Non serve a nulla essere in una metropoli mondiale da nove milioni di abitanti se poi rimani chiuso in una stanza da poco più di venti metri quadrati che affittano come monolocale o più elegantemente studio.
La stanchezza pero' non mi fa muovere da questo buco per quel poco tempo libero che il mio lavoro mi permette. Quindi mi adagio sul letto magari con un sottofondo musicale e riposo senza dormire. Per non avere cattivi pensieri, alimento un po' la nostalgia, i ricordi non sono mai cosa negativa per me.
Ricordo i miei pomeriggi invernali nella mia cameretta a casa dei miei genitori, completamente azzurra come conveniva per i figli maschi: copriletto, abat jour, gli elementi più piccoli del grande armadio tutto con il colore del cielo terso.
Avevo i miei giochi, ma passavo molto tempo alla scrivania, disegnavo molto e riportavo le scritte che vedevo in giro, da quelle sui muri della città alle insegne luminose dei negozi e della pubblicità. Non mi interessava il testo, il significato, ma il carattere, la grafica, quello che oggi grazie ai programmi di videoscrittura dei computer chiamiamo fonts.
La mamma passava per la stanza e diceva: i compiti? Chiedevo un aiuto ma lei rispondeva: pelo le patate poi arrivo! Purtroppo non arrivava mai.
A scuola galleggiavo, senza infamia e senza lode, fondamentalmente come molti ragazzi non ci andavo volentieri. Ricordo con piacere solo alcuni insegnanti, altri li ho totalmente rimossi, nessun odio comunque.
La mamma andava a parlare con i prof solo nei colloqui collegiali, quelli periodici, al pomeriggio. Tornava a casa e mi diceva sempre la solita cosa, il banale e usurato "sei intelligente ma ti applichi poco" replicavo "vedi, mamma…" ma non facevo in tempo a proseguire che lei incalzava "mi dici dopo, devo correre a pelare le patate". Poi la cena, un film e buonanotte.
Ero ancora forse alle medie quando disegnai una scritta "Nutella" diversa dalla solita a cui siamo abituati, ero soddisfatto, felice, volevo mandarla alla fabbrica per sottoporla al direttore, al capo, al padrone.
Mi brillavano gli occhi davanti a quel foglio.
"Mamma, vieni a vedere cosa ho scritto!"
"Preparati per andare a calcio"
"Mi accompagni?"
"No.Devo preparare la cena per stasera, sto pelando le patate."
Scuola e calcio, anche a cena gli argomenti con papa' erano questi, per poco, mangiando, poi qualche minuto prima di andare a letto.
La mia fortuna e' arrivata nella mia estate da quasi maggiorenne, ho trovato un lavoro stagionale in uno stabilimento balneare, facevo piccole manutenzioni, curavo la spiaggia praticamente l'assistente dell'assistente bagnanti. Ad ottobre poi il boss mi ha confermato, avanti con la manutenzione e garzone al bar per tutto l'anno, due lire in tasca e tanti saluti a banchi, gessetti e lavagna.
Tornavo a casa stanco e felice, poi con gli amici potevo uscire quasi ogni sera grazie alla paga d'apprendista. Compiuta la maggiore eta' ho potuto anche comprarmi una macchina, una Fiesta, nera, con pochi chilometri.
Con le chiavi in mano sono arrivato a casa:
"Mamma, guarda, la macchina nuova! Scendiamo a vederla! Ti porto a fare un giro!"
"Magari dopo, semmai mi affaccio alla finestra, dalla cucina vedo il parcheggio, ora devo pelare le patate"
La Fiesta come il lavoro e' durato poco.
La vendita del bolide nero e' servita per l'acquisto del biglietto di sola andata per gli Stati Uniti. Tappa quasi obbligata dopo la chiusura definitiva dello stabilimento e la dritta di un cliente del bar che grazie ad un parente mi ha assicurato un posto di lavoro al ristorante di famiglia ad Uptown, Chicago.
Con la valigia pronta ho aspettato papa' che mi ha accompagnato all'aeroporto, la mamma con gli occhi lucidi mi ha stretto in un abbraccio e mi ha velocemente salutato.
"Scusami ma non posso venire, devo pelare le patate"
Ed ora qui in questa stanza con le ore contate prima di correre al ristorante, una via di mezzo tra una tavola calda ed un fast food, dove pero' la carne sa di carne, le verdure di verdure, i piatti sono di ceramica, i bicchieri di vetro e le posate di alluminio, ed io in cucina pelo le patate.
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