lunedì 5 maggio 2014

Mestieri dimenticati

IL LATRINAIO

Lavoro nell'ufficio per eccellenza, lavoro in fondo a destra, nessuno passa per portarmi o condividere un caffe' alla mia scrivania, solo qualche amico poco schizzinoso, oppure visite casuali ma interessate, anzi obbligate.
Un veloce Ciao! in entrata ed un'altro in uscita.
Che poi, voglio dire: posso capire non fermarti quando entri, hai altre priorita', improrogabili necessita', ma un paio di minuti dopo, al congedo, risolte le incombenze, da rilassato, cosa ti costa un: come va?

Regalo sollievo, nulla piu', mi sento indispensabile, e tolti i primi quindici minuti di ogni ora, dove butto un po' d'acqua, cloro e disinfettante, sono li' al mio tavolino con sopra poche cose, una settimana enigmistica, il piattino che piange sempre, un posacenere e un portapenne.

Il mio camice blu mi identifica dall'utenza, mi sono imparato a salutare in tedesco, francese, inglese ultimamente in cinese e russo.
Nei miei locali di lavoro custodisco la civilta' della mia citta' e del mio paese e l'educazione di chi fa uso di questa struttura.

Tu pensi entro, piscio e me ne vado, e ignori il servizio che ti viene fornito, una pausa gratutita o di minima spesa del tuo giro (spesso turistico), il sollievo fisico, l'acqua fredda e calda, il sapone, tutte cose pronte a farti ripartire con nuova energia.
Il passo che prima era veloce e spedito (in qualche emergenza lento, controllato, rigido quasi robotico) adesso e' sereno, sciolto e pronto a nuove mete.

Quando esci poi sei gia' schedato da come lasci quello che trovi, la tua educazione si vede da quei pochi istanti, da come lasci ceramica e tavoletta, se ti lavi e con quale cura le mani, se cestini con perizia le salviette con cui ti asciughi o se le getti come un cestista da venti per cento nel tiro libero.

Insomma ti invito a non esser superficiale in quei momenti, ricorda c'e' sempre un latrinaio pronto a ricordare la tua faccia. Tu credi: chissa' quanti ne sono passati e quanti passeranno - ma il latrinaio ti ha gia' segnato, come il barista del caffe' sotto casa che quando entri ti chiede: solito? 
Il latrinaio sa cosa farai in quei momenti, allora non essere maleducato dimostra di essere migliorato, se l'altra volta non hai lavato la mani e appena uscito hai mangiato con gusto una mela, il latrinaio si ricordera' e ti guardera' con occhio severo e schifato.
Il latrinaio e' la tua coscienza, rispettalo, ti conviene.



IL CASELLANTE

Lo so, quando sono dall'altra parte della barricata, rallentare e poi frenare fino a fermarsi tra l'altro per pagare, infastidisce pure me, con l'aggravante che il mio e' sempre un momento di vacanza, distrazione, mai di lavoro.

Al telegiornale sento parlare di giornate da bollino rosso, code, purtroppo incidenti.
Per me sono monetine e testa bassa, in una cupola di vetro che per un po' di ore mi fa vivere senza rumori veri in un minuscolo mondo finto e ovattato.
Quanti sono appena partiti e prima di iniziare la vera parte di viaggio sono passati allo sportello bancomat per prelevare quello che servira' nei prossimi giorni e usano il nostro lavoro per cambiare i pezzi grossi dati dalle macchinette? Lo so, e lo sanno i miei colleghi. E per questo siete disprezzati.
E pari atteggiamento di disprezzo lo riserviamo a chi prepara le monetine rosse di rame da un mese, e rallenta cosi' il nostro conteggio, di conseguenza la fila.
Pregevole invece chi in associazione con la moglie in posizione di navigatore, prepara l'importo esatto con pochi pezzi. Cinque e settanta, un foglio da cinque una moneta da cinquanta ed una da venti, perfetto.
Sappiate che vi si ammira.

Te lo dico io: e' sopra alla visiera che ti protegge dal sole, oppure sul cruscotto o come terza ipotesi nel taschino della giacca che pero' ti sei tolto all'autogrill e adesso e' appesa sul sedile posteriore, oppure in ultima istanza l'hai messo nel portaoggetti per avere la sicurezza di non perderlo; in questi casi anche se estremi siamo a posto, siamo nella stessa barca in tempesta invece se lo hai consegnato alla moglie e lei lo ha messo nella borsetta, prima di quel fottuto biglietto usciranno draghi di pezza del bambino anche se state viaggiando da soli, due o tre set per tagliarsi le unghie, tutte le forme di pacchetti di salviettine, la crema per le mani, le caramelle Charms che forse non sono neppure piu' in produzione, dei cd musicali preparati per il viaggio.
Certo potevi pensarci prima, la cartellonistica lo permette con anticipo certo e sufficiente, ma io non ho fretta e nel caso non salti fuori tu sai gia' cosa ti tocca, non ho responsabilita'.
Quel ticket per qualche ora e' la priorita' assoluta cio' nonostante come un pedalino alla fine del lavaggio, non si trova.
La maggior parte delle volte pero' sudato, sollevato e soddisfatto me lo consegni, la carta e' umida e malconcia ma leggibile, pagamento effettuato, un cenno con la testa e vedo il finestrino che si richiude pronti per andare verso un mio collega.

Buon viaggio.

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