Sono passati praticamente due anni dal mio arrivo in Belgio, e in base alle mie esperienze posso pensare a formulare un personale bilancio (personale bilancio? mi ricorda il personalissimo taccuino di Rino Tommasi nelle mitiche telecronache di boxe, anni ottanta-novanta).
Un bilancio telegrafico, una
mitragliata di informazioni, impressoni e dati di fatto che pensando a
queste righe mi sono saltate in mente.
Come sapete una mente allegra, talvolta
fantasiosa, sicuramente di limitate dimensioni, nonostante un capoccione
capace (nel senso capiente).
Innanzitutto devo smentire categoricamente un
guru della pallacanestro triestina come Lucio Martini, che quando
intende sottolineare l'inutilita' di un suo giocatore in campo si rifa'
alle terre belghe (testuale: Te son inutile come el Belgio!). Il Belgio
non e' forse Roma o Parigi, ma regala grandi paesaggi, bellissimi centri
storici, luoghi caratteristici, pur ammettendo che il mio giudizio e'
circoscritto a Gent, Brugge e parte di Bruxelles.
Se capitate poi nelle
Fiandre Orientali, capoluogo Gent, dove abito, e non parlate l'olandese
ma sapete perfettamente il francese, e balbettate anche l'inglese,
l'impressione e il mio personale consiglio e' quello di balbettare.
Il Belgio ha distrutto in me
il luogo comune della pioggia e del maltempo, anche se detesto parlare
del meteo in qualsiasi sua forma.
Quando incontri uno che ti dice: tutto bene? E
poi attacca con il meteo, diffidate.
Se camminate per Gent, sono innamorato di questa
citta', non potete non fermarvi in una delle migliaia di bar o
brasserie per una birra (piu' o meno duecentosessanta marche servite nel
proprio bicchiere), o uno stoverij, il piatto tipico: uno stufato di
carne veramente delizioso consumato nella birra Westmalle, accompagnato delle patatine bifritte,
orgoglio belga.
Viene spontaneo chiedersi come fanno essere tutti cosi' orgogliosi ma magri.
Viene spontaneo chiedersi come fanno essere tutti cosi' orgogliosi ma magri.
Ma questo l'avete gia' letto sulla Lonely
Planet, che difficilmente vi dira' che basta il primo tiepido sole di
marzo per vedere il lungo fiume pieno di ragazzi seduti ovunque intenti
ad un pic nic, ad un riposo o a una lettura. E continuerete a camminare
tra persone sedute a terra anche in piazza dove spesso ci sara' un
musicista di strada pronto alla colonna sonora di quella giornata.
Il fatto di essere seduti a
terra con un gelato in mano ascoltando musica mi piace da morire, mi
sembra il gesto piu' naturale per godere di quel posto, io che provengo
da una citta' con la piazza piu' bella che ho mai visto, sogno un giorno
di sedere in mezzo alla mia Piazza Unita' a Trieste, con un gelato in
mano, a guardare il mare, con la bora che mi bacia e mi da il
bentornato.
Mi
piace molto meno quello che questi ragazzi lasciano a terra, l'essere
viziati dalle macchine degli spazzini che ripuliscono talvolta anche due
volte al giorno, non giustifica l'atto maleducato di non avvicinarsi
al bottino.
Indice
di grande organizzazione e civilta' non solo l'operativita' del
personale della pulizia pubblica (punto importante di uno stato sociale
funzionante) ma anche la possibilita' di usufruire quasi sempre
gratuitamente di molti bagni pubblici, tenuti in maniera sempre piu' che
dignitosa.
Se Gent e' la tua base, ma
vuoi girare un po' per vedere le altre citta' vicine il consiglio e' di
andare nel week end per poter usufruire di uno sconto del cinquanta per
cento sugli spostamenti in treno, limitando cosi' il traffico da fine
settimana e incentivando la rotaia.
Tutto questo pero' ha sempre un evidente profilo
turistico, in questi due anni la vera vita e' stata quella di ogni
giorno.
Incontrare
l'uomo che usa la dentiera come una ballerina di flamenco usa le
nacchere, vuol dire vivere e non visitare, conoscere molti italiani di
stanza qui e scoprire le belle persone che sono, vuol dire vivere e non
visitare. Loro potranno anche lamentarsi e criticare il nostro paese ma
nessuno ma proprio nessuno lo rinnega, e in ogni critica e lamentela la
percentuale di sofferenza e' sempre notevolmente piu' alta di quella
dell'astio.
E
quando invece ti rapporti con locali o stranieri, a me e' successo anche
in Usa e Lituania, e dici -Vengo dall'Italia- la risposta non e' piu'
aaah pizza (o mafia, spaghetti o mandolino sono della generazione
precedente) ma: Berlusconi! E una risatina subito dopo.
Non puoi girare la citta' e non imbatterti in tante piccole Istambul, Izmir o Ankara. Impossibile.
Mi hanno segnalato un quartiere turco dove si
risparmia per piccoli mobili, ma io ho fatto fatica a capire qual e' il
quartiere turco, ovunque ho visto un agglomerato di case con un evidente
frequentazione ottomana, facilmente visibile dalle bandiere con l'Ay
Yldiz (luna e stella), e con un numero esagerato di ristoranti, e
forni-panetterie, dalle sedie messe fuori dalle porte delle case per
chiacchierare, ai giovani uomini con lineamenti non proprio fiamminghi
sempre pettinati perfettamente che masticano semi di zucca tostati
(fiepe, a Trieste) a tutta forza.
La mia frequentazione turca poi si arrichita
dopo aver scoperto il ristorante Ankara, il mio top per mangiare carne, e
dopo essermi iscritto al corso di olandese, dove ho trovato una nutrita
Turchia connection.
E sempre al corso il leraar Stefan oltre alle parole ci insegna usi e costumi e li confronta con quelli degli altri corsisti, e gli piace giocare sui luoghi comuni tipo: il bulgaro fuma. Sempre e comunque.
E dopo una risata viene fuori che il cento per
cento della decina di bulgari miei compagni di corso sono fumatori, con
una giovane coppia di prossimi sposi (due agosto, auguri!) campioni
assoluti con sessanta sigarette in due al giorno. 60.
Ho imparato poi:
che gli spagnoli (di
provenienza o di lingua) sono ovunque, a me fa sempre impressione che in
tutti posti dove ho avuto la fortuna di stare negli ultimi anni uno dei
pochi denominatori comuni e' sentir parlare spagnolo.
Che i bravissimi doppiatori italiani hanno la fortuna di esser nati in Italia, altrimenti sarebbero disoccupati in favore di abili dattilografi, dato che i film alla tv e al cinema sono tutti in lingua originale con sottotitoli.
Che il primo nome per neonati ad Antwerpen (Anversa) e' Mohamed.
Che al Car militare di La Spezia attendendo le destinazioni ci dicevano che il massimo della sfiga e' finire ad Aulla.
-Ad Aulla non c'e' nulla- era solo una specie di minaccia. Perche' ad Aulla c'e' la statua di Bettino Craxi.
Ma questa e' un'altra storia, piu' lunga da spiegare che comunque ho fatto mia a Gent.
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