mercoledì 9 marzo 2016

Mutamenti

Tutto è iniziato con quella visita di routine dal medico, erano ormai dieci giorni che vedevo la mia pelle squamarsi, diventare dura e ruvida e in qualche parte la normale peluria diventare ispida, nessuna crema mi ha aiutato, e anche il dottore e' sembrato titubante, ho fatto tutti gli esami possibili.
Nell'attesa del risultato, mille test non invasivi, ma niente: il mio stato di salute perfetto, nessun fastidio, nessuna febbre, nessun dolore.
Solo dopo un attenta analisi di un luminare svedese in contatto col mio medico e specialista in malattie rare, con nozioni di veterinaria, il definitivo responso: soffro di grufalite, ossia un progressivo, lento, e non si sa quanto completo passaggio del mio essere uomo al nuovo stato di maiale.
Il terzo caso al mondo, il primo negli anni trenta fini' dentro un circo itinerante e si umiliava davanti alle famiglie con le sue orecchie e la sua coda, punti finali della sua forma leggera della malattia. 
Ritiratosi dalle scene mori' in solitudine in una fattoria della campagna polacca, e il chiacchiericcio dei vicini su quello strano personaggio sempre chiuso in casa era vario, chi diceva che era grasso e rosa con il classico naso da porco, chi invece affermava che si potevano notare solo le famose orecchie e la coda che lo hanno aiutato a monetizzare al circo.
L'altro è ancora vivo, in una porcilaia in Australia.
Come si può capire dalla sua casa la forma di grufalite è acuta, da un paio d'anni ormai gli unici dati possibili sono quelli, del sangue, saliva, magari qualche atteggiamento ma nessuna testimonianza diretta. Non comunica più, anche se qualche cervellone studia alcuni movimenti del muso per cercare una forma di dialogo più completa.
Personalmente non sento particolari sintomi o disfunzioni, talvolta nei giorni di pioggia sento un istinto che mi dice di tuffarmi nelle pozzanghere e rotolarmi nel fango, ma credo sia più una mia suggestione, quando ero inconsapevole della malattia questo istinto non si manifestava. O magari è vero che superati i quarant'anni si torna un po' bambini e riemergono quei piccoli strappi alla regola, quelle disubbidienze, la voglia di proibito e probabilmente la grufalite non c'entra nulla.

Ammetto di non rispondere ai messaggi dell'amico Odo, cerco di evitarlo.
Lui è il re del barbecue, e' quello che ti scrive solo: salsiccia, birra e rutto libero?
Non mangio carne di maiale dal giorno della diagnosi, non ho particolari sensazioni e il medico mi dice che non ci sono controindicazioni, ma non mi sembra eticamente corretto poi ho sempre paura di trovarmi in piatto l'australiano.

Non ho detto nulla della malattia a nessuno, mia mamma impazzirebbe, già ora mi telefona due/tre volte al giorno per informarsi sul mio eritema che secondo lei diventerà sicuramente fuoco di Sant'Antonio. Io le ho assicurato che è solo una reazione allergica alle fragole. Ho mangiato fragole due volte, pochi anni fa, da piccolo mi diceva che mio padre era allergico e quindi geneticamente potrei essere predisposto, quindi vietate. 
Però la mossa ha dato i suoi frutti, infatti ora per lei è tutto chiaro, l'eritema da fragola è tutta colpa mia: quante volte ti ho detto di non mangiare le fragole?

Frequento una mia ex collega, eravamo giovani, io neo assunto lei stagista e brillante studentessa, dopo la laurea e' andata a lavorare in un'altra azienda e ci siamo incontrati in una famosa fiera di settore, due chiacchiere, tanti ricordi, qualche risata, mille domande e alla fine il mio invito a cena. Accettato.
Anche a lei tengo nascosta la mia possibile parziale o totale mutazione, non ha personali opinioni sulla mia orticaria, mi chiede l'esito delle visite, ascolta e fa domande, per non tradirmi cerco di dare meno informazioni possibili, faccio il vago, minimizzo.

Ieri mi ha invitato da lei, appena uscito dall'ascensore ho visto la porta dell'appartamento socchiusa, già dal corridoio si notava la penombra e si sentiva una  musica soft messa per creare atmosfera. Per la penombra bisogna ringraziare quella decina di candele messe scientificamente attorno al divano, per la musica uno di quei grandi vecchi stereo portatili e un cd probabilmente masterizzato. 
Si è presentata elegantissima con un vestitino nero a tubino che sembrava pennellato al suo corpo, fresca di messa in piega e make up, a piedi scalzi perché sa che al contrario di tanti uomini detesto i tacchi a spillo, in mano una bottiglia di champagne e due flutes.
Ci accomodiamo sul divano, facciamo un brindisi, dopo aver appoggiato i bicchieri ci baciamo, l'atmosfera si scalda ma appena le mie mani si muovono sul suo corpo sento il brusio di un proiettore e sul grande muro di fronte a me una scritta: mi vuoi sposare?
Mi blocco con una mano sul suo seno, lei sorride e guardandomi negli occhi pronuncia le uniche parole che non volevo sentire: allora? Cosa ne dici?
Trenta secondi di silenzio che sembrano tre ore, sono un tempo sufficiente per far cambiare la sua espressione, abbassa gli occhi verso la mia mano ancora ferma sullo stesso posto, la toglie, mi spinge e urla: porco! Maiale! Stai con me solo per quello.
Corro in bagno, controllo il mio viso, il mio eritema, tutto ok. 
Esco per l'ultima volta da quell'appartamento.

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