Sono ormai sei anni che si parla quotidianamente di crisi economica, qualcuno mette la data del quindici settembre duemilaotto, il fallimento della Lehman Brothers come punto di non ritorno, anche se gia' da un po' le minacce di recessione erano evidenti.
Sucessivamente la situazione e' peggiorata e sempre piu' Stati ne sono rimasti coinvolti.
Non ho la preparazione per dire se e' stato fatto tutto il possibile per mettere alle spalle questo momento difficile, pero' posso dire quello che piu' mi ha colpito.
La prima cosa e' stata il continuo proclamare l'anno entrante come quello della rinascita.
Il duemiladieci sara' l'anno della ripresa.
Il duemilaundici sara' quello del rilancio.
Il duemiladodici sara' la fine della crisi.
Probabilmente gli anni indicati sono sbagliati e le parole non sono esattamente queste, ma i proclami li ricordo, fatti dalle piu' diverse autorita' economiche e politiche.
Attendendo quindi la fine della crisi, il rilancio e la ripresa si e' formata la "generazione mille euro". Non voglio neppure commentare il neologismo perche' mi sembra triste e volgare prezzare persone che dovrebbero garantire il loro futuro e quello della collettivita' come un mobile da montare dell'Ikea.
Questa generazione e' formata da giovani che lavorano sottopagati, con fasulli contratti a termine, alimentando un precariato che ormai e' fragile pilastro della nostra societa'.
Senza poi pensare che quella generazione con il passare degli anni e' diventata da una categoria degli ultimi a dei privilegiati che hanno un impiego e un'entrata, dato il galoppare del dato legato alla disoccupazione.
Proclami di ripresa, generazione mille euro e per chiudere, quante volte abbiamo sentito:
la gente non arriva a fine mese, o non si arriva alla terza settimana, eccetera.
Quello che e' un dato di fatto e' purtroppo diventato anche una bandiera di politicanti che con l'ipocrisia si riempiono la bocca con questa frase strappando l'applausi di salotti televisivi costruiti su misura per la casalinga di Voghera.
Pero' e' sul dato di fatto che credo sia direzionato il provvedimento del neopresidente del consiglio Renzi.
L'ex sindaco di Firenze ha addirittura messo in discussione la sua carriera politica se entro maggio i lavoratori dipendenti che percepiscono fino a milecinquecento euro non avranno in busta paga un incremento di almeno ottanta euro.
Sia chiaro, non voglio minimizzare e nemmeno sputare sopra a ottanta euro, quello che mi permetto di dubitare e' come questi soldi possano far ripartire i consumi, vero obbiettivo renziano.
Allora chi meglio di Roberto Kidzik e la sua rubrica Weekly Pillows periodicamente su questo blog per avere un chiarimento, un pensiero, un autorevole parere?
Precisamente la domanda all'economista K e':
La generazione mille euro, le persone che non arrivano a fine mese hanno probabilmente fatto ricorso a prestiti con banche, finanziarie, o anche semplicemente con famigliari, oppure hanno dato fondo a vecchi risparmi, adesso useranno quegli ottanta euro per far ripartire i consumi? Oppure dovranno affrontare con quei soldi situazioni regresse?
A K la risposta.
Prima di rispondere in maniera diretta vorrei condividere alcuni pensieri di tema economico.
L’ultima settimana ha evidenziato un calo dell’economia cinese, il “drago” non riesce a crescere più a tassi a due cifre ma si deve accontentare di un modesto 8.3% annuo. Probabilmente vi sarà una stretta della moneta e queste due componenti porteranno una riduzione dei consumi nella Repubblica di Pechino.
In Europa l’indebolimento della moneta unica nei confronti del dollaro (1.40 il tasso di cambio) produrrà inevitabilmente un calo delle esportazioni e di conseguenza una riduzione della produttività. Se l’industria comincia a produrre di beni probabilmente ridurrà il numero degli occupati e questo far ulteriormente crescere il tasso di disoccupazione con drastico calo dei consumi.
La soluzione c’è e più che per Renzi passa attraverso la Merkel…forse anziché regalare la maglia di Mario Gomez il nostro premier avrebbe dovuto ricordare alla cancelliera come la BCE sia presieduta da un italiano, quel Mario Draghi, che da vero capitano (al contrario di Schettino) ha tenuto saldamente la barra del timone durante la tempesta dei mercati finanziari.
Ora come ora bisognerebbe essere più coraggiosi dei capitani di Kypling ed adottare politiche monetarie straordinarie: innondare i mercati di liquidità (come hanno fatto a loro tempo gli Usa) e permettere alle aziende ed ai privati di accedere al credito.
Tutto questo, si sa, non può avvenire senza il placet della Merkel.
A mio avviso solo un intervento da parte della BCE rimetterebbe in circolo consumi ormai asfittici.
Inoltre solo una precisazione riguardo la domanda iniziale: il premier Renzi ha previsto maggiori detrazioni (pari a 1.000 euro) per i lavoratori con redditi fino a 25.000 euro, che permetterebbero quindi di avere “potenzialmente” 80 euro in più al mese in busta paga.
Personalmente ritengo difficile cambiare detrazioni e deduzioni fiscali, ossia considerato come la nostra legge sulla tassazione risalga agli anni 60, sono scettico nel considerare una rivoluzione di tale portata; inoltre mi sembra una legge di “propaganda” innalzare la tassazione delle rendite finanziarie dal 20 al 26% (restando inalterata quella del 12.5% a favore dei titoli pubblici).
Mi spiego vogliamo far bella figura in Europa ?, si vanvera che i prossimi anni l’Europa sarà trascinata dall’Italia… e allora guardiamoci attorno e vediamo come gli altri paesi, per esempio, tassino le rendite in base ai possessori (i piccoli di meno, i grandi di più) o in base al tempo (chi lo fa per investimento e non specula, paga meno). Strano che non siano stati ancora annunciati i numeri dell’occupazione: 1 milione di posti di lavoro….in meno ?
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