Da quasi dieci anni qualsiasi organo d'informazione pubblica sulla propria copertina o prima pagina notizie sulla crisi, analisi della crisi, antidoti su come uscire dalla crisi consigliati da professori e tecnici.
Persino questo patetico blog che quasi sempre cerca di raccontare storie futili, si e' occupato (grazie allo specialista coach K) del fenomeno crisi.
L'altro giorno pero' proprio ad un telegiornale ho sentito che si puo' parlare di una nuova situazione interna alla famigerata crisi, infatti il fatto che i consumi degli ultimi tempi non sono in segno negativo ma su valori prossimi allo zero fa si che possiamo dire di essere in un momento di stagnazione.
Non ho capacita' e tantomeno conoscenze per considerare questo cambio di rotta in economia, ma a me piace valutare le parole e devo dire che stagnazione mi fa piu' paura di crisi.
Faccio un esempio pratico, quante volte dopo una sconfitta della vostra squadra del cuore avete sentito l'allenatore parlare di un momento difficile ma passeggero, di una crisi momentanea.
La stagnazione invece a me da la sensazione di qualcosa di vecchio, stantio, sigillato, immobile.
Stagnazione, chiaramente da stagno, e quindi la mamma della carta alluminio, appunto la carta stagnola che aveva il compito di sigillare gli alimenti e cercava di mantenerli per piu' tempo possibile, di rallentare uno spiacevole ma naturale deperimento.
Oppure penso alla mia esperienza personale, quando cioe' mio padre ha ricevuto in regalo delle bottiglie di grappa da invecchiare e assieme le abbiamo "stagnate" sciogliendo con l'accendino la barretta di ceralacca e impresso sopra le nostre iniziali come marchio di fabbrica.
Credo che quelle bottiglie perfettamente sigillate e impolverate siano ancora nello sgabuzzino, e ormai siamo vicino ai trent'anni, insomma non sono state dimenticate ma quasi.
Anche la natura non ci aiuta, infatti l'unico stagno che conosco, inteso come piccolo specchio d'acqua, e' dalle mie parti, a Banne vicino a Fernetti, il valico con la Slovenia piu' grande e conosciuto del Carso triestino.
Lo stagno e' un posto che per antonomasia e' fangoso, fermo, spesso abbandonato o trascurato dove le uniche attivita' sono i voli di enormi zanzare o qualche salto di poche rane.
Neanche il nome originale in sloveno non ci viene incontro: Stari Kal ossia Vecchio Stagno, appunto.
Insomma la crisi viene e prima e dopo va, la stagnazione resiste, e' praticamente perenne.
Auguri.
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