lo vede affacciato alla finestra, Mario con la solita canottiera si allunga per salutarlo.
Mario lo guarda con occhi lucidi e a voce bassa dice, Grazie!
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