mercoledì 26 novembre 2014

XXX

Se hai un talento incredibile per una determinata disciplina il particolare ha meno importanza.
Se invece per portare avanti quella passione devi ragionare giorno e notte, devi appuntarti qualche "illuminazione" sul primo foglio di carta che trovi in giro, allora il particolare fa la differenza.
Da quando ho impostato questo blog, la scrittura e' un bel metodo di viaggiare con la fantasia, senza particolari ambizioni o aspettative.
La formazione scarsa e per niente umanistica, fa si che per rendere accattivanti un paio di righe devo dar risorsa a qualsiasi mezzuccio possibile.
Il titolo e' senz'altro uno di questi, a me piace sia conciso e spesso non direttamente inerente al testo.
Il titolo e' importante per me, ed e' per questo che il testo che sto scrivendo e' ancora zoppo, scrivo senza sapere ancora quale sara' quella prima parola che in qualche maniera aprira' la vostra (mi raccomando, distratta!) lettura.
Cerco parole, accozzaglie di lettere, penso ad opere importanti da cui attingere, aforismi riciclati dai social network ma anche quelli da incarto interno dei cioccolatini, scritte sui muri di qualsiasi citta', frasi celebri, canzoni.
Scomodo chiunque parli in pubblico, penso a colloqui che hanno fatto la storia del mondo, provo a consultare i miei appunti volanti dove magari ho evidenziato una frase di un libro letto o una dichiarazione estrapolata da un'intervista di qualcuno importante, ascolto un telegiornale per trovare qualcosa di attuale.
Spesso, la penna va quasi da sola e la soluzione la trovo rileggendo lo scritto: una frase che mi e' venuta particolarmente bene, magari riassunta, puo' essere un titolo perfetto o anche il senso, il succo, del testo che non viene esplicitamente espresso puo' essere un buon inizio.
Cosi' e' anche in questo caso, infatti rileggendo mi rendo conto che il titolo perfetto e': senza testo, senza titolo.

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